Hallie non riusciva a staccare gli occhi dal cellulare. Era come se quei messaggi scambiati con l'assassino qualche ora prima l'avessero riportata a Woodsboro.
Era seduta su una panchina, davanti all'ingresso della stazione di polizia, nel cuore della notte. Hallie desiderava un attimo di silenzio, ma a Los Angeles la quiete era inesistente.
"Hallie" una voce la chiamò e quando lei alzò lo sguardo notò Meredith raggiungerla. Si strinsero in un forte abbraccio "Stai bene?"
"No... credevo che fosse finita a Woodsboro. E invece mi ha seguita fin qui. Come un parassita." ammise Hallie. Non avrebbe più mentito dicendo di star bene "Dov'è Liam?"
"A casa con Brandon, non ti preoccupare."
"Dovreste andarvene dalla città, almeno finché non risolvo questo casino."
"Non se ne parla. Supereremo anche questa insieme. Okay?"
Hallie abbassò lo sguardo e annuì. Cos'altro poteva fare? Meredith aveva una testa dura, proprio come la figlia, e niente e nessuno sarebbe riuscito a farle cambiare idea.
La loro conversazione venne interrotta dall'arrivo di Carter. Uscì dalla stazione di polizia a testa china, gli avambracci avvolti da delle bende macchiate di sangue.
"Tu come stai?" gli chiese Meredith.
"Bene, grazie. Soltanto qualche graffio ma niente di che. Sono Carter." rispose lui, facendo spallucce.
"Sei il fidanzato di Hallie?"
Carter divenne rosso come un peperone: "Non lo so. Forse."
"È un amico." si intromise Hallie, mettendo fine a quell'imbarazzante argomento.
"Per fortuna te la sei cavata." gli disse Meredith. C'era una nota di incertezza nella sua voce che Hallie colse subito.
"Già. C'è mancato un pelo."
Calò silenzio tra di loro, il rumore delle auto non molto distanti da loro. Era possibile sentire anche qualcos'altro, però. Delle voci che si accavallavano, dei passi rapidi.
"Entrate in macchina." ordinò loro Carter.
Entrambe obbedirono e si sedettero nei sedili posteriori della sua auto. Lui si sedette in quello del guidatore. Proprio in quel momento, i giornalisti li raggiunsero.
Iniziarono a fare domande inopportune ad Hallie e a Meredith. Domande su Tania, sull'aggressione di qualche ora prima, della morte del proprietario della tavola calda. Hallie chiuse il finestrino.
Finalmente, Carter mise in moto. Fece retromarcia, costringendo i giornalisti a spostarsi. Quando sfrecciarono via, Hallie fece un sospiro di sollievo.
* * *
La sala riunioni del Williamson College era in grado di ospitare tutti gli studenti della scuola, i quali si trovavano seduti su delle poltrone disposte in fila. Chiacchieravano tra di loro mentre aspettavano che il signor Stacey, il preside, iniziasse il suo discorso.
L'argomento del giorno era Ghostface. Parlavano tutti della stessa cosa. Tutti i telegiornali discutevano solo di questo. Era diventato in pochissimo tempo uno scoop mondiale.
Il signor Stacey si trovava in piedi sul palco, davanti a un microfono. Era intento a leggere il foglio che aveva in mano, sottovoce. Lì c'era scritto tutto quello che doveva comunicare ai suoi studenti.
Tra la folla di studenti seduti sulle poltrone si potevano riconoscere Michael e Tony, seduti l'uno accanto all'altro. Erano gli unici in disparte, senza fiatare.
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Scream - L'ultima chiamata
FanfictionTERZO VOLUME DELLA TRILOGIA "SCREAM H25" Aspettati l'inaspettato. CONTIENE SPOILER DEI PRIMI DUE VOLUMI Sono trascorsi due anni dalla serie di omicidi perpetrati da Jim Kennedy e Yara Hamund. Tania frequenta il Williamson College mentre Hallie ha de...