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giovedì 31 dicembre

Jisung osservava la scena davanti ai suoi occhi iniziando a pentirsi di aver offerta casa sua come luogo di festeggiamento di Capodanno. Lanciò un'occhiata disperata a Changbin, che si godeva il litigio fra Jeongin e Hyunjin sgranocchiando delle patatine, pregandolo con lo sguardo di ricordargli il motivo per cui aveva deciso di invitarli, soprattutto dopo che Seungmin e Hyunjin avevano distrutto la scrivania di Minho, la sera im cui si stavano scambiando i regali di Natale. Changbin si limitò a mimare con il labiale un semplice ma efficace: «Perché sei stupido» e Jisung non se la sentì di contraddirlo. Forse era meglio se accettavano l'invito di San a quel festino... In fondo era dal pomeriggio, quando si erano recati al supermercato, che non facevano altro che litigare – tranne in quei non poi così rari momenti in cui qualcuno faceva qualcosa di stupido.

«Ti dico che gli spaghetti non vanno spezzati!» gridò Jeongin mentre cercava di prendere la busta di pasta dalle mani di Hyunjin. «Sono stato in Italia con i miei! È come bestemmiare!»

Hyunjin sbuffò. «Ma poi sono troppo faticosi da mangiare!» replicò alzando le braccia verso il soffitto.

«Io non mangio se li spezzi» disse a questo punto Jeongin, incrociando le braccia al petto e girando il viso verso la finestra della cucina, un piccolo broncio sulle labbra.

Chan sospirò. «Non riuscite proprio a trovare una soluzione?» domandò loro, mentre affidava la pomarola a Seungmin. «Uno dei due potrebbe fare a meno-»

«Hyunjin deve fare a meno di spezzarli! Io mi rifiuto» lo interruppe Jeongin.

Il diretto interessato si portò le mani sui fianchi, pronto a rispondere a tono, quando Minho gli si avvicinò e rubò la busta di spaghetti. Prima che Hyunjin potesse dire qualcosa, la aprì e versò gli spaghetti interi nell'acqua che bolliva, aprendo un'altra busta e facendo lo stesso. «Li cuociamo come dice Jeongin, poi se vuoi tagli i tuoi» disse voltandosi finalmente verso il suo migliore amico, che lo guardava scioccato. «Va bene?»

Hyunjin annuì e si sedette su una sedia mettendo su il broncio, mentre Jeongin saltava per la cucina ringraziando Minho del suo gesto autoritario. Il suono del campanello interruppe quel primo e raro momento di pace. «Devono essere Changbin e Felix» disse Chan, che stava collegando il telefono alla cassa bluetooth per mettere la musica.

Jisung andò ad aprire la porta e aiutò Felix a portare in cucina le bottiglie di alcol che avevano comprato. «Ci basteranno anche per il prossimo anno» commentò.

«Ha deciso Changbin di prenderne così tanto» si giustificò Felix.

«A me basta che nessuno si senta male» disse Chan guardando Hyunjin.

Quest'ultimo reteò gli occhi. «Sono un ragazzo responsabile, io!» replicò.

«Sì, certo, come no» lo prese in giro Seungmin.

«Da che pulpito» disse Jeongin, per poi scappare verso il salotto inseguito dal suo migliore amico che brandiva il mestolo sporco di pomarola come se fosse un'arma.

Chan sospirò. «Temo che sarà una lunga serata» sussurrò disperato mentre inseguiva Seungmin per riprendersi il mestolo, causando le risate di tutti.

Riuscirono a finire di preparare la pasta seguendo le indicazioni di Jeongin, in piedi accanto a Chan, il quale eseguiva i suoi consigli – che parevano più ordini che altro – alla lettera. Nel frattempo, Minho cucinava alla griglia  la carne che avevano comprato poco prima – a quanto diceva era la sua specialità –, mentre Felix e Jisung apparecchiavano la tavola. Seungmin e Hyunjin, in tutto ciò, erano seduti per terra a bere una birra, mentre ascoltavano attentamente Changbin spiegare i programmi che usava per fare le basi musicali.

IKIGAI, minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora