chapter three

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5 Febbraio ore 3:30 di notte

Mi giravo e mi rigiravo nel letto, cercando di trovare una posizione comoda per poter dormire; scarsi risultati, non riuscì a prendere sonno.
Sbuffai, e mi alzai dal letto indossando le mie pantofole.
Uscì fuori al balcone per prendere aria fresca di sera.
Appoggiai i gomiti sulla ringhiera, respirando a pieni polmoni.
Trovandomi al quinto piano, potevo sentire molto il vento da qua sù; difatti i miei capelli andavano a destra e a sinistra per il troppo vento.
Li spostai su un lato, poggiando il mento sulle mie mani.
<Se ti danno fastidio legateli, no?>
Una voce mi fece sobbalzare sul posto, facendomi alzare lo sguardo verso la direzione da dove proveniva la voce.
<Non ci credo, ancora tu?>
Annuì con il capo.
<Oh si>
<Potresti dirmi il tuo nome? Sai, ti "conosco" da solo un giorno e non so il tuo nome; cioè, tu sai il mio di nome, ma io non so il tuo> parlai a raffica che pensai che lui non avesse capito.
Lui però rise.
<Davvero vuoi saperlo?>
<Si?>
<Filippo> finalmente mi disse il suo nome <in arte irama> proseguì il, diciamo, discorso.
Mi limitai solamente ad annuire.
<Comunque la tua canzone è in assoluto quella più emotiva> gli dissi, voltandomi con il busto verso la sua direzione, poggiandomi con il fianco alla ringhiera.
<Dici davvero? Mi fa piacere> sorrise.
Dio, quel sorriso.
<Anche la tua non è male>
<"Non è male?" Fai sul serio?> mi finsi incredula, portandomi una mano al petto con fare teatrale.
Lui rise, facendomi perdere un battito per quella sua risata così spontanea.

6 Febbraio ore 10:00 a.m

<Allora, sei pronta per stasera? Sei in ansia?> Eva, dall'altro capo del telefono, mi fece quella domanda mentre io mi stavo lavando le mani

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<Allora, sei pronta per stasera? Sei in ansia?> Eva, dall'altro capo del telefono, mi fece quella domanda mentre io mi stavo lavando le mani.
<Pronta per stasera? No. Sono in ansia? Si> risposi alle sue domande, asciugandomi le mani. Presi il telefono e uscì dal bagno.
Sentì bussare alla porta.
<Arrivo! Senti Ev, ti devo proprio lasciare adesso> mi scusai con lei, avviandomi verso la porta.
<Va bene tesoro tranquilla, ci sentiamo stasera; tanto rimango sveglia fino a quando non canti te> mi disse, facendomi sorridere.
<Ok, ciao Ev, un bacio> chiusi la chiamata lasciando il cellulare sul letto, e andai ad aprire.
Mi trovai di fronte Annalisa, detta anche Nali per gli amici.
<Nali! Che cosa ci fai qui!> le chiesi sorpresa.
<Dobbiamo andare> mi disse senza neanche salutarmi, prendendomi per un braccio.
<Fammi prendere solo il telefono e la borsa e arrivo>
Mi girai e andai a prendere il telefono e la borsa, e subito dopo tornai da lei.
<Dobbiamo fare qualche intervista?> le chiesi, chiudendo la porta della stanza con le chiavi, posando queste ultime nella borsa.
<Tu, devi fare l'intervista> precisò lei, facendomi spalancare gli occhi.
<Ma dovevo farla nel pomeriggio..>
Ed in effetti era così, solo che, per qualche assurdo motivo è stata spostata ora.
<Non saprei dirti> fece spallucce.

Finalmente arrivammo; salutai Annalisa e mi avviai dove avrei dovuto fare la mia intervista.
<Buongiorno, scusatemi per il ritardo ma ho saputo all'ultimo minuto della mia intervista> mi scusami, poggiando la borsa sulla sedia, dove mi ci accomodai.
<Stai tranquilla, anche noi l'abbiamo saputo soltanto adesso> mi sorrise Petra componente della radio "RDS".
<Ah, bene allora> ricambiai il sorriso, un pò sollevata dalla notizia.
<Allora, incominciamo?> mi chiese, sedendosi di fianco a me, su un'altra poltroncina.
Annuì sorridendo.

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