Lien
Dopo aver passato un'intera ora a parlare con Drake, ero rimasta sola in quella fredda cella che trasmetteva solo ansia e tristezza. Non mi era giunta alcuna notizia dai Superiori, non sapevo cosa stesse succedendo ai piani alti, né quale fosse la mia sorte.
Credevo nel mio amico e nelle sue parole, ma non ero affetto tranquilla. Lui, come me, non aveva voce in capitolo su nulla né la forza di poterli abbattere tutti nel caso in cui avessero deciso di uccidermi.
L'attesa mi rendeva irrequieta e la sensazione che di lì a poco sarebbe successo qualcosa, non mi abbandonò nemmeno per un minuto.
Avevo anche fame, erano quasi ventiquattro ore che non toccavo cibo, considerando la veloce colazione che avevo fatto il giorno prima, e lo stomaco quasi mi bruciava dal dolore. Possibile che si fossero dimenticati di me?
O almeno, di cibarmi?«Lien, eccomi», mi chiamò una voce familiare e, quando alzai lo sguardo, vidi proprio 001, o Drake, mi sembrava assurdo chiamarlo per nome.
«Finalmente, pensavo fosse successo qualcosa lì su.»
«Sì, in effetti è successo qualcosa: per la prima volta, dopo anni, le sentinelle hanno avvisato delle guardie nel dintorni della Valle. Sai cosa significa? Significa che il Principe deve aver mandato qualcuno a perlustrare la zona.»
«Che cosa?», scattai in piedi, «è una notizia fantastica, significa che abbiamo alte possibilità di essere salvati.»
Eppure nella sua espressione non leggevo gioia, anzi. «Sì, ma la loro presanza ha alterato gli animi dei Superiori, sono molto arrabbiati e non penso che lasceranno correre la tua trasgressione alla regola. Ormai la torre è stata avvistata, sicuramente la scoperta verrà riferita al castello e sono certo che a breve avremo delle visite. Al momento i Superiori hanno vietato ogni uscita, le missioni prese nell'arco della giornata di ieri sono state annullate.»
«Hanno paura ed hanno avviato una procedura che mai avevamo visto qui», mi poggiai alla parete a braccia conserte. «Pensi che ci chiederanno di combattere per loro, se le guardie reali faranno irruzione?»
Annuì, «sì, ne sono certo. Considera che, non permettendo agli altri di uscire, attualmente siamo quasi ottanta qui dentro. Molti hanno capito la gravità della situazione ed altri invece sono certi che questa è la loro casa e nessuno potrà far nulla.»
«Come dargli torto, siamo cresciuti qui, questa per quanto mi ferisca ammetterlo è comunque una casa per noi. Posso anche comprendere che siano spaventati, ma questa è davvero la nostra occasione e non penso che decidano di allearsi con coloro che ci hanno per anni schiavizzato.»
«Non posso darti conferma... A proposito», estrasse da sotto il mantello che indossava del pane e dell'acqua. «Non è molto, ma teoricamente io non dovrei nemmeno essere qui e una delle tue punizioni è il divieto al cibo.»
«Va benissimo», allungai la mano ed afferrai quel semplice pezzo di pane che ai miei occhi era la carne più preferita al mondo.
«Cosa pensi che accadrà da ora in poi?», chiese con lo sguardo fisso nel vuoto, «se tutto procede a nostro favore, verremo liberati e poi? Chi ci garantisce che non verremo nuovamente catturati dai reali o dai nobili per i loro loschi scopi?»
Ingoiai un pezzo e sospirai, «non lo so, so solo che devo esserci nel presente e non ipotizzare cose che non hanno fondamenta. Al momento pensiamo solo a come poter aiutare le guardie a liberarci. Stanne certo che io sarò contro i nostri superiori e lotterò per la nostra libertà.»
«Dobbiamo solo sperare che gli altri facciano lo stesso.»
Ma certo che sì, perché mai non avrebbero voluto.Benjamin
«Come sostenuto dal Principe, abbiamo scovato un'alta torre che sorge proprio nel centro della Valle di Pietra», affermò il capo guardie, facendomi sorridere.
«Come hanno potuto costruirla senza autorizzazione?», chiese allibito il Re.
«Non ne sono sicuro, ma penso sia un clan clandestino che abusa dei pochi superstiti del clan Semen Mali. Mi chiedo da quanti anni stia andando avanti questa storia e, soprattutto, chi sono gli artefici.»
«Sono certo che avremo delle risposte a tempo debito», mi intromisi nella conversazione, «non possiamo lasciar correre Maestà, giusto?», mi voltai verso mio padre.
Il Re sembrava visibilmente provato, pensavo che la risposta sarebbe stata immediata, eppure intuii che in realta egli non volesse aiutarli.
Eppure lui stesso era alleato del capo clan dei Semen Mali, come poteva sorvolare su una faccenda di tale importanza?
«Dovrò consultare il consiglio, non posso prendere decisioni immediate ed azzardate. Non sappiamo quanti siano e soprattutto cosa siano, dobbiamo essere cauti.»«Se posso, Maestà, suggerirei di non sottovalutare la situazione. I miei uomini sono stati avvistati dalle loro sentinelle e sono certo che si aspettano una nostra mossa o -nel peggiore dei casi- temendo il nostro Regno, possano decidere di attaccarci anticipatamente», ero totalmente d'accordo con il ragionamento del Sir. In quanto capo guardie, sapeva come agire in tali situazioni.
«Non sottovaluterò la soluzione, oggi stesso ne parlerò al consiglio e vi convocerò appena presa una decisione. Potete andare.»
Con un veloce inchino, sia io che il Sir ci concedammo ed uscimmo.Ero preoccupato e irrequieto. Sapevo che in quel momento Lien si trovasse in pericolo, mi aveva rivelato la loro posizione, agendo così contro la sua stessa gente. Ma sapevo anche che lei lo aveva rivelato in buona fede, non avrebbe mai tradito il suo clan, o almeno i pochi superstiti. Bramato dalla voglia di conoscere la verità, ma non potevo agire d'istinto, andare lì ed uscirne vincitore.
«Pensieroso, Principe?»
Il Sir, nonché mio caro amico, mi conosceva bene. «Sì, sai cosa penso in queste occasioni.»
«Tutte queste burocrazie sono inutili, vado lì, sfondo tutto, prendo ciò che è mio e ritorno, giusto?», citò la frase che ero solito dire.
«Esatto, però so che in questo caso devo restare buono. Non posso seguire l'istinto, non quando c'è un bel casino di mezzo.»
Lo vidi abbozzare un sorriso, «sono quasi sbalordito dall vostre parole, esse sono frutto di un certo livello di maturità. State crescendo e state iniziando a capire come si agisce in via razionale.»
Ascoltai con attenzione e mi ritrovai a riflettere sulle sue parole. Non ero affatto maturato, semplicemente volevo proteggere la persona che per anni aveva inondato i miei pensieri. Ammissi, però, che un leggero strato di differenza la notavo. Il giovane Principe non avrebbe mai chiesto aiuto al padre per una faccende che riteneva personale e, soprattutto, non avrebbe mai atteso le disposizioni di un suo amico.
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L'Avvenire
Paranormal"Non tutto ciò che osserviamo è la realtà, molto spesso, ciò che i nostri occhi vedono come il reale, non è altro che un'illusione o una menzogna" Ultima frase pronunciata prima di uno sterminio. Lien, il cui significato è vittoria, era una dolce ba...