3.Stalker

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Ho la schiena appoggiata al tronco dell'albero, mentre lascio che il sole mi accarezzi il viso.

« Adesso mi spieghi il motivo per quale siamo corse via ieri sera? » mi chiede Flora, sedendosi accanto a me.

« Non mi sentivo bene » dico la prima cosa che mi passa per la mente, troppo annoiata nel doverle spiegare che il tizio in maschera con cui mi ha lasciata era lo stronzo di Xander.

« Prendi per il culo qualcun'altra, Astrid » sputa e Violet mormora qualcosa.

« Non litighiamo ora, vi prego, è troppo presto »

« Dimmelo » continua Flora, eppure io non apro bocca.

Non ho intenzione di parlare di lui, di pensarlo e di immaginare come le sue mani si erano soffermate sul mio copro.

Il rumore del ringhio di una moto mi fa aprire gli occhi, entra dentro il cancello e si ferma proprio davanti a me, a qualche centimetro di distanza.

Subito dopo entra una BMW sportiva nera.
Il ragazzo scende dalla moto e toglie il casco, sistemandosi i capelli biondi. Xander, maledettissimo Xander.

Le ragazze si fermano a poca distanza da lui e nonostante non sia consentito parcheggiare i veicoli all'interno, nessuno gli dice niente.

Mi alzo e prendo la mia borsa, prima di andarmene. Non ho intenzione di guardarlo un secondo di più.

« Astrid! Dove vai?! »

Gli passo accanto, percependo i suoi occhi studiare ogni centimetro del mio corpo.

La mia coda oscilla ad ogni mio passo e sembra che il tessuto della camicia sia diventato più stretto del previsto.

Il telefono vibra e quando lo prendo dalla borsa, trovo un messaggio dallo stalker.

S: C'è chi dice che il diavolo veste male quando è nervoso e chi mente

Alzo gli occhi al cielo e continuo a camminare.

Io:Non sono nervosa. E poi, si può sapere dove sei e chi diavolo sei? "

Le porte sono aperte, ma il corridoio è vuoto. Entro lo stesso e passo accanto agli armadietti tutti blu, le pareti bianche sono piene di cartelloni che hanno realizzato alcuni ragazzi del settore " Artistico ". Io sono nel settore "Linguistico " .

Sono inutili questi settori se alla fine non fai nulla lo stesso, perché sai che ci sono i tuoi genitori a pagare la scuola e che non potranno mai bocciarti. Si può dire che due su cento studiano veramente.

Entro nella classe, l'ultima al piano terra. E' vuota e dunque decido di prendere posto accanto all'enorme vetrata che affaccia lungo il giardino, al lato del parcheggio.

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