CAPITOLO 3 - ADDIO

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Tre giorni dopo

Sono passati solo tre giorni, eppure sembra passata un'eternità. Tre giorni dal momento in cui il suo cuore ha smesso di battere, tre giorni che Allison non sfoggia uno dei suoi soliti sorrisi, tre giorni che il mio petto è attraversato da lame affilate invisibili, ma che percepisco ogni volta che penso al mio migliore amico.

Tra qualche ora ci sarà il suo funerale e mi sembra tutto così sbagliato: non sarebbe mai dovuta finire così.

Sentì il rumore di tre colpi alla porta e andai ad aprire. Lei fece il suo ingresso con una camicia blu elettrico e dei pantaloni a palazzo gialli e mi saltò addosso.

Il suo abbraccio era così caloroso che, per quegli attimi, mi fece sentire al sicuro. I miei genitori, invece, erano sempre stati così assenti da non accorgersi neanche della mia trasformazione. Per questo motivo me l'ero sempre cavata da sola e fu la stessa causa per la quale aiutai Jake.

Ricordo il piccolo Jake undicenne nel giorno in cui lo incontrai, vedevo ripetersi ciò che avevo passato io, così lo aiutai.


"Non di nuovo!" un ragazzino, con dei capelli scuri e ricciolini, osservava le sue dita. Le sue unghie si allungavano, diventando affilate e taglienti.

Mi avvicinai e riconobbi la stessa maledizione che mi affliggeva da anni.

"Ciao! Io sono Lexi!" Mi presentai. "E tu chi sei?"

"Mi chiamo Jake... cosa mi sta succedendo?"

Pensai che doveva essere solo, come me, per non sapere della maledizione.

"Sei un licantropo, come me!"

"Ma io non voglio diventare un lupo!" Mi sbraitò contro "Voglio essere come gli altri!"

"Noi siamo come gli altri bambini, siamo solo più forti e veloci! E ti basta solo imparare a controllare i tuoi poteri, poi potrai scegliere se essere un bambino o avere la forma di un lupo!"

"E' come avere i superpoteri?" Mi chiese, i suoi occhi celesti si illuminarono.

"Posso insegnarti". Jake annuì.

"Va bene, Superwolf, andiamo!" Esclamai, strappando un grande sorriso sulle labbra di Jake.

Da quel giorno diventammo inseparabili.


"Lexi, dov'è Allison?" la sua voce mi riportò al presente.

"E' nella camera degli ospiti, Evelyn." le risposi con un piccolo sorriso e lei lasciò la stanza per raggiungere sua figlia.

Mi preparai per la commemorazione, indossando una camicia bianca e dei jeans a zampa neri. Il rito dei licantropi non equivale a quello degli umani; il nostro, ad esempio, consiste nel lasciare il corpo del defunto galleggiare sull'acqua, per poi dargli fuoco; non eravamo nelle vicinanze di un fiume, perciò ci accontentammo del laghetto della foresta.

Tutti i partecipanti si salutarono e diedero le condoglianze ad Allie e sua madre, e dopo a me. Successivamente porsi un calice, contenente una piccola dose di strozzalupo, di cui tutti si abbeverarono: in questo modo è come se condividessimo il dolore di Jake, che ha provato prima di morire.

Infine, si raggiungeva il lago, dove si potevano recitare preghiere, leggere il proprio discorso o salutare il licantropo per l'ultima volta.

Il laghetto era circondato da fiori, Jake al centro di esso. La folla cominciò ad avanzare.

Cercai con lo sguardo un volto familiare e vidi Evelyn, che mi fece segno di raggiungerla. Aveva un braccio intorno alle spalle di sua figlia e, quando mi avvicinai, fece lo stesso con me. Il gesto mi lasciò sorpresa, data la quantità di affetto che riservava a me, quasi una sconosciuta, ma lo apprezzai molto.

Ci avvicinammo al laghetto, dove avrebbe ricevuto il nostro ultimo saluto.

Inaspettatamente quando mi avvicinai successe qualcosa di impossibile, di inaspettato che lasciò tutti i presenti sorpresi, anzi, erano tutti sotto shock.

Jake e il brancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora