1. You... My biggest mistake but I would do it so many times.

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Prologo

Stava ritornando, come tutti gli anni nella sua piccola cittadina. Amava e odiava contemporaneamente quella cittadina.
Sarà per tutti quei ricordi che aveva passato.
Ma allo stesso tempo le faceva comunque piacere andarci.
La signora Jenkins viveva ormai da diciassette anni in Italia.
Era sempre stato un suo sogno trasferirsi lì, ma non ne aveva mai avuto l'opportunità.
Quando poi Sidney, la figlia, si è sposata lei riuscì a realizzare ciò che voleva.
Viveva sola, non era sposata e quindi poteva fare ciò che voleva in piena tranquillità.
Tornava in quella cittadina solo per i diciassette anni della nipote, Charlie, che aveva visto solo in fotografia per la lunga distanza.
Era una donna vecchia fuori ma forte dentro. Era come se fuori avesse sessantadue anni e dentro, invece, si sentiva ancora quella ragazzina di diciannove anni di un tempo, bella, solare ma che tutto ad un tratto, un incontro le cambiò la vita, in meglio in peggio. Ma ogni volta che ci pensava portava la sua mente a ricordare qualcos'altro anche se era sempre lui il protagonista dei suoi pensieri. Nonostante fosse passato tanto tempo lei lo amava ancora, ma non riusciva ad ammetterlo a se stessa.

Durante tutto il tragitto dall'Italia al Canada fino a Toronto la signora Jenkins non aveva fatto altro che dormire. Era vecchia e stanca, ormai quei viaggi così lunghi il suo corpo non riusciva più a sopportarli.

Si risvegliò quando l'aereo stava atterrando. Uscendo dall'aereo notò un bel tempo, bello, soleggiato. Quando, invece aveva lasciato l'Italia che era notte fonda.

Prese le sue valigie e chiamò un taxi per arrivare a casa di sua figlia. Da Toronto a Stratford non ci voleva molto.

La signora Jenkins ammirava quelle piccole stradine di Toronto. E ad ogni stradina un ricordo le riaffiorava alla mente.
Tutti i suoi ricordi parlano di lei e il suo dolce amato.

Senza nemmeno accorgersene era già davanti a quella casa.
Così piccola ma che agli occhi di tutti era così graziosa. Prese le sue valigie e a fatica attraversò il vialetto che conduceva alla porta di quella piccola casa. Suonò al campanello e fu subito accolta dalla figlia, che l'abbraccio immediatamente. Le era mancata tanto, non vedeva la sua mamma dal suo matrimonio. La vedeva felice, almeno lei così faceva sembrare, ma sapeva che qualcosa non andava e sapeva anche il perché di tutte quelle volte che la mamma aveva rifiutato ad andarle a visitare. Stratford la rendeva triste, e solo lei sapeva il pechè.
La fece accomodare chiudendosi dietro la porta.
"Mi sei mancata tanto mamma"dice la ragazza, ormai adulta, ricomponendosi di nuovo in un abbraccio.
"Anche tu tesoro"dice la donna stringendola ancora un altro pò, per poi lasciarla andare.
I nipoti di lei sono già in riga per salutare la nonna che non avevano mai conosciuto realmente, ma solo per telefono.

Charlie, una ragazzina particolare, castana, come il padre, ma con gli occhi del nonno a tutti sconosciuto solo Sidney sapeva chi era il suo vero padre.
Forte e intelligente, la nonna era la persona con cui parlava di più, sapeva darle i giusti consigli e solo lei la capiva.

E poi c'era Josh, un ragazzino di otto anni, capelli neri, carnagione scura come il padre. Era tonto, ma nel suo sapeva essere intelligente ogni volta che voleva.
"Ciao nonna"salutarono i due all'unisono. Erano molto emozionati, nessuno dei due aveva visto la nonna dal vivo.
Era una donna anziana, con due occhioni marroni e nonostante l'età manteneva ancora quel suo meraviglioso colore di capelli.
La signora Jenkins sorrise e avviandosi verso la cucina, salutò Josh scompigliandogli di poco i capelli. I due poi sciolsero la riga.
La donna era sullo stipite della porta, intenta a guardare la figlia che metteva qualcosa sui fornelli. La osservò a lungo, in tutti i movimenti che faceva ci vedeva lei stessa, ma c'erano quei piccoli particolari che non erano suoi.
La donna si avvicina al bancone. Molto lentamente.
"Tesoro, allora come va con Jeff?"chiede la donna attirando l'attenzione della figlia.

Jeff Brown. Il marito di sua figlia e il padre dei suoi nipoti. Aveva sempre odiato quell'uomo. Non sapeva neanche lei il perché. Ma faceva contenta sua figlia ed era quello che le importava. Era un uomo abbastanza alto, castano, con degli occhioni azzurri da far invidia al cielo. Ma nonostante tutto non lo sopportava.

"Non va bene mamma, ci siamo allontanati molto in questo periodo, c'è una grande crisi ed è costretto a lavorare ventiquattro ore su ventiquattro, torna a casa ed ha il tempo solo di farsi una doccia e mangiare che deve ritornare a lavorare."dice la ragazza.
Sembra preoccupata e dai suoi occhi scende anche qualche lacrima. La donna non può far altro che abbracciarla e dirle che "andrà tutto bene".
"Vuoi che vi dia una mano con i soldi?"chiede la donna lasciando andare sua figlia.
"Ma sei pazza mamma? non voglio metterti in mezzo in questa situazione" dice la ragazza per ritornare sui suoi fornelli.
La donna non può far altro che annuire silenziosamente e andarsene in soggiorno per aspettare che il pranzo sia pronto.

Dopo aver mangiato si riuniscono tutti in soggiorno. Tranne Charlie che era rinchiusa nella sua stanza già da un po'.
La signora Jenkins decide così di provare. E raggiunge, così in poco tempo la stanza della ragazza.
Dopo aver bussato, Charlie apre la porta.
"Tesoro ho portato il tuo regalo"dice la donna porgendoglielo. Ma la ragazza non muove un muscolo per afferrarlo e aprirlo per vedere cos'è.
"Qualcosa non va?"aggiunge poi la donna, poggiandole una mano sulla spalla.
"Si nonna... niente va bene!" dice la ragazza porgendo attenzione alla nonna.
La nonna la guarda per incitarla a continuare.
" Le mie amiche mi prendono in giro solo perché non ho ancora fatto sesso, il mio ragazzo mi sta per lasciare solo perché non l abbiamo ancora fatto"dice la ragazza.
Si sentiva bene a parlare con la nonna, sapeva di poter usare qualsiasi termine dallo