Capitolo 3

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Tristan

La nostra ospite è andata a dormire da un bel po' e io sono qui seduto sul divano che rimurgino sulla sua situazione. Conosco molto bene Alberto siamo stati al college assieme e so di cosa può essere capace.
La nostra amicizia era molto solida a quei tempi ed entrambi abbiamo commesso degli errori con i quali ancora oggi ci convivo.

Flashback

Chiuso nella mia camera da letto a studiare per l'esame di fine semestre irrompe nella nostra stanza come un tornado Alberto, che mi fissa con il volto scuro.

"Devi farmi un favore Tristan si tratta di una cosa molto seria" esordisce, lo guardo esterrefatto e subito gli chiedo cosa dovrei fare esattamente.

"Cosa vuoi da me? hai fatto nuovi casini non è vero?"

Lo accuso sapendo già che è così, annuisce serrando la mascella.

"Devo ricordarti cosa ho fatto per non farti cacciare dal college?" mi minaccia con fare prepotente. Sospiro deluso ricordando tutto ciò.

"So bene quello che hai fatto per me Alberto, e ancora meglio che cosa ho combinato IO" gli rammento vergognandomene ancora.

"Ecco appunto allora ascoltami bene, io questa sera non mi sono mosso di qui, abbiamo passato la serata assieme" aggrotto la fronte non capendo questa sua strana richiesta.

"Perché dovrei mentire? E soprattutto a chi dovrei mentire" chiedo scrutandolo mentre irrequieto cammina su e giù per la nostra camera, non l'ho mai visto così sconvolto.

"Ho bisogno che tu menta e che lo faccia a tutti quanti mi sono spiegato bene?" Mi intima scrutandomi.

"In che casini ti sei messo questa volta?"

"Non sono affari tuoi, e poi non sono casini ma divergenze di opinioni" risponde arrogantemente.

"Alberto siamo amici e possiamo risolvere la cosa se mi dici quello che ti è successo" provo a rabbonirlo senza però ottenere nulla.

"Non fare l'avvocato con me Tristan, e pensa solo a dire quello che ti ho ordinato ci siamo capiti?" Mi minaccia e come sempre finisco con
l' accettare di aiutarlo, dopotutto gli devo molto.

Fine flashback

Dopo la laurea ci siamo persi di vista ma ho seguito la sua carriera a distanza e devo dire che è rimasto lo stesso bastardo di allora, io invece grazie a mio fratello sono diventato un nuovo uomo, con sani principi e la testa sulla spalle.

Mi alzo dal divano e vado a versarmi una Sambuca, guardo la città addormentata mentre sorseggio il mio liquore preferito, mi chiedo perché mai il destino abbia voluto farmi incrociare di nuovo la mia strada con quella di Jenkins.

"Tristan sei pensieroso" la voce di mio fratello mi fa voltare e sincero ammetto di esserlo.

"Cosa ti preoccupa?"

"Il fatto che Sienna sia di là nella mia stanza degli ospiti, ecco cosa mi preoccupa" aggrotta la fronte raggiungendomi vicino la finestra.

"Non è la prima volta che aiutiamo una donna in difficoltà."

"Questo è vero ma ti ricordo che nessuna era famosa, e che la cosa è più difficile da gestire tanto più che si tratta della moglie di Alberto Jenkins" gli rammento, annuisce versandosi anche lui un bicchierino di liquore.

"Non sei più quel ragazzo del college" mi ricorda lui.

"Lo so, ma convivo con quel ragazzo ogni giorno nella mia testa per non fare più certi errori" ammetto sincero.

"E non ne hai più fatti Tristan, sei un uomo per bene stimato e rispettato dai nostri concittadini" mi fa presente e io annuisco sapendolo bene.

"Ti ringrazio Samuel, non lo faccio mai abbastanza e mi sembra il momento giusto per dirti grazie, grazie per essere il mio socio e la mia spalla" gli confesso a cuore aperto.

