Percorremmo la strada passando per la piazza, il luogo più affollato del Paese, cercando di seminarlo.
"Continua a seguirci, Jake! Che facciamo adesso?" si lamentò Lexi, era terrorizzata ma tentava di mantenere una voce piatta e sicura per non preoccupare mia sorella.
"Non possiamo raggiungere casa..." Valutai. Se avessimo raggiunto casa di Lexi loro avrebbero individuato la nostra posizione, così mi diressi in una piccola stradina abbandonata seguito dalle ragazze.
La stradina era chiusa, il pavimento era composto da pietrine, la strada era vuota a parte due bidoni della spazzatura.
"Che hai intenzione di fare?" chiese Lexi.
"Combattiamo." Decisi "Sono stanco di scappare, non voglio nascondermi per sempre."
Io e Lexi eravamo pronti.
Allison era dietro di noi, mi aveva promesso che non sarebbe intervenuta, ma sapevo che avrebbe disubbidito se qualcosa fosse andato storto.
L'uomo entrò nel mio raggio visivo. Era seguito da altri due uomini.
Uno era alto, biondo e aveva all'incirca una trentina d'anni; l'altro era castano e molto più giovane, poteva avere non più di venticinque anni, molto probabilmente era il più abile dei due.
L'uomo, il capo del gruppo, mi puntò una pistola sulla fronte.
Agii in fretta. Afferrai la pistola da una mano voltandomi, poi il suo polso e gli spezzai le ossa delle dita. Sbraitò di dolore e approfittai del momento per colpirlo in testa con la pistola. La buttai a terra. Era stato abbastanza facile. Mi stavo dirigendo verso la mia amica, per aiutarla, ma avrei dovuto guardarmi le spalle...
Lexi, invece combatteva contro gli altri due cacciatori. Nel combattimento è sempre stata molto più brava di me. Non solo aveva più esperienza tra i due, ma si era anche addestrata nell'eventualità di doversi proteggere dai cacciatori.
Il più anziano dei due, provava a colpire la ragazza con un pugnale d'argento (l'unico materiale che può ucciderci). Il cacciatore mirò alla gola, ma la ragazza riuscì ad afferrare il coltello, sospeso in aria, facendolo cadere a terra. Gli diede un pugno in faccia che gli fece perdere l'equilibrio, facendolo sbattere contro il muro. Lei non perse tempo. Gli sbattette la testa più forte contro il muro più volte, finché non perse così tanto sangue da perdere i sensi e scivolò sull'asfalto.
Nel frattempo, io ero alla prese col "capo", che inaspettatamente si era mostrato molto forte. Nel momento in cui andavo da Lexi, lui mi aveva colpito forte la testa, facendomi sbattere contro un cassonetto.
Mi toccai la fronte. Le mani erano ricoperte di sangue. Non avrei dovuto sottovalutarlo.
Nonostante il dolore lancinante alla testa, riuscii ad alzarmi. Mi voltai, ma fui colpito di nuovo. Aveva ancora lo zaino sulle spalle. Estrasse un coltello d'argento e lo puntò al mio petto. Stavo per morire, sperai che solo che Lexi riuscisse a mettere fuori gioco gli altri due, prendere Allison e portarla il più lontano possibile da qui.
La lama affondò nel mio petto ma non raggiunse mai il cuore. Il cacciatore urlò di dolore mentre veniva colpito dai proiettili della sua stessa pistola. Il quarto colpo, per lui, fu fatale. Allison era dietro di lui, con l'arma in direzione del suo petto. Allison abbassò l'arma e mi rivolse un timido sorriso "Sei ancora convinto che sarei dovuta rimanere in disparte?"
Lexi stava combattendo contro il castano, l'ultimo cacciatore, che risultò sorprendentemente più forte di lei. La ragazza non riuscì a parare il colpo in tempo e cadde. Se il ragazzo era più forte, lei era più agile e veloce. Non perse tempo: raccolse il pugnale a poca distanza da lei senza farsi accorgere. Si tirò su e, quando il cacciatore la prese per il collo, quest'ultima gli conficcò il pugnale in gola.
Io e Lexi guardammo i corpi dei cacciatori con sguardo compiaciuto e lei mi sorrise soddisfatta. Allison si mostrava distaccata e impassibile, ma io sapevo che una persona empatica come lei si sentiva in colpa per aver portato via una vita.
Avrei voluto consolarla, eppure non sapevo cosa proferire. Mia sorella incrociò il mio sguardo e impassibile disse "Andiamo."
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Jake e il branco
WerwolfEstratto: "Correvo di gran carriera tra tanti arbusti, sentivo il respiro mancare nonostante il vento mi sbattesse sul viso e le gambe iniziassero a cedere; ma non potevo fermarmi, non potevo rallentare o loro mi avrebbero preso."