venerdì 8 gennaio
Non appena uscì dall'aula, Jisung sentì la pressione che aveva accumulato in quei giorni di studio intenso e disperato scomparire. Avrebbe voluto piangere per il sollievo, ma riuscì a trattenersi. Strinse fra le braccia la custodia della chitarra, poi se la mise sulle spalle e si incamminò verso l'uscita dell'università. Il primo esame è andato, pensava mentre trotterellava giù per le scale. Adesso avrebbe dovuto pensare all'esame di pianoforte, quello che lo preoccupava maggiormente insieme a storia della musica, perché si sentiva ancora un po' impacciato nel muovere le mani sui tasti a una certa velocità.
Si strinse per bene la sciarpa intorno al collo prima di uscire dall'università e vide Minho, Chan e Hyunjin appoggiati al muretto accanto al cancello. Li raggiunse correndo, il rumore dei suoi passi attutito dallo strato di neve familiare che ricopriva il giardino. «Eccomi!» esclamò fermandosi accanto a Minho e stringendo il suo braccio fra le mani.
«Com'è andata?» chiese Hyunjin, staccando gli occhi dagli appunti di giapponese che stava ripassando. Quel giorno si era vestito e pettinato meglio del solito. Chissà perché.
«Ho preso A!» esclamò Jisung con un sorriso.
«Che secchione» commentò Minho scuotendo il capo.
Chan roteò gli occhi. «Come se tu non avessi la sua stessa media» replicò con un sorriso sarcastico. Quel giorno nemmeno lui aveva un esame, come Minho, ma aveva deciso di venire per fare supporto morale a Felix, Seungmin e Jeongin per la loro prova di cinese.
«Posso perculare Ji in santa pace?» gli domandò ironicamente Minho, stringendosi nel giubbotto. «Che freddo!» esclamò.
«Potevi rimanere al calduccio a casa» disse Hyunjin, prima di allontanarsi per ripetere alcune cose ma, soprattutto, per evitare lo scappellotto che Minho era pronto a dargli.
Dopo qualche minuto Jisung sentì Felix urlare il suo nome e si voltò, vedendolo correre fuori dall'università seguito da Seungmin e Jeongin. I tre si fermarono davanti ai loro amici e si piegarono per riprendere fiato.
«Come mai questa corsa forsennata? Mica scappiamo» domandò loro Minho ridendo.
«Dovevamo scaricare la tensione in qualche modo» rispose Jeongin sorridendo imbarazzato.
Chan si avvicinò a Felix, che lo guardava con le guance rosse, e circondò le sue spalle con un braccio. «Com'è andata?» gli chiese, mentre passava le dita fra is suoi capelli biondi nel tentativo di districare i nodi che si erano create. Felix aveva la cattiva abitudine di giocare e scompigliare i propri capelli quando era in ansia per qualcosa e Chan, dopo ogni lezione di ripetizioni, passava le dita fra le sue ciocche e lo aiutava a sistemarli.
Felix arrossì e appoggiò la testa sulla sua spalla. «Spero bene. Era un po' difficile.» Poi la sua attenzione fu catturata da qualcuno.
Chan seguì il suo sguardo e vide un uomo adulto camminare nel marciapiede proprio verso di loro. «Ragazzi, qualcuno di voi lo conosce?» domandò in un sussurro, indicandolo con un movimento del capo.
Tutti si voltarono in quella direzione: era un uomo sulla cinquatina, con i capelli un po' ingrigiti per la vecchiaia, e il suo sguardo sembrava essere diretto verso qualcuno in particolare. I ragazzi si voltarono verso Jisung, che aveva stretto con forza il braccio di Minho fra le mani e tremava contro il suo corpo, gli occhi spalancati e improvvisamente assenti. Quando Seungmin appoggiò una mano sulla sua e lo chiamò non ebbe alcuna reazione, come se non l'avesse sentito nonostante la sua vicinanza.
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IKIGAI, minsung
Fanficᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ ❝No matter how hard I try to smile I feel so lonely Like aliens trying to blend in with Earthlings❞ ⇥ quokka_ Minho è un ragazzo di ventun'anni, frequenta la facoltà di scienze umanistiche e ha una smisurata...