Dopo la sconfitta di Adamo, l'Hazbin Hotel torna come nuovo. I residenti torna alle loro abitudini: droga, sesso e canzoni... ah no, qualcosa impedisce a tutti di cantare e la situazione potrebbe essere più grave di quanto sembri. Alastor è indebol...
~Vaggie~ Era passato circa un mese dalla sconfitta di Adam e la nostra vita stava riprendendo il suo corso. Grazie all'aiuto di Lucifer, il mio... ehm... suocero, la ricostruzione dell'hotel era stata rapida ed ora eravamo pronti a riprendere l'attività.
Il nuovo hotel era più grosso ed elegante di quello precedente, degno della principessa dell'inferno. Percorsi l'ingresso, un lungo corridoio rosso, mostrava il quadro del nostro amico caduto in battaglia, il valoroso Sir Pentious.
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Vidi Cherri Bomb che stava spiando il quadro con la coda degli occhi mentre sistemava il cappellino di uno degli Ovetti. Dalla morte di Sir Pentious lei passava molto tempo nel nostro hotel per venirli a trovare ed occuparsi di loro quasi come una madre, era molto dolce da parte sua. Niffty stava pulendo il vomito di Angeldust dal pavimento e schiacciando qualche scarafaggio, la salutai scompigliandole i capelli cercando di tenermi però a distanza di sicurezza, lei mi sorrise offrendomi un topo morto che rifiutai.
-'giorno Vaggie- mi disse il barman. -Ehilà Husk. -Pronta per un'altra giornata d'inferno? -Dai, non è così male. -Effettivamente non lo è più.
Raggiunsi la porta della camera di Charlie stringendo un sacchetto nella mano destra. Aprii la porta della sua, anzi nostra, stanza. Lei dormiva come una bimba con i capelli arruffati ed il sorriso sul volto, un raggio di luce le illuminava il viso dolcemente. Ammetto che mi fermai qualche secondo ad ammirarla prima di farmi avanti. Era così bella e buona, la prima persona che mi era stata accanto dopo essere stata bandita dal paradiso. Ogni giorno con lei era magico, si alzava sorrideva e si metteva a cantare con la sua voce melodiosa accompagnando la mia giornata. Non c'era mai stata una persona per cui avevo provato un sentimento così profondo, la sua dolce voce era la prima cosa che volevo sentire la mattina e l'ultima che volevo sentire la sera. -Amore, è mattina- le accarezzai i capelli e sollevai il sacchetto -Ti ho comprato i biscotti. -Buongiorno- sussurrò ancora mezza addormentata, poi aprì gli occhi -Ciao amore. Mi sorrise, abbracciò e diede un dolce bacio. -Hai comprati i biscottini? Sei la migliore! -Sì, è un peccato che il cibo qui all'inferno sia così insipido, mi piacerebbe farti provare quello del paradiso, ma per ora questo è il meglio che ho trovato. Dobbiamo festeggiare, oggi è il grande giorno. -L'HAZBIN HOTEL RIAPRE FINALMENTE. Non vedevo l'ora, sono pronta ad aiutare tanti demoni, adesso persino papà crede in me, posso farcela. Se riuscirò a mandare qualcuno in paradiso dovranno ascoltarci per forza! -Ce la farai- le sorrisi. -Niente può fermarmi. Charlie si alzò in piedi, ancora in pigiama e con i capelli spettinati ed aprì le tende illuminando la stanza. -Ecco il momento della canzone mattutina- sorrisi. Aspettai qualche secondo. -Vai Charlie... Charlie? Come mai non canti?
Mi avvicinai a lei per guardarle il volto, aveva la bocca aperta ma non usciva alcun suono da esso. La sua espressione sorridente si trasformò in una smorfia ed infine in paura. -Non... riesco. -In che senso? Non ti viene in mente nulla da canticchiare? Di solito sei così brava... -No, nel momento in cui provo a cantare mi va via la voce. Guarda...- la voce di Charlie si fermò. -Come è possibile? Scusa prova a...- provai una sensazione di vuoto in bocca, nessun suono -Co...cosa significa? Non ci riesco neanche io.
Venne indetta una riunione d'emergenza. -Cosa succede?- chiese Angeldust -Sono in hangover e la sveglia questa mattina non è suonata, cosa c'è di così importante? -Prova a cantare- risposi. -Perché? Cosa ci vuole a...- non concluse la frase. -Siete seri?- la voce roca di Husk si aggiunse per poi trasformarsi in un miagolio sgraziato. -Neanche te, gattone? -Effettivamente no... -Vabbè anche se fosse non capisco perché sia così importante questa cazzata- intervenne Cherri Bomb. -Lo è...- disse Charlie -Vuoi spiegarlo tu, Alastor? Alastor era in silenzio. -Alastor? Come il demone della radio aprì bocca tutti sussultammo. -Chi cazzo sei tu? Dov'è il vero Alastor?- gli puntai la lancia in volto. -Calma Vagatha, sono sempre io- la sua voce era così... normale, non era più radiofonica come al solito -Ciò che blocca la musica modifica anche la mia voce e... i nostri poteri. -Aspetta, che stracazzo state dicendo?- aggiunse Angeldust -Cosa c'entrano i vostri poteri con la musica?
-Fin da quando sono piccola- disse Charlie -Mi è stato insegnato che la voce è alla base della magia demoniaca. Così come i viventi usano le preghiere ed i canti religiosi per comunicare con Dio, noi usiamo la musica, ovvero la quinta essenza della parola, per invocare i poteri demoniaci. Ciò non significa che dobbiamo cantare ogni volta che li usiamo, ma le onde sonore ci permettono più facilmente di arrivare al cuore della gente e potenzianodi gran lunga gli incantesimi, ecco perche cantiamo spesso ed ogni parola di Alastor è così musicale. Ci sono delle eccezioni, ovvero demoni che usano anche altri amplificatori per i propri poteri, ma nella maggior parte dei casi la musica fa gran parte del lavoro. -Dobbiamo annullare l'inaugurazione dell'hotel- disse Alastor serio -Indipendentemente dalla causa o gravità del problema abbiano bisogno di tempo ed informazioni. Se il problema fosse solo nostro saremmo esposti a rivolte di altri demoni, se riguardasse tutto l'inferno dovremmo temere gli angeli esecutori del paradiso. -Gli altri non possono sapere che la principessa dell'inferno ed il Demone della Radio sono senza poteri, non avrebbero più deterrenti alla guerra- conclusi. -Non che facciano la fila per entrare in questo posto- commentò Angeldust -Probabilmente nessuno si presenterà, a maggior ragione se non mettiamo gli striscioni e non spargiamo la voce.
-Ehm... In quel momento ci girammo tutti verso la nuova voce, un giovane demone era sull'uscio della porta. Il suo aspetto era strano, indossava un paio di occhiali e vestiti un po' troppo puliti per gli standard degli inferno, aveva corti capelli neri e ricci che lo facevano quasi passare per un umano se non per la carnagione grigiastra e le sue piccole corna che lo tradiviano. Aveva una piccola cicatrice sul volto ed impugnava una penna d'oca.
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