CAPITOLO 4 - RIUNIONE

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"Jake!" Esclamò quella voce che ormai conoscevo fin troppo bene. "Jake!"

Era Lexi, seguita da Riley e Nathan.

Anche i cacciatori si voltarono verso la voce e si incamminarono verso loro preparandosi ad attaccarli! In fondo erano otto contro tre ragazzini - pensarono i cacciatori!

Lexi aveva stampato in volto un sorriso di sfida e Nathan progettava le sue mosse con un'espressione tesa e calcolatrice; il volto di Riley, al contrario, era privo di emozioni, con due occhi neri e due canini affilati.

Tre cacciatori accerchiarono Lexi, tra cui due armati di paletti d'argento.

"Paletti? Sul serio? Non erano una nostra esclusiva?" Domandò una voce alle sue spalle prima di affondare una mano nel petto del cacciatore ed estraendone il cuore.

"Non immaginavo ne possedesse uno!" Esclamò la ragazza bionda gettando il cuore a terra con disinteresse. Era Riley.

Nel frattempo, Nate combatteva contro due cacciatori. Se Lexi usava i muscoli, lui il cervello. Uno di loro lanciò un pugno nella sua direzione e nel momento in cui stava per essere colpito si spostò di lato, facendo perdere l'equilibrio dell'uomo. Mentre l'uomo riprendeva l'equilibrio, Nate ne approfittò per colpirlo con un calcio alle ginocchia che gli fece raggiungere il pavimento.

L'uomo provò a rialzarsi ma Nate lo colpì in faccia, stendendolo a terra. Inutile dire che il secondo cacciatore, non ebbe un finale migliore: Nate gli spezzò il collo.

"Però! Siete davvero forti!" Mi sorpresi a elogiare i ragazzi. "Mi dispiace perdermi lo scontro... ma non credo di avere abbastanza sangue in circolo per questo!"

La vista cominciò a venir sempre meno, ma non potevo restare lì a non far nulla. Mi avvicinai allo zaino del cacciatore accasciato in una pozza di sangue e rovistai all'interno. C'erano così tante armi, ma fu una ad attirarmi in particolare. Una balestra. La estrassi dallo zaino e la puntai contro i due cacciatori che combattevano contro l'uomo che mi aveva salvato l'ultima volta.

La vista era appannata, ma riuscii a distinguere i nemici e ne colpii uno di loro al ginocchio destro. L'uomo ringhiò dal dolore e il mio salvatore sbuffò "Ragazzo, smettila di giocare! Avanti se devi usare una balestra, usala bene!"

Al secondo tentativo la freccia affondò nel cranio del cacciatore; per essere la prima volta che impugnavo quell'arma era andata bene!

Rimasta una sola freccia, decisi di non sprecarla: lasciai la balestra, rafforzai la presa sulla freccia e colpii l'altro cacciatore al petto; quest' ultimo estrasse la freccia e la puntò nella mia direzione, ma riuscii a schivarlo.

Lo colpii allo stomaco con un pugno, facendolo sbattere contro il muro e gli spezzai il collo.

Mi guardai in torno: i cacciatori erano accasciati a terra e il mio salvatore combatteva contro l'ultimo cacciatore che uccise senza alcuna difficoltà.

Lexi mi sorrise, corse nella mia direzione e mi abbracciò, lasciandomi sorpreso da questo gesto inaspettato. "Adesso mi abbracci pure?"

Poi sciolse l'abbraccio e mi diede un pugno in faccia.

"Ma che ti prende?" sbuffai.

"Non provare mai più ad andartene così!" Mi strillò contro, poi estrasse il suo cellulare dalla tasca dei jeans e lo portò all'orecchio.

"Si, è tutto ok... sì... arriviamo... sì, lo so..." Chiuse la chiamata e spiegò "E' Allie, le ho detto che sei ancora vivo."

Poi mi voltai verso Riley "Riley, avrei dovuto immaginare che non fossi umana!"

Mi sorrise, ma la sue espressione mutò nel momento in cui riconobbe l'uomo che mi aveva salvato "Luke?" Domandò in confusione "Che ci fai qui?"

Lui sbuffò "Facevo una passeggiata e uccidevo i miei amici!" Rispose ironico, indicando i corpi dei cacciatori.

Riley alzò gli occhi al cielo e affermò "Andiamo, prima che muoia dissanguato. Non mi sono macchiata i vestiti di sangue per niente!"

Ci avviammo verso casa, accompagnati dalla voce squillante di Lexi che raccontava tutto ciò che era successo durante la mia assenza e una Riley contrariata che constatava e negava tutte le dicerie che le riguardavano. Ad un tratto il dolore si intensificò, abbassai lo sguardo e rimasi immobile a osservare la punta sfocata di una spada d'argento che mi aveva attraversato il petto. Sentii una voce nota ripetere il mio nome e poi non sentii più niente.

Jake e il brancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora