Dopo lo scontro con il Principe, avevo fatto un bel bagno caldo. La Principessa per ringraziarmi della immensa gentilezza, parole sue, mi aveva portato delle erbe rigeneranti e degli oli per il corpo. Tutte cose che lei utilizzava spesso ed io mai.
A sua detta, una giovane donna portata per il combattimento, non doveva mai dimenticare la cura per sé stessa.Ammisi, però, che quella leggera coccola mi aveva realmente rigenerata e la mia pelle non aveva mai profumato come in quel momento.
Indossai un veste azzurrina e lasciai sciolti i capelli, per poi sdraiarmi sul letto. Avevo acceso poche candele e la camera era in penombra.
Chiusi gli occhi e sospirai, ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta e mi fece sbuffare silenziosamente.Mi alzai sospirando e sperando che chiunque si trovasse oltre quella porta, mi avrebbe lasciata in pace in pochi minuti. Pensai subito che fosse Derek, o Charlotte, ma quando mi ritrovai davanti Kyle ne rimasi totalmente sconvolta.
Feci un passo indietro ed allontanai la mano dal pomello.
<Che ci fai qui?> chiesi, incrociando le braccia al petto. Da quando avevo scoperto che lui e la sua famiglia non erano gli artefici dello sterminio della mia razza, lo vedevo sotto una luce diversa, con occhi diversi e pian piano in cuor mio speravo di riacquistare i ricordi sulla nostra infanzia.<Ehm... ecco> si grattò la nuca visibilmente a disagio, decidendo poi di entrare in stanza e di chiudere la porta per bene. <Probabilmente è il momento meno adatto, ma ci sto pensando da tempo. Quando eravamo piccoli, vi lamentavate spesso per i problemi che avevate con la nutrizione e penso sappiamo entrambi a cosa vi riferivate> non ero per nulla pronta per affrontare un simile argomento, <dunque la domanda che mi sorge spontanea è: avete ancora questi problemi? Siete a Corte da molto tempo ed io e mio padre non abbiamo mai minimamente pensato alla vostra nutrizione e a quella degli altri.>
Rimasi in silenzio per qualche secondo, dopodiché chiesi: <hai per caso parlato con l'altro Principe?>
Era strano che -caso volesse- lui mi ponesse la domanda proprio dopo che io ero stata tentata di ammazzare il suo caro amico.Lui aggrottò la fronte, <no, perché?>
<Pura curiosità. Se mi poni questa domanda, sai che la mia specie necessita di sangue per sopravvivere, non è una condizione essenziale, ma necessaria.>
<Lo so> annuì, <se non vi nutrite per molto tempo non rischiate la morte seduta stante, ma vi indebolite molto velocemente e a lungo termine potete anche morire.>
Quella volta fui io ad annuire, <bene, ne parlerò con mio padre e vedremo di trovare una soluzione. Penso che tutti voi stiate soffrendo e il sangue non vi è indifferente.>Annuii ancora, vedendolo avanzare di un passo e poi di un secondo.
<Non penso che ve lo ricorderete, ma da piccola>, allungò il braccio destro, scoprendolo e mostrandomi delle lievi cicatrici ormai assopite da tempo, tanto da essere biancastre. <Da piccola molto spesso-><No, no aspetta>, lo interruppi, allontanandomi ancora. <Io... mi stai dicendo che da piccola mi nutrivo di te?>, lui annuì. <Non è possibile, la pelle di un Principe è sacra quanto una chiesa, niente e nessuno dovrebbe profanarla, i tuoi genitori non avrebbero mai permesso una cosa del genere.>
<Loro non lo sapevano, era il nostro piccolo segreto.>
<Piccolo? Questo è un segreto piccolo? Perché acconsentivi?>, stavo iniziando ad alterarmi. Ero arrabbiata all'idea di essermi nutrita di lui e, soprattutto, di averlo riempito di cicatrici. Cosa avrebbe pensato la sua futura consorte?
<Perché eravate la mia più cara amica e da piccoli non si pensa alle conseguenze di un gesto.>
<Ma da adulti si, perché me lo hai detto? Cosa mi stavi proponendo prima che ti interrompessi?> ero sicura che stava per ripropormelo.
<Siete una ragazza molto intelligente ed è inutile che io vi dia la risposta>, allungò il braccio verso di me, <eravate e siete ancora tutt'oggi una mia cara amica e se non lo ricordate, ve lo ricorderò io: il sangue della mia famiglia riesce a fortificarvi più di quanto lo faccia un qualsiasi sangue umano.>
Ciò non lo ricordavo, <perché?>
<Non lo so, ma è una cosa che ricordo da sempre. Fu detta da mio padre al tuo ed io origliai.>
Dovevo credergli?
Era una sua trappola?
Trappola per cosa poi? Faceva di tutto per aiutarci, dunque il suo presunto inganno era incoerente.
Lui fece un passo in avanti e diminuì la nostra distanza. <Vi chiedo di credermi, non ho doppi fini, voglio solo aiutarvi.><Lo so, è da quando ci hai salvati alla torre che ci aiuti, ma... mi dispiace, non posso accettare. Ti ripeto che da piccoli le nostre azioni non hanno conseguenze gravi, ma da adulti sì.>
<Resterà un nostro segreto, vi giuro sul mio onore che non lo dirò a nessuno.>
<Non è solo per questo, il tuo braccio è già pieno di cicatrici e ciò già grava sul tuo onore, cosa penserà la tua futura consorte?>
Lui rimase in silenzio ed abbozzò un sorriso, <potete stare tranquilla, ho una promessa da mantenere e la mia futura consorte ne è già a conoscenza.>
Cosa? Aveva una ragazza?
<Non sapevo che avessi una ragazza, non l'ho mai vista qui.>
Il suo sorriso si trasformò in una risata, <sono seria! Sapevo che voi nobili siete predestinati sin dalla nascita, ma non sapevo che eri nel bel mezzo di un matrimonio combinato.>Continuò a ridere e non ne capii il motivo.
<Nessun matrimonio combinato, è stata una nostra scelta.>
Quella risposta, non ne capii il motivo, ma mi ferì.
Il penserà che lui avesse deciso di comune accordo di giungere al matrimonio insieme ad una ragazza, mi fece salire una strana agitazione ed angoscia. Eppure non ricordavo nulla di lui, perché la sola idea di lui insieme ad un'altra mi innervosiva?
<Lien>, fece un ultimo passo, azzerando la distanza che ci separava. <Siete voi la ragazza a cui ho fatto una promessa, da piccoli giocavamo spesso a "moglie e marito" e ci promettemmo eterno amore.><Oh...>, quanto avrei voluto ricordare quel momento! <Ciò comunque non implica il nutrirmi di te, un giorno ti sposerai e->
<Non mi sposerò, Lien, potete stare tranquilla. Coraggio, basta parlare>, mi porse il braccio destro, prendendo con quello libero il coltellino che ero solita portarmi dietro e che in quel momento era sul tavolo in legno.
Siccome non risposi, fu lui stesso a creare un profondo taglio sul braccio, facendomi subito sobbalzare. Era forse impazzito? Voleva morire dissanguato?
<Che fai? Sei pazzo!> urlai, cercando subito qualcosa che potesse tamponare la ferita.
La frenesia nel cercare, però, si placò non appena un dolce odore di sangue giunse alle mie narici. Da quanto non mi nutrivo? Avevo ormai perso il conto dei giorni. Tempo fa mi ero accordata con Drake di nutrirmi con il sangue di animale, ma nessuna qualità di sangue superava quella.Ero totalmente avvolta da quell'estasi, tanto da non vedere Kyle. Il ragazzo si posizionò alle mie spalle e pian piano mi fece sedere sul letto poco distante. Ero in una tremenda lotta con me stessa e la sua presenza non aiutava.
<Kyle> dissi quando pensai di essere pronta a respingerlo, ma pochi istanti dopo -non capii come e quando- mi ritrovai con le labbra sul suo braccio.Il dolce sapore del sangue, simile allo zucchero per quelli della mia specie, entrò a contatto con il mio palato e subito dopo la sua essenza entrò dentro di me.
Mi ritrovai a nutrirmi del suo sangue, la ragione e l'orologio vennero schiacciati dall'istinto e dalle mia vera natura. Non ero un mostro. Non avevo zanne, artigli o altro. Ero un'umana maledetta.
Tutta la mia specie lo era.
Eravamo il seme del male.
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L'Avvenire
Paranormal"Non tutto ciò che osserviamo è la realtà, molto spesso, ciò che i nostri occhi vedono come il reale, non è altro che un'illusione o una menzogna" Ultima frase pronunciata prima di uno sterminio. Lien, il cui significato è vittoria, era una dolce ba...