12 - La lista dei sospettati

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La porta dell'appartamento si aprì e Hallie e Joni fecero il loro ingresso in salotto. Joni era stata svariate volte lì, quando Tania era da sola e la chiamava per chiederle se poteva venire a farle compagnia.

L'assenza di Tania si sentiva, tutto era più silenzioso del solito. Era strano non vederla arrivare dalla sua stanza per abbracciarla.

«Vuoi una tazza di thè?» domandò Hallie, dirigendosi in cucina.

«No, grazie. Sono a posto così.» rispose Joni, cordiale come sempre.

La ragazza era rimasta da sola in salotto, quindi ne approffittò per sedersi sul divano e controllare i messaggi. Dopo l'aggressione, nessuno l'aveva chiamata per sapere come stava, tranne suo padre. Mary, invece, si era limitata a scriverle un breve messaggio, da parte di tutto il gruppo:

Da Mary: abbiamo saputo da poco quello che è successo. Verremo a trovarti il prima possibile in ospedale.

Alla fine non erano mai andati a trovarla.

Joni alzò lo sguardo non appena sentì dei passi e vide Meredith sbucare dal corridoio. Quest'ultima si bloccò e aggrottò le sopracciglia non appena la vide. La ragazza sorrise e la raggiunse, stringendola in un caloroso abbraccio.

«Che piacere vederti.» disse Meredith quando interruppero l'abbraccio «Per quanto tempo ti fermi qui?»

«Almeno finché i miei genitori non tornano a casa. Sempre se per te va bene, ovviamente.»

«Ma certo che va bene! Più ne siamo, meglio è.» Meredith proseguì rivolgendosi a Hallie, che stava uscendo dalla cucina «Carter verrà?»

«Non può, ha il turno di sera al ristorante.» rispose lei, raggiungendole «E Brandon? Lui ci sarà?»

«Preferisce stare con sua figlia, dice che è molto arrabbiata da quando lui e la madre hanno divorziato.» spiegò Meredith e la nipote annuì.

Calò silenzio in salotto. Hallie abbassò lo sguardo e fece un respiro profondo, preparandosi a pronunciare le tanto temute parole: «Joni, ho bisogno di parlarti.»

* * *

Sedute a tavola c'erano le due ragazze, baciate dai raggi del sole che entravano dalla finestra. Hallie aveva aspettato troppo tempo per avere questa conversazione con Joni e non poteva più girarci intorno. Doveva smettere di essere una spettatrice.

«Se è vero che l'assassino segue sempre delle stupide regole, allora dobbiamo capire quali esse sono.» affermò Hallie, scrocchiandosi le dita.

«Hai detto che l'assassino ti ha chiamata. Ci troviamo al gran finale della tua storia, ti ha detto questo. Giusto?»

«Sì, ma quindi cosa succede in questi casi?»

«Non sono io l'esperta, però ho visto abbastanza film da sapere come va a finire. In genere.»

«E cioè?»

«Nessuno resta vivo. Se siamo fortunati, non sopravvivrà neanche l'assassino. Nel capitolo finale, tutto si basa su come ribaltare le aspettative.»

«Quindi, seguendo questa logica, le regole vanno seguite al contrario. Se normalmente bisogna andare in luoghi pubblici per essere al sicuro...»

«... nel capitolo finale sei in pericolo anche in una folla di persone.»

Hallie si ricordò dell'aggressione alla tavola calda. Però non era una novità: quasi dodici anni prima, lei e Jack furono aggrediti al minimarket in cui lavoravano e dieci anni dopo Stella Young fu uccisa a scuola.

«Hai detto che Michael Foster potrebbe aver avuto un motivo per uccidere Tania. Chi altro conosci?» domandò Hallie.

«Poche persone. Mary, Tony... poi conoscevo Janet.»

«Chi è Tony?»

«Ha un podcast in cui parla degli omicidi di Woodsboro. Probabilmente sta registrando un episodio proprio adesso.»

«Puoi portarmi da lui?»

«Che cosa?!»

«Sei sua amica, no? Sicuramente sai dove abita.»

«Non voglio immischiarmi in questa situazione.»

«Quello che non capisci è che ci sei già dentro fino al collo, dal momento in cui hai ricevuto quella coltellata.»

«Era diverso.»

Hallie aprì bocca per ribattere con un tono più alto, più autoritario, ma si fermò in tempo. Non poteva arrabbiarsi con Joni, non era colpa sua se era inesperta. Anche lei un tempo era così.

«Lo so, ma ho bisogno che tu mi aiuti a scoprire chi c'è dietro. È sicuramente qualcuno che conosci. Pensa a Tania o a Janet. Chi altro deve ancora morire?» disse poi, con più calma e comprensione.

«Tu ci sei già passata, io no. Non so cosa devo fare, non so come mi devo muovere! So solo che vorrei andarmene da questa città il prima possibile.»

«E lo farai, te lo prometto. Però adesso ho bisogno che tu mi dica dove abita Tony, così domani andiamo a parlarci insieme.»

Joni ci pensò su. La sua espressione non faceva presumere niente di buono. Sembrava poco convinta, come se sapesse già che quel piano fosse inefficace. Tuttavia annuì e Hallie fece un sospiro di sollievo.

Quest'ultima si alzò dal tavolo per andare in bagno e lasciò Joni da sola in salotto. Mentre camminava lungo lo stretto corridoio, però, uno strano suono attirò la sua attenzione.

Era un pianto. Un pianto proveniente dalla stanza di Meredith, la stessa in cui la donna dormiva insieme a sua figlia. Hallie appoggiò l'orecchio alla porta per origliare e si rese conto che a piangere era proprio sua zia.

Quando aprì la porta, la vide seduta sul letto, rivolta di spalle alla porta. Si asciugò le lacrime e fece dei respiri profondi per calmarsi, ignara della presenza di Hallie. Quando quest'ultima si sedette accanto a lei, infatti, sobbalzò.

«Ehi. Che succede?» le chiese Hallie, accarezzandole il braccio.

«Mi manca Tania, penso sempre a lei.» fu la prevedibile risposta di Meredith, la quale tirò su col naso.

«Anche a me manca molto, però dobbiamo andare avanti altrimenti non ne usciamo più.»

«Mi manca anche suo padre. A volte mi chiedo se io stia con Brandon solo per colmare il vuoto che sento dentro di me. Forse sto sbagliando tutto.»

«Tu lo ami, Brandon?»

«Non lo so, prima ne ero sicura ma adesso...» Meredith si sforzò di trattenere le lacrime «... adesso non so neanche se riesco ancora ad amare qualcuno. Mi hanno tolto la cosa più preziosa che avevo e nessuno me la darà indietro.»

Finalmente la donna si lasciò andare e scoppiò a piangere tra le braccia di Hallie che la teneva stretta a sé. Le lacrime le stavano macchiando la t-shirt ma a lei non interessava. Mentre Meredith singhiozzava, lei le accarezzava la schiena.

«Shhh, va tutto bene. È tutto a posto. Getta tutto fuori.» la rassicurò, decisa a non lasciarla andare fin quando non si sarebbe calmata.

«Promettimi che almeno tu non mi abbandonerai. Promettimi che non te ne andrai come hanno fatto tutti gli altri.» Meredith la guardò negli occhi, lo sguardo di una madre distrutta.

Hallie sorrise e disse: «Certo che te lo prometto. Io ci sarò sempre per te, così come tu ci sei sempre stata per me.»

Scream - L'ultima chiamataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora