Una mano gentile che lo scuoteva liberò Jisung da un sonno agitato. Sbatté le palpebre un paio di volte e strusciò il viso contro la spalla di Minho. Non ricordava di essersi addormentato. La stanza era buia, segno che il maggiore si era alzato per chiudere le tapparelle mentre dormiva. Si strinse a lui. Probabilmente l'aveva svegliato perché doveva andare agli allenamenti, ma non voleva lasciarlo andare.
Sentì Minho ridere sotto di lui mentre passava una gamba sul suo bacino e lo avvinghiava a sé. «Ti trasformi in un koala da appena sveglio?» gli domandò mentre gli accarezzava la schiena.
Jisung sospirò e passò le braccia intorno al suo collo, stringendolo a sé. «Non voglio che tu te ne vada» confessò. Sorrise nel ripensare che quella mattina gli aveva chiesto proprio quello, e fu felice di non essere stato ascoltato.
Minho sospirò e ricambiò il suo abbraccio. «Anche io vorrei rimanere, ma non posso saltare gli allenamenti» mormorò.
«Uffa.» Jisung sentì lo stomaco brontolare e arrossì quando sentì l'altro ridacchiare. «Che ore sono?» gli chiese, ricordandosi che Minho aveva gli allenamenti nel secondo pomeriggio.
«Le quattro.»
Jisung alzò la testa di scatto, sorpreso. «Ho dormito così tanto?» gli chiese. Era sicuro di essersi addormentato prima dell'ora di pranzo. «Hai mangiato?»
Minho sorrise e gli accarezzò una guancia. «Mentre dormivi mi sono preparato del ramen istantaneo, tranquillo» rispose, indicando con un cenno della testa la scatola vuota appoggiata sul comodino. «Ti dispiace se ho mangiato in camera? Ti agitavi, quindi volevo essere sicuro che non ti fossi svegliato in preda al panico quando non c'ero.»
Jisung sentì il petto scaldarsi nel sentire quelle parole, nell'accorgersi che Minho faceva caso ai piccoli dettagli e agisse di conseguenza. Sorrise. «Grazie» sussurrò.
Appoggiò il gomito sul letto per sorreggere la propria testa con la mano e allungò quella libera sul volto di Minho, che lo guardava in silenzio, le labbra a cuore leggermente aperte e gli occhi che brillavano, come sempre quando erano posati su di lui. Sguardi intrecciati, le dita del minore che accarezzavano i contorni del suo viso. Gli spostò una ciocca di capelli scuri dalla fronte.
«Come stai?» gli chiese Minho, la voce tremante.
Jisung sospirò. «Male» confessò. «Ho un peso nel petto» spiegò, continuando ad accarezzargli il volto. Delineò la sua mascella con l'indice, concentrato, poi spostò la mano sulla pelle morbida del collo e la passò sull'osso della clavicola che sporgeva dalla sua felpa. «Hai la pelle morbida.»
Il petto di Minho fu scosso da una leggera risata. «Non me lo aveva mai detto nessuno.»
«Sei stato fidanzato?» gli chiese Jisung, mentre tornava con la mano sul suo viso. Gli accarezzò una guancia, senza sapere il perché di quella domanda. Forse pura curiosità.
Minho sorrise imbarazzato. «Mai» confessò.
Jisung spalancò gli occhi. «Un ragazzo come te è sempre stato single?» domandò, sorpreso.
«Non dico di non essere mai piaciuto a nessuno, però non mi sono mai innamorato. Solo botte e via in discoteca per divertimento» spiegò, gli occhi fissi in quelli di Jisung. «Ma nessuno è mai stato in grado di prendermi, a parte te.»
Jisung sentì il cuore battere più velocemente sotto lo sguardo intenso di Minho. Non si reputava così tanto speciale da farlo innamorare per la prima volta. Si morse il labbro inferiore e i suoi occhi si posarono sulle labbra a cuore del maggiore. Gli tornarono in mente le parole che gli aveva detto quella mattina. Ti amo, Jisung, e sentì il cuore cominciare a battere più velocemente, ricordando il suo sorriso, il suo abbraccio, la sua fermezza. Era stato veramente lo scoglio in mezzo al mare in tempesta che era Jisung; gli aveva dato modo di aggrapparsi a qualcuno per non perdersi.

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IKIGAI, minsung
Fanfiction❝No matter how hard I try to smile I feel so lonely Like aliens trying to blend in with Earthlings❞ ⇥ quokka_ Minho è un ragazzo di ventun'anni, frequenta la facoltà di scienze umanistiche e ha una smisurata passione...