13 - Nuove conoscenze

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In una piccola libreria di Los Angeles, il silenzio regnava sovrano. C'erano poche persone, il sole che stava tramontando metteva un punto a quella faticosa giornata.

Hallie si trovava nella sezione Manuali, da sola. Camminava lungo lo stretto spazio delimitato dagli scaffali pieni di libri mentre dava una rapida occhiata ai vari titoli. Uno in particolare catturò la sua attenzione.

Hallie afferrò il libro dallo scaffale e restò a guardare la copertina. Le parole su di essa erano chiare: Manuale di sopravvivenza per principianti - come creare trappole e difenderti. Dopo aver sfogliato le pagine, decise di prenderlo.

Si ritrovò per caso nella sezione Horror. Non era interessata a quel genere di libri, quindi proseguì dritta davanti a sé, diretta alla cassa. Tuttavia, non poté ignorare la presenza di alcuni libri, tutti scritti da Gale Weathers.

Colpevole per errore, che raccontava l'estenuante processo di Cotton Weary per l'omicidio di Maureen Prescott; Gli omicidi di Woodsboro, basato sul primo massacro dell'omonima cittadina; infine c'era Ritorno a Woodsboro, basato sul secondo massacro.

Hallie restò a fissare quei libri come se fosse in uno stato di trance. Troppi brutti ricordi la stavano lentamente uccidendo. Dovette ricordare a se stessa che quello era il passato, che non poteva essere arrabbiata con Gale. Finalmente se ne andò da quella sezione.

Raggiunse la cassa e appoggiò il libro sul bancone. La cassiera, una signora sulla sessantina, afferrò i soldi dalla mano di Hallie e li porse nella cassa. Hallie prese il manuale di sopravvivenza, ora di sua proprietà.

Riuscì a percepire gli occhi di qualcuno che la fissavano insistentemente, quindi si voltò e notò Michael nella sezione Horror. Egli distolse rapidamente lo sguardo. Proprio in quel momento, Hallie si rese conto che tra le mani aveva i libri di Gale Weathers.

«Signorina, le serve altro?» la voce della cassiera la distrasse.

«No, grazie. Sono a posto così.» detto questo, Hallie uscì rapidamente dalla libreria.

Quando arrivò davanti all'edificio in cui abitava, il sole era già calato. Ogni volta che giungeva l'oscurità, il mondo non era sicuro come lo era durante il giorno. C'era il rischio di poter ricevere una telefonata, e magari anche una pugnalata.

Hallie si affrettò a salire i gradini che conducevano all'ingresso. Era pronta ad entrare e chiudersi a chiave nel suo appartamento quando una voce la chiamò.

«Ciao.» quando lei si voltò, riconobbe Michael e il suo cuore perse un battito «Ti ho vista prima, in libreria.»

«Sì, anche io ti ho visto.» rispose freddamente Hallie.

«Ti posso parlare?»

«Mi dispiace ma vado di fretta.»

La donna fu pronta a entrare nel condominio, ma le parole di Michael la costrinsero a fermarsi: «Voglio aiutarti a ucciderlo.»

Tornò a voltarsi lentamente verso di lui, incredula: «Ucciderlo?»

«È quello che si merita. Lo facciamo per Tania. Per Janet.»

«Io non ti conosco.»

«Ma io conoscevo tua cugina e le volevo un mondo di bene. Quindi, per favore, lascia che ti aiuti a prenderlo.»

«Mi dispiace, adesso devo andare.»

«Aspetta, ti prego!»

Hallie lo ignorò ed entrò nell'edificio, richiudendo la porta dietro di sé. Corse subito a prendere l'ascensore, lasciandosi alle spalle quel ragazzo inquietante. Lui sbuffò e camminò via.

Mentre si trovava nell'ascensore, Hallie cercò di trattenere le lacrime come meglio poteva. Non sapeva più di chi fidarsi, tutto era più buio attorno a lei. Questa volta, il mondo le stava crollando addosso.

Le porte dell'ascensore si aprirono e lei uscì in fretta e furia da quella stretta scatola. Raggiunse la porta del suo appartamento e la aprì, facendo il suo ingresso in salotto.

L'appartamento era buio e silenzioso, nessuna traccia di Joni e Meredith. Hallie accese la luce, illuminando la stanza, e si guardò intorno. Non c'era niente fuori posto.

«Sono tornata!» enunciò ad alta voce ma non ricevette alcuna risposta. Aggrottò le sopracciglia, confusa.

Chiuse la porta d'ingresso a chiave, appoggiò le chiavi su una mensola e appese la giacca all'attaccapanni. Estrasse il cellulare dalla tasca dei pantaloni e scrollò tra i nomi nella rubrica finché non trovò quello di Meredith. La chiamò.

Attese, diventando sempre più impaziente. Più i secondi passavano, più sentiva una strana sensazione. La sensazione che forse era successo qualcosa di brutto.

Il cellulare di Meredith iniziò a squillare. La suoneria, però, proveniva da dietro il divano. Hallie riattaccò subito, presa dal panico. Si voltò, pronta a scappare dall'appartamento, pensando subito al peggio.

«Buon compleanno!» dissero Joni e Meredith all'unisono, sbucando da dietro il divano. Hallie si fermò e un sorriso si fece subito spazio sul suo viso.

«Mi avete fatto prendere un colpo!» esclamò Hallie, portandosi una mano sul cuore che batteva all'impazzata. Poi si rivolse a Meredith «Credevo te ne fossi dimenticata.»

«Come potevo dimenticare il tuo compleanno?» ribatté lei.

«Non lo so, sono successe così tante cose in questi ultimi giorni.»

Joni le interruppe, appoggiando la torta sul tavolo: «Perché non vieni a sederti, così possiamo finalmente mangiare questa torta?»

Tutte e tre ridacchiarono e andarono a sedersi attorno al tavolo. Hallie si sentiva la star della serata e per la prima volta non le dispiaceva. Quella sera, non era una star perché era sopravvissuta a Ghostface.

«Esprimi un desiderio.» disse Joni e calò silenzio in salotto.

Hallie chiuse gli occhi e pensò al suo desiderio più grande. Pensò solo a quello per trenta secondi interi, sperando vivamente che si realizzasse. Non era una desiderio impossibile, solo difficile.

Aprì gli occhi e soffiò su tutte le candeline, trenta come gli anni che aveva compiuto. Meredith e Joni la inondarono di applausi e lei scoppiò a ridere. Per la prima volta dopo molto tempo, Hallie era genuinamente felice.

«Aspettate un momento.» disse poi «Dov'è Liam?»

«Sta dormendo, non avevo il coraggio di svegliarlo. Gli lasceremo un po' di torta, così potrà mangiarla domani quando torna da scuola.»

Hallie fece un sospiro di sollievo e sia Joni che Meredith iniziarono a mangiare. Lei stava per addentare la sua fetta quando lo squillo del cellulare la distrasse.

Estrasse il dispositivo dalla tasca dei pantaloni e controllò lo schermo. Joni notò subito il sorriso morire sul suo volto, il colorito roseo che diventava sempre più pallido.

«Va tutto bene?» le chiese, con un filo di voce.

«Sì, è soltanto Carter.» Hallie mentì per poi rifiutare la telefonata. Nessuno avrebbe rovinato quella serata.

Calò silenzio tombale nella stanza. Joni e Meredith ripresero a mangiare, ma Hallie restò impassibile. Aveva lo sguardo perso nel vuoto, le braccia incrociate sotto il seno. C'era qualcosa che non andava.

Poi si sentirono le urla di Liam.

Scream - L'ultima chiamataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora