"Dov'è mio fratello?" Chiese Allison, presa dal panico.
"Sembrate piuttosto noncuranti della vostra vita... credo abbiate una preoccupazione più grande." Alexander sorrise.
"Quale sarebbe la preoccupazione? Ci ucciderai? Non potremmo comunque fare nulla per impedirlo!" Risposi. Poi spostai lo sguardo su Allison e improvvisamente ricordai ciò che mi aveva raccontato Jake, perciò continuai con lo sguardo rivolto al cacciatore:
"E Allison? Hai spiegato a Jake che il tuo compito è eliminare le creature soprannaturali. E lei è umana!"
"E' esatto. Non posso uccidere l'umana, ma... ci penserà il vampiro." Osservò Riley "Quanto potrà durare un umano, rinchiuso in una gabbia con un vampiro affamato?"
Allison sussultò e i suoi occhi si spalancarono, nel momento in cui sentì quelle parole. "Perché?" Chiese.
"Hai scelto di stare dalla parte di quegli esseri... ora ne pagherai un prezzo, imparando un'importante lezione: loro non sono umani, per questa ragione ti ucciderà: la sua brama di sangue è più forte dell'affetto che prova nei tuoi confronti." Alexander si voltò e i due lasciarono la stanza.
"Stai bene?" Le domandai. Poi spostai il mio sguardo su Riley e con fermezza la tranquillizzai, dicendole che avremmo trovato un modo. Contro ogni mia aspettativa, il suo volto era privo di ogni emozione; non sembrava preoccupata... sembrava piuttosto tranquilla. Ero così frustrata perché eravamo rinchiuse qui da ore e io come licantropo soffrivo facilmente di claustrofobia. In più si era aggiunta la rabbia per l'indifferenza di Riley e la paura che potesse succedere qualcosa ad Allie. Che bella combinazione!
Così... esplosi: "Come puoi essere così menefreghista?" mi aizzai contro di lei. "Giusto. E' lei che rischia la sua vita, non tu. Sei un vampiro, dopotutto, cosa mi potrei aspettare se non indifferenza?"
Lei mi ignorò, fissando le sue unghie.
Ed io, dopo essermi inutilmente sgolata, mi sedetti sul freddo pavimento, accanto ad Allie e pronta a intervenire, se ve ne fosse bisogno.
"Andrà tutto bene" Affermò Allison con sicurezza, come se non fosse rinchiusa in una cella e non stesse per morire.
Dopo una ventina di minuti, Luke si avvicinò alla cella, portando con sé un vassoio d'argento contenente un ciuffo di lattuga, delle patate e della pasta.
"Ecco!" esclamò, porgendo il vassoio ad Allison "Non vorrei che morissi di fame! Così mi perderei lo spettacolo di Riley che ti fa a pezzi!"
Riley si avvicinò alle sbarre e gli sferrò un pugno, scattando subito indietro quando sfiorò la sbarra ricoperta di acqua santa.
Luke ghignò divertito e si allontanò con il sorriso di vittoria sulle labbra.
Allison sbuffò e allontanò subito il vassoio dalla sua vista, rifiutando gli alimenti.
"Non mangi?" Domandò Lexi.
"Quello ti sembra cibo?"
"Non proprio... ma è meglio di niente. Potresti passarmi le patate?"
"Perché, non puoi prenderle da sola? Ci sono anche le posate, non vorrai mica mangiare con le mani!"
"Lo farei... peccato che il vassoio e le posate siano d'argento!"
"Oh, scusa!" mi disse mortificata.
Mi voltai non sentendo la voce di Riley e la vidi afferrare un chiodo e portarlo alla serratura della porta in modo da poterla aprire.
"Dove l'hai presa?" Domandai con circospezione.
"Non ha importanza." In quel momento la serratura scattò e la porta della cella si aprì. "Andiamo!"
Alla nostra destra si estendeva un lungo corridoio e, ad entrambi i lati erano presenti le celle. Percorremmo il corridoio, correndo sulle piastrelle in marmo e raggiungendo la porta in legno situata in fondo. Attendemmo di fronte ad essa, appoggiai l'orecchio sinistro alla porta, tentando di ascoltare qualcosa o qualcuno. Ma non riuscii a sentire alcun rumore. Così Riley mi allontanò dalla porta, scardinando la serratura. E, con un click la porta si spalancò davanti ai loro occhi; la metropolitana era deserta. Ci girammo attorno, controllammo tutti i corridoi, ma non riuscimmo a trovare Jake o Evelyn.
Eravamo preoccupate per loro. Se non erano qui...
Uscimmo dalla metropolitana insicure sul da farsi quando Jake apparve di fronte a noi, seguito da... Luke.
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Jake e il branco
WerewolfEstratto: "Correvo di gran carriera tra tanti arbusti, sentivo il respiro mancare nonostante il vento mi sbattesse sul viso e le gambe iniziassero a cedere; ma non potevo fermarmi, non potevo rallentare o loro mi avrebbero preso."