25.America Wedding

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« Io non ho più parole per i tuoi comportamenti! » , la voce infuriata di mia madre mi fa venire il mal di testa e le nocche delle mie mani bruciano, aumentando il mio dolore

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« Io non ho più parole per i tuoi comportamenti! » , la voce infuriata di mia madre mi fa venire il mal di testa e le nocche delle mie mani bruciano, aumentando il mio dolore.

Nonostante io abbia una soglia di dolore molto alta, non riesco a sopportare questo. Wiley, il padre e mia madre sono di fronte a me. Mi guardano come se fossi una dannata bambina e non capisco per quale diavolo di motivo ci debbano essere anche loro.

« Le hai rotto il naso Erika e chissà dio cos'altro! » , continua, camminando per tutta la cucina, mentre mi guardo le unghie lunghe e smaltate di bianco latte.

« Se il preside non conoscesse Martin lo sai dove ti troveresti? » , si avvicina per posizionarsi di fronte a me, gli occhi marroni sono rigati da del rosso, deve aver passato la notte in bianco da mio fratello « Sicuramente non qui, a fare la figlia ricca del cazzo, come se non fosse successo niente! »

Stavo contando fino a dieci, ma adesso mi sono fermata al sei. Mi alzo, scontrandomi con mia madre. La guardo con odio, assottigliando gli occhi come per chiederle se è seria.

« Mi stai prendendo in giro? Io non rinnego le mie origini, sono nata povera e a differenza tua, un fidanzato ricco non riuscirà a farmelo dimenticare. », mi allontano per passarle accanto, ma non salgo le scale, mi fermo per dirle un ultima cosa.

« Se le ho spaccato il naso è perché se l'è meritato. » e poi, posso finalmente rintanarmi in camera mia.

Non è giusto. Non è giusto che lei mi rinfacci una società della quale non ho scelto nemmeno io di vivere. Non preferivo lo stato in cui mi trovavo prima, non amavo il lavoro di prima e forse potrei anche ringraziarla. Cazzo, però no.

Non ho deciso di frequentare delle mamme esaurite con i loro figli, che vivono solo per leccare i piedi al marito e passeggiano con i loro carrozzini e sparlano fino a farti venire il mal di testa. Se lei si è fatta attirare in questo cerchio esaurito, io non posso farci niente.

Sto per sbattere la porta di camera mia malamente, ma non si crea quel rumore che speravo e il motivo c'è. Una mano ha attutito il tonfo.

Guardo la figura di Wiley risplendere come un dannato angelo. I capelli rasati sembrano più biondi del solito, gli occhi verdi sono così intensi da far venire la pelle d'oca e le labbra carnose sono rosse per tutto il tempo in cui le ha torturate. La camicia stringe il suo busto allenato come un velo, lo modella e non lascia trasparire alcun dettaglio.

« Perché lo fai? Credi di essere dura? Forte? Oppure qualsiasi altra cazzata di voi ragazze? », una risata poco ironica esce fuori dalle sue labbra e io devo mordermi il labbro inferiore per non urlargli contro i peggio insulti.

« Baciami il culo Wiley, dovresti solo ringraziarmi per non averti fatto fare il culo da tuo padre.» , cerco di non alzare la voce, perciò lo guardo come se la conversazione non mi interessi affatto.

Quando mio fratello si era sparato da solo, avevo convinto Anna a parlare con suo padre e a spiegargli la situazione. Mia madre aveva compreso che era stato mio fratello, ma che probabilmente non aveva idea che fosse carica.

E come si spiega il fatto che teneva una pistola nella tasca anteriore dei pantaloni?

Non si sa, per mia madre la pistola l'ha portata la fatina dei denti dopo che è invecchiata e si è data all'alcol, confondendo una pistola da della liquirizia. Quella donna mi stupisce ogni giorno di più.

« E con questo cosa vorresti insinuare? » , allaccia le braccia al petto e si avvicina con aria interrogativa.

Mi ritrovo a dover alzare gli occhi al cielo, stufa di dover far capire tutto alle persone e portarglielo alla bocca con il cucchiaio. Sono sicura di una cosa però, Wiley capisce, ha solo una dannata voglia di farmi girare i coglioni.

« Avresti potuto pararmi anche tu il culo, Fratellino. » , allungo le labbra in un sorriso malizioso, usando il nomignolo che fa girare a lui i coglioni.

Wiley si irrigidisce e con il piede sbatte la porta in modo tale che si possa chiudere. Il modo in cui mi guarda, come la prima volta che l'ho conosciuto, mi fa venire mille brividi.
La competizione e la voglia di farmela pagare brillano nei suoi occhi. Non posso fare altro che sorridere e allontanarmi ad ogni suo passo verso di me.

« Io non ti paro il culo, dal momento in cui ti diverti a farmi girare i coglioni con i tuoi giochetti da ragazzina che sta testando le prime risse. » , si ferma quando sbatto contro il muro accanto all'armadio che riesce a coprirmi dalla luce della finestra.

« Non hai nemmeno idea da quanto tempo la faccio pagare alla gente come lei. » ,devo trattenermi per non dargli un pugno sui suoi denti, che scopre per sorridermi meschino.

« E chi? », si avvicina fino a imprigionarmi, facendo sì che le sue parole possano impregnarsi per bene nella mia testa « Chi Erika? Perché da quello che vedo non la fai pagare a quel pezzo di merda vivente di Lucas. »

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