Mi dà una pacca su una spalla e mi sorride.

"Ti voglio bene fratello" annuisce bevendo un altro sorso di liquore.

"Cosa vorresti fare con Sienna?" mi chiede, sospiro mettendomi una mano in tasca rivolgendo nuovamente lo sguardo verso la città.

"Non lo so di preciso Sam, ma dobbiamo essere estremamente cauti, e domattina parlare nuovamente con lei" gli dico finendo di bere la mia Sambuca.

"Sono d'accordo con te Tristan" mi dice dando uno sguardo al suo Rolex per poi congedarsi augurandomi la buonanotte, ricambio il saluto e mentre Samuel lascia il mio appartamento, stanco anch'io mi dirigo in camera mia.

Mi spoglio indossando solo i pantaloni del pigiama di seta, mi distendo sul letto e la mia mente torna prepotentemente a quei tempi così lontani eppure così vicini nei meandri della mia mente.

È piena notte quando mi sveglio perché sento dei rumori provenire dalla cucina, mi alzo dal letto e vado vedere se Sienna ha bisogno di qualcosa.

Mi paleso in cucina dove lei sta aprendo gli stipetti del mobile.

"Cerchi qualcosa?"

La mia voce la fa sobbalzare tanto che le cade di mano il bicchiere di latte rompendosi in mille pezzi.

"Scusa mi hai spaventata" è in evidente imbarazzo anche se non stacca i suoi occhi dalla mia figura, e solo ora mi rendo conto di essere a petto nudo.

"Stai lì ferma o rischierai di tagliarti e poi chi lo sente Sam" mi scruta con interesse, osserva ogni mio movimento senza fiatare.

Raccolgo tutti i pezzi di vetro e poi pulisco il latte dal pavimento.

"Non volevo causarti tutto questo disturbo è solo che avevo fame e cercavo dei cereali" si scusa, le do uno sguardo fugace e devo ammettere che con la mia maglietta addosso è davvero molto sexy, Dio... che cazzo penso?

Mi ammonisco da solo per poi però sbirciala nuovamente di sottecchi, è davvero uno sballo e chissà cosa c'è sotto quella maglietta mi immagino, per poi scacciare qualsiasi tentazione.

La rassicuro che non è accaduto nulla di grave.

"Non ho cereali, gli ho finiti ieri e non ho avuto tempo di ricomprarli. Se vuoi ti posso offrire qualcos'altro" le propongo sebbene siano le tre e venti del mattino.

"Uno yogurt?" azzarda.

Alzo un sopracciglio e dispiaciuto le dico che non mangio yogurt, ma se le sta bene le offro un gelato.

"Vada per il gelato" mi sorride appena mettendosi seduta sulla penisola.

Apro il freezer e le prendo un cornetto al caffè, ci sfioriamo le mani nel passaggio del gelato e per un istante i nostri occhi si agganciano intensamente, distolgo lo sguardo e le do la buonanotte ritirandomi nella mia stanza.

Una volta al sicuro da qualsiasi tentazione mi butto sul letto e incrocio le mani dietro la testa, cos'era quello sguardo intenso che ci siamo scambiati?

Non me lo spiego, lei è una dea dalla bellezza disarmante ma è anche sposata con quel figlio di buona donna, e potrebbe sempre cambiare idea e tornare da lui, dopotutto è già accaduto in passato con molte vittime di violenze domestiche che all'ultimo cambiavano idea e tornavano dai propri mariti.

Ma poi se anche non accadesse cosa ti fa credere che abbia un qualunque interesse verso di te, mi rammenta la mia coscienza, già è vero ma è anche vero che forse quello sguardo tra di noi potrebbe essere attrazione?

Di sicuro da parte mia lo è.

Continuo a ragionare tra me e me, e piano piano vengo avvolto dalle braccia di Morfeo e cado in sonno profondo.


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Angolo autrici

E qui conosciamo un tassello importante del passato di Tristan e Alberto

Il vento della rinascita   (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora