24.Il bigliettino ( Parte 2)

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Ho sparato

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Ho sparato.
E' stato un impulso...ho sparato.

Non è stata la beata sensazione di premere il grilletto, è stato l'impulso di uccidere chiunque la stesse toccando. La sensazione che ho provato nel vederla è stata devastante, inibitoria e quasi maniacale.

So che Rhett non digerirà il mio gesto, il suo piano era quello di spegnere le luci e assalirli, non di ferire qualcuno.

Il mio piano, sin dall'inizio, era un'altro.
Se qualcuno la tocca, io gli sparo.

Rhett accende la luce e io ho ancora la pistola puntata contro il figlio di puttana che la copriva. Ha la stessa maschera di Rhett e si tocca la spalla come per tastare di avercela ancora, dal guanto nero si riesce a vedere il liquido scuro scorrere lungo il pavimento e accarezzarlo con delle piccole gocce.

« Porca puttana » digrigna, ma non perdo tempo e non gli presto nemmeno attenzione.

Mi scontro con l'altro figlio di puttana con la maschera rossa. Il coglione crede che dopo avercele create può averle, ma non ha capito proprio un cazzo. Gli punto la pistola contro e reprimo la voglia di sparargli dritto in fronte.

« Fermati » una voce destreggia dietro le spalle, mi è familiare.

Quando mi volto, lo vedo. Isaac si allontana con la mia fottuta maschera che gli accarezza il collo, mentre stringe Astrid contro di sé.

Inspiro, reprimendo qualsiasi impulso omicida che ho avuto appena sono entrato. Continuo a puntare la pistola contro il coglione, ma non smetto di guardare negli occhio Isaac.

Se solo guardassi Astrid, mi verrebbe voglia di sparargli e cazzo, non riuscirei a controllarmi.

« Hai vent'anni Xander, non diciotto » allunga le labbra in un sorriso, consapevole di star sfiorando tanti fili sottili, così deboli che possono persino rompersi, se già non l'hanno fatto « Due anni rinchiuso nella gabbia d'orata di tua zia, con i tuoi amici e il tuo strizza cervelli »

Sta tranquillo.

Respira.

Non andare d'impulso.

Non immaginare la sua faccia sconvolta, mentre il proiettile gli trapassa il cervello.

Stringe con un braccio lo stomaco di Astrid, facendola scontrare con il suo addome.  Preleva la pistola dalla tasca posteriore dei suoi jeans e la avvicina al collo di Astrid , facendola scendere lungo la camicetta corta e bianca.

« Lasciala andare Isaac, non ci metto nemmeno un secondo ad ammazzarlo » stringo i denti e faccio scontrare il grilletto contro la plastica della maschera « E poi, abbi un po' di originalità. Sono nostre queste fottute maschere »

Gli occhi sottili di Isaac si chiudono in due fessure, mentre una risata esce dalle sue labbra e fa sobbalzare Astrid.

Non la guardare.

Stringo i denti con forza, mentre dei brividi di adrenalina accarezzano le mie braccia.

« Le ho create io »

« Le ho pagate io »

« Con quali soldi? Quelli della zia? » Inclina la testa in segno di sfida e quando ho l'impressione di star per raggiungere il limite, Rhett mi richiama, riportarmi alla realtà.

« Xander »

« Lasciala andare Isaac e io lascerò andare il tuo amico » ripeto con premura.

« Lo sapeva? Sapeva dei tuoi problemi? Di quanto sei psicopatico? Sei un piromane del cazzo»

Un sorriso accarezza le mie labbra, non ho idea di come stia facendo a sorridere, forse è la rabbia, forse è l'odio per me stesso, forse è solo l'aggressività che sento e che non posso nascondere andandomene via. Non riuscirei ad andarmene via con lei in queste condizioni, e questa è la consapevolezza peggiore.

« Credi di essere meglio di me? Cosa cazzo fai nella vita? Spacci, uccidi e fai tutto quello che ti dice il paparino. Tutti noi abbiamo il nostro diavolo custode e tu hai il tuo » le mie parole sono sottili quanto la lama di un coltello, la mia lingua accarezza il mio palato calda, ho quasi l'impressione che mi stia venendo la febbre, ma in realtà è il fuoco che sento dentro di me che inizia a diventare sempre più ingestibile.

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