26.Il bacio ( Parte 1 )

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                                                « Mamma! », continuo ad urlare, ma mia zia acciuffa la mia camicia e riesce ad alzarmi da terra, non permettendomi più di toccare il pavimento

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« Mamma! », continuo ad urlare, ma mia zia acciuffa la mia camicia e riesce ad alzarmi da terra, non permettendomi più di toccare il pavimento.

« Mamma! Voglio fare il bagno con mamma! », cerco imperterrito di vincolarmi dalla sua presa, eppure è così salda da riuscire ad alzarmi la camicia a quadri fino alla gola.

« Smettila di fare così, bambino mio. », la sua voce è così calma e dolce che potrebbe persino farmi pensare di star esagerando.

Ho voglia di piangere, sento la mancanza della mia mamma e non voglio stare con lei. Quando sto con la zia Clotilde faccio cose che non vorrei fare... forse nemmeno dovrei farle.

« Perché? » , la mia voce si sgretola e la sento ridere.

« Perché la mamma non sta bene, bambino mio.», mi lascia toccare delicatamente il pavimento con i calzini e inizia a sbottonarmi la camicia.

Tento di allontanarle le mani, ma lei continua a toccarmi come se nemmeno mi stesse sentendo.

Le lacrime scorrono sulle mie guance, nego con la testa e cerco invano di mettere delle distanze.

Perché zia fa così?  

« L'ho vista! Stava bene! »

« Ha tanti pensieri, pensieri cattivi.», il sorriso sulle sue labbra illude di essere sincero, ma sono sicuro che tra qualche minuto inizierà a toccarmi di nuovo.

Le sue unghie mi graffiano la pelle sulle braccia e riesco a sentirle sfiorare persino il mio collo. Mi toglie la camicia e resto fermo, voglio solo capire cosa c'è che non va nella mia mamma.

« Che pensieri? E' stanca? », cerco di non piangere, altrimenti le lacrime riusciranno a coprire il suo viso e la sua espressione, da lì posso riuscire a capire quanto sia grave.

« Pensieri che la portano a morire, perciò lasciamola stare e dedichiamoci a noi, bambino mio.»


                                         🫀

« Rhett!», la voce di Violet mi inebria i timpani fino a spaventarmi.

Apro gli occhi e mi alzo, cercando di trovarla.
La paura regna sovrana e delle gocce di sudore scorrono lungo la mia fronte.

« Sono qui. », la sua voce sottile mi circonda e delle mani accarezzano la mia schiena lentamente.

Mi rendo conto, dopo alcuni minuti , di trovarmi in camera sua. La luce del mattino perfora la finestra e si allega in tutta la stanza.

Mi volto verso di lei e i suoi occhi grigi mi guadano preoccupati. Dio, ho avuto l'ennesimo incubo, ma stavolta è diverso, c'è lei.

Il solo pensiero di averla spaventata mi fa sentire una merda. Ho bisogno di una doccia, sento le sue mani ancora accarezzarmi e la sua voce saetta i miei pensieri.

Per quanto io voglia riuscirci, non riesco a sorriderle e rassicurarla. Vorrei solo vederla sorridere, ogni fottuto e dannato giorno, ma adesso sono io il creatore della sua preoccupazione.

E' la prima volta che provo tutte queste emozioni, che mi interessa di qualcuno al di fuori dei miei amici e per quanto mi spaventi, non posso farne a meno.

Non posso non provare gelosia per quel coglione di Christian , è così bella che nemmeno se ne rende conto e vorrei solo abbattere ogni dolore che prova verso se stessa.

Voglio accarezzarla delicatamente, senza mai romperla, perché ogni sua ansia oppure paura sfoci verso di me.

Vorrei darle il mondo ma mai me, in questo stato. Mi alzo dal letto e cerco di non guardarla, prima di uscire da camera sua.

« Vado a farmi una doccia.», la informo, cercando di apparire meno distaccato possibile, anche se adesso sono tornato in quella dannata casa, con lei che mi stringe a sé come se ne avesse il diritto.

Vorrei solo farla uscire, ma come può uscire se la custodisco saldamente dentro di me?

« Rhett! », mi richiama, ma cazzo, non tornerò dentro quella stanza.

Non riuscirei nemmeno a guardarla negli occhi e non farla sentire sbagliata, quando l'unico sbagliato e sporco sono io.

« Cosa? », le chiedo, cercando di non apparire nervoso e ancora fermo in corridoio.

« Alle nove i tuoi ci hanno invitato a casa tua.», mi informa e la ringrazio mentalmente per non avermi raggiunto.

Alle nove.

Devo mettere piede in quella dannata casa quando in questa, da solo con Violet, mi stavo quasi sentendo bene, fino a quando la mia mente non ha deciso di fottermi.

« Okay.»

Spero solo di non pentirmene.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 6 days ago ⏰

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