9 - Omega Kappa Beta

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La biblioteca del Williamson College era davvero grande; gli alti scaffali di legno erano ricolmi di libri di ogni genere e una larga scala conduceva al piano superiore. Nella sala non erano presenti luci artificiali ma era illuminata dai raggi del sole che entravano dalla maestosa parete vetrata che affacciava sul cortile.

Michael si trovava seduto ad un tavolo, gli occhi incollati allo schermo del suo portatile. Alcuni fogli di appunti e libri scolastici si trovavano accanto a lui.

A qualche metro di distanza dal tavolo, Mary lo stava guardando mentre se ne stava in piedi dietro uno scaffale. Doveva fare attenzione a non farsi vedere, altrimenti avrebbe sicuramente pensato che fosse una stalker.

C'era qualcosa, in Michael, che la attraeva. Non capiva se fosse attrazione romantica dato che finora non le era mai capitato di vederlo in quel modo. Però lui la affascinava. Era misterioso, cupo, forse pieno di segreti.

La breve conversazione che avevano avuto quella mattina all'esterno della sala riunioni aveva fatto scattare qualcosa dentro di lei. Michael era distante, freddo e si batteva sempre per la cosa giusta. Quest'ultimo particolare gli faceva onore.

Mary capì che doveva essere lei a fare il primo passo, altrimenti lui non l'avrebbe mai notata e avrebbe perso la sua occasione. Quindi si assicurò che i capelli fossero a posto e si incamminò verso il tavolo.

«Ehi.» lo salutò, abbozzando un sorriso.

Michael alzò distrattamente lo sguardo dal computer e la vide, in piedi davanti a lui: «Ciao.»

Ciao. Quel saluto sembrava quasi forzato: «Cosa studi?»

«Letteratura. Tu che ci fai qui?» domandò lui, riprendendo a battere le dita sui tasti del portatile.

«Sto cercando mia sorella.» bugia.

«Qui non l'ho vista. Hai provato a cercare in dormitorio?»

«Sì, e prima che tu me lo chieda, ho cercato anche in cortile.»

Calò silenzio. Michael decise di ignorarla e tornò a concentrarsi sullo studio. Mary era tentata di girare i tacchi e andarsene. Invece restò e si sedette di fronte a lui.

«Hai piani per stasera?» gli chiese, cambiando il focus del discorso.

«Perché?» diffidente come al solito.

«C'è una festa all'Omega Kappa Beta. Dovresti venire, scommetto che sarà divertente.»

«Non sono esattamente un tipo da festa.»

«Ah, davvero?»

«Senti, Mary, che cosa vuoi?»

Il sorriso scomparve rapidamente dal volto della ragazza che aggrottò le sopracciglia, confusa: «Va tutto bene?»

«No, non va niente bene. Credi che io non sappia quello che tutti pensate di me? Vi ho sentiti oggi a lezione.»

Mary capì subito di che cosa si trattasse, ma cercò comunque di fare la finta tonta: «Io non capisco.»

«Credete davvero che io possa aver ucciso Tania?» dopo che Michael ebbe pronunciato queste parole, Mary divenne pallida come un fantasma «Io amavo Tania. Volevo chiederle di uscire ma continuavo a rimandare perché avevo troppa paura. Alla fine quel giorno non è mai arrivato. Se solo avessi preso coraggio, forse...»

Michael si interruppe. La sua voce si incrinò all'ultima parola e abbassò lo sguardo sul computer, cercando di trattenere le lacrime. Mary percepì una fitta allo stomaco e si sentì subito in colpa per quello che avevano detto Janet e Tony.

Scream - L'ultima chiamataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora