PARTE QUARTA: LEXI
4 pareti bianche, 1 ascensore e 10 porte del medesimo colore. Su ogni porta era appeso un cartellino blu con un numero pari a destra e dispari alla sinistra. 10 cartellini blu, l'unico spruzzo di colore in quella sala. Il colore che rimasi a fissare per più di mezz'ora, nella sala d'aspetto, seduta insieme a Riley, Nate, Allie, Cameron e Luke. Osservai Allison: aveva il volto solcato dalle lacrime e il respiro era corto, veloce e affannoso. Portava in mano un fazzoletto e giocava convulsamente con il ciondolo a forma di luna della sua collana.
Indossava una t-shirt nera corta e dei pantaloni di pelle rossi, aveva poggiato sulla panchina una borsa celeste che non ci azzeccava nulla.
L'avevo telefonata in fretta, riferendole l'accaduto. Aveva preso la prima borsa che aveva a disposizione, ci aveva infilato dentro le chiavi e il cellulare ed era giunta qui il più velocemente possibile.
"Allie, vedrai che andrà tutto bene." Dissi, in un vano tentativo di tranquillizzarla. "Dovrei chiamarla?" Mi chiese lei.
"Non saprei, chiamala quando ti senti pronta." Sapevo che sarebbe stato difficile per lei chiamarla e rivolgerle una così terribile notizia. Dopotutto, per Evelyn, Jake era come un figlio e Allison avrebbe dovuto rivelare a sua madre che Jake era in coma, avrebbe dovuto subire degli interventi, e sarebbe potuto morire.
"Se non te la senti, posso telefonarle io..." Le proposi.
"No, è giusto che sia io a riferirle l'accaduto." Rispose con una voce rauca, sicuramente causata dal pianto.
"Qualcuno desidera un caffè?" Chiese Riley con una voce impastata e spenta.
Io, Nate e Allie annuimmo.
"Arrivo subito."
La ragazza fece ritorno con quattro caffè, che sorseggiarono in assoluto silenzio.
Successivamente la quiete fu interrotta dall'echeggiare di due passi che si avvicinavano. Era un'infermiera dai capelli castani a caschetto, con un camice bianco che ci aggiornò: "Tra non molto dovrà subire un intervento... volete vederlo, prima di iniziare?"
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Jake e il branco
Hombres LoboEstratto: "Correvo di gran carriera tra tanti arbusti, sentivo il respiro mancare nonostante il vento mi sbattesse sul viso e le gambe iniziassero a cedere; ma non potevo fermarmi, non potevo rallentare o loro mi avrebbero preso."