Le urla di Liam risuonavano forti e chiare in tutto l'appartamento. Hallie si alzò di scatto dalla sedia, così velocemente da farla cadere, e corse in fretta e furia nel corridoio buio.
Si fermò davanti alla porta della camera di Liam, pronta ad entrare per andare in soccorso di suo figlio. Non gli avrebbe permesso di prendere anche lui, sarebbe stato troppo straziante per lei. Senza Liam, vivere non avrebbe avuto più senso.
Quello che non sapeva, però, era che l'assassino si trovava proprio davanti alla porta ad aspettarla. Era una trappola. La lama del pugnale ferì il braccio di Hallie da cui iniziò a colare sangue denso e viscoso. Prima che lei potesse reagire, l'assassino chiuse la porta a chiave.
Hallie urlò a squarciagola, colpendo ripetutamente la porta con calci e pugni. Le urla terrorizzate del suo bambino la facevano sentire impotente. Hallie non era riuscita a proteggerlo come avrebbe dovuto fare una buona madre. Era di nuovo tutta colpa sua.
«Che sta succedendo?» domandò Joni, raggiungendola in corridoio.
«È lì dentro con Liam!» rispose Hallie, in lacrime.
Non c'era bisogno di includere il soggetto nella frase dato che Joni aveva già capito tutto. Corse via, lasciando Hallie da sola, la quale cercava ancora di buttare giù la porta.
«Chiamo la polizia!» enunciò Meredith dal salotto per poi correre in cucina, seguita a manetta da Joni.
Hallie stava lentamente perdendo le speranze mentre si abbandonava a un pianto disperato. Sentiva il bisogno di urlare con tutto il fiato che aveva in gola, ma non ci riusciva.
«Ti prego, non fargli male! Ti scongiuro!» implorò, come se un mostro del genere riuscisse a provare qualche tipo di empatia.
«Hallie, spostati!» la voce di Joni suonava autoritaria ed Hallie obbedì senza pensarci due volte.
La ragazza stringeva un martello in entrambe le mani, preso dalla cassa degli attrezzi in uno degli scaffali in cucina. Un briciolo di speranza si ravvivò in Hallie quando Joni iniziò a dare colpi forti e pesanti sulla porta.
Si creò una larga apertura nel legno da cui la ragazza riuscì a infilare una mano per sbloccare la serratura dall'interno. Hallie si gettò sulla porta in un gesto istintivo, aprendola ed entrando in camera.
Si guardò intorno, cercando di capire da dove proveniva il pianto di suo figlio. Poi lo vide, rannicchiato dietro la tenda, usandola come uno scudo per proteggersi dall'uomo cattivo. Lo raggiunse subito.
«Liam, sono così felice che stai bene.» Hallie lo strinse in un caloroso abbraccio, mentre lui la sporcava delle sue lacrime «Per un attimo ho pensato di averti perso per sempre.»
«Mamma... era l'uomo nero?» fu la naturale domanda del bambino, il quale non osava staccarsi dalla madre.
«Un giorno capirai, adesso dobbiamo andare.»
Hallie si preparò per uscire da quella stanza con Liam in braccio a sé. Si fermò non appena sentì un forte rumore che la fece voltare di scatto: il martello era scivolato dalla mano di Joni, cadendo a terra. L'assassino la teneva con le spalle al muro, le mani strette attorno al collo.
Hallie mise giù Liam e corse da lui, saltandogli addosso e lasciando libera la ragazza. Joni cadde a terra, tossendo, mentre il bambino corse a tutta velocità fuori dalla cameretta.
Hallie cercava in tutti i modi di strangolare l'assassino, usando tutta la forza che le era rimasta. Lui, però, estrasse il pugnale dalla tasca della lunga tunica nera e infilzò la lama nella sua spalla.
La donna cadde sul piccolo letto, urlando di dolore e tingendo di rosso le lenzuola colorate. L'assassino le saltò addosso, tenendola ferma. Questa volta non se la sarebbe fatta scappare, non di nuovo.
«Joni, scappa! Metti in salvo Liam!» ordinò Hallie e lei obbedì, rialzandosi e correndo fuori dalla stanza.
Hallie rimase da sola con il peggiore dei suoi incubi. Sul comodino era presente una scultura di ceramica a forma di dinosauro e lei la afferrò, colpendo l'assassino alla testa. Il fantasma cadde a terra, lasciandola libera.
Hallie si alzò in fretta e furia dal letto e raggiunse le altre due in salotto. Liam si trovava in braccio a Joni e non riusciva a smettere di piangere. Meredith si trovava davanti alla porta d'ingresso.
Entrambe fecero un sospiro di sollievo nel vedere che Hallie era sana e salva. Joni si affrettò a sbloccare la serratura della porta e la aprì, uscendo dall'appartamento con il bambino tra le braccia.
Meredith la seguì ma si fermò non appena si rese conto che Hallie si trovava ancora in salotto. La spronò ad uscire ma lei non mosse un muscolo.
«Hallie.» riuscì a dire, quasi in un sussurro.
«Devi andare, Meredith. Io ho qualcosa da risolvere.» affermò lei, con un groppo in gola.
«Ti prego, non farlo.»
«Ti voglio bene.»
Meredith cercò di tornare dentro l'appartamento ma Hallie chiuse la porta a chiave. Adesso che le persone a cui teneva di più si trovavano al sicuro, poteva finalmente mettere un punto a quella storia.
Meredith continuava ad implorarla di uscire. Disse che la polizia stava arrivando, ma Hallie sapeva che i poliziotti non sarebbero riusciti a catturarlo. Si trovava in un film che aveva già visto. Un film che aveva già vissuto.
Hallie ignorò le sue parole e si diresse in corridoio a testa alta, pronta per il gran finale. Camminava con cautela, guardando in tutte le direzioni. L'assassino si trovava ancora nella stanza di Liam, disteso sul pavimento. Non poteva farsi sfuggire questa occasione.
Entrò in camera sua e raggiunse in fretta e furia il letto. Frugò sotto il cuscino da cui afferrò una piccola chiave. La infilò nella serratura del primo cassetto del comodino e lo aprì. Lì c'era quello di cui aveva bisogno.
Hallie afferrò cautamente la pistola, togliendo la sicura e avvicinando l'indice al grilletto. Si assicurò anche che fosse carica, poi uscì dalla stanza.
La resa dei conti si stava avvicinando. C'era solo un problema: l'assassino era sparito.
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Scream - L'ultima chiamata
FanfictionTERZO VOLUME DELLA TRILOGIA "SCREAM H25" Aspettati l'inaspettato. CONTIENE SPOILER DEI PRIMI DUE VOLUMI Sono trascorsi due anni dalla serie di omicidi perpetrati da Jim Kennedy e Yara Hamund. Tania frequenta il Williamson College mentre Hallie ha de...