chapter thirteen

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La mattina seguente furono i raggi dell'alba a svegliarmi.
Aprì piano gli occhi, rendendomi conto subito dopo, che non mi trovavo nella mia stanza.
Corrucciai fronte, confusa.
Provai ad alzarmi, ma una presenza accanto a me, mi impedì di alzarmi.
Solo adesso mi resi conto che c'era ancora Filippo di fianco a me che dormiva beatamente.
Girai il capo verso di lui, e scoprì invece che era già sveglio.
<Buongiorno> sussurò con la sua voce ancora impastata dal sonno.
<Buongiorno> sorrisi, pensando a quanto bello fosse anche di prima mattina.
Gli toccai i capelli con una mano, cercando di sistemarglieli.
<Cosa fai?> chiese lui confuso, guardandomi.
<Cerco di aggiustarti questo ammasso di capelli che hai in testa> ridacchiai, mentre continuavo ad aggiustarglieli.
<Non ce n'è bisogno> disse, afferrando il polso e abbassarlo.
Lo guardai negli occhi.
Quegli occhi.
Il mio telefono iniziò a squillare ininterrottamente.
Sbuffai, afferrandolo.
Quando guardai chi mi stava chiamando, spalancai gli occhi.
<Che succede?> chiese Filippo confuso, cercando di guardare lo schermo del mio cellulare.
<È mia madre> deglutì a fatica, guardando il nome di mia madre sul display.

La mamma pazza 😝

Decisi di cliccare il tasto per rispondere alla chiamata, ma ne pentì subito.
<SHERLIN EMMA SMITH> urlò dall'altro capo del telefono, facendomi allontanare quest'ultimo dell'orecchio.
<Ciao anche a te mamma. Si io sto bene, grazie per avermelo chiesto> dissi ironica, mentre facevo segno a Filippo di fare silenzio con la mano.
<Dove sei?> mi chiese con tono arrabbiato.
<Sono a casa della sorella di Filippo e->
Venni interrota dalla voce stridula di mia madre.
<E tu me lo dici solo adesso?>
<Io te l'avevo detto però che sarei andata da loro> alzai le spalle, giocando distrattamente con l'anello che Filippo aveva sull'indice della sua mano destra.
<Ma non mi avevi detto che saresti rimasta a dormire da loro, però> mi rispose subito lei, con tono da rimprovero.
Alzai gli occhi al cielo.
<Mi ero addormentata>
<Mh, facciamo che per questa volta ti credo>
Sospirai.
<Ma solo per questa volta!> continuò, mentre subito dopo chiuse la chiamata.
<Mia madre avvolte è peggio della mia amica>
Poggia il telefono sul comodino di fianco a me, riposando il capo sul cuscino.
Filippo nel frattempo mi guardava.
<Che c'è?> gli chiesi, guardandolo senza capire.
<E così hai due nomi>
Sbuffai.
<Già, purtroppo si>
<Perchè purtroppo?> si incuriosì lui, girandondosi verso di me.
Poggiò il palmo della mano sotto il mento per sorreggersi meglio.
<Bè, Emma è il nome della cugina di mia madre> iniziai a dire <E diciamo che io e lei non abbiamo un buon rapporto>
<Non avete un buon rapporto e tua madre ha ben pensato di inserire Emma nel tuo nome?> chiese per conferma, mentre io annuivo con il capo.
<Mh mh>
Rimanemmo così per un tempo indefinito, addormentandoci l'attimo dopo.




Se sarebbe entrato qualcuno nella stanza, probabilmente avrebbe riso.
Ci eravamo addormentati con io, che avevo una mano sulla faccia di Filippo, mentre lui aveva una mano sul mio fianco.
Ero tornata a casa mia verso tardi pomeriggio.
Mi lavai, e indossai qualcosa di pulito.
La sera stessa sarei dovuta uscire con Eva; avevamo deciso di mangiare qualcosa qui in zona, dato che non avevamo voglia di andare oltre.

Erano le 20:00, così iniziai ad avviarmi verso il punto d'incontro che mi aveva detto Eva di raggiungerla.
Era abbastanza lontano da casa mia, quindi avrei dovuto prendere la metro; io odio prendere la metropolitana, però purtroppo mi toccava prenderla, dato che non avevo una macchina tutta mia per potermi spostare da zona in zona.
Finalmente arrivai, anche se con un pò di ritardo.
Lì trovai Eva ad aspettarmi, con le mani sui fianchi.
<Eccomi, scusa se sono arrivata solo adesso> mi scusai, mentre posavo il telefono nella borsetta.
<Sai, non è la prima volta che arrivi in ritardo> mi disse ridendo.
<E comunque ce l'ho ancora con te per il fatto della foto> le dissi, puntandole un dito contro. <Non pensare che io l'abbia dimenticato>
<Ancora ce l'hai per il fatto della foto?> mi disse mentre rideva.
<Certo> annuì convinta, mentre ci incamminavamo verso un locale a me sconosciuto.
Entrammo all'interno del locale, dove ad accoglierci c'era uno strano odore di alcool.
Arricciai il naso leggermente schifata.
<Dai vieni! Andiamo a prendere da bere>
Eva mi prese per il polso e mi trascinò verso il bancone dove c'erano tutti gli alcolici del mondo.
Quando arrivammo, Eva chiese subito di ordinare una bevanda alcolica - non c'erano dubbi -.
<Io solo dell'acqua, grazie> dissi al barista, mentre la mia amica mi guardava stralunata.
<Ma sei seria?> mi chiese urlando leggermente, dato che c'era la musica a palla.
<E poi io volevo andare a mangiare qualcosa, non bere qualcosa> misi in chiaro.
Lei alzò gli occhi al cielo, e chiese al barista di fare per me una bevanda alcolica.
La guardai di traverso.
<Vorrei lo stesso anche l'acqua, per favore>
<Certo> mi sorrise lui da dietro il bancone.
Lo guardai socchiudendo gli occhi a due fessure; questo tizio non piace per niente.
<Ecco a te, bellissima> sorrise lui, porgendomi il bicchiere pieno di quella roba schifosa, e l'acqua
Gli sorrisi falsamente, bevendo tutto d'un sorso l'acqua.
Poggiai il bicchiere sul bancone alzandomi.
<Ei, dove vai?> mi chiese Eva, bloccandomi il polso.
<Esco da qui> le dissi alzando le spalle.
<E il bicchiere> lo indicò con l'indice.
Allora io alzai gli occhi al cielo, prendendo il bicchiere e bevendo quel contenuto strano.
D'improvviso mi sentì con la testa leggera; mi sentivo leggera.
<Stai bene?> mi chiese lei preoccupata, alzandosi a sua volta dallo sgabellino.
Mi portai una mano alla fronte, chiudendo gli occhi.
<No> risposi senza filtri, mentre appoggiavo una mano sul bancone di fronte a me.
<Che cosa le hai messo all'interno di quella roba?> sentì chiedere Eva al barista, mentre nel frattempo sentì solo delle voci ovattate.
<La mia amica si sta sentendo male e tu cosa fai? Ridi di lei?>
Eva era incazzata nera, in quel momento.
<Eva, davvero.. non ce n'è bisogno> le dissi, mentre cercai di rimanere con gli occhi aperti.
<Non ce n'è bisogno? Sher stai per svenire, hai la faccia pallida> mi rimproverò lei, mentre rivolgeva un ultimo sguardo di fuoco al ragazzo.
Ci incamminammo fuori, con Eva che aveva un braccio intorno alle mie spalle per sorreggermi.
Poi, all'improvviso, nero.

















Angolo autrice:
capitolo abbastanza così e così :)
non mi convince molto, purtroppo.
se invece a voi è piaciuto, lasciate una stellina e un commento ❤️
baci baci
ari 🧚🏼‍♀️

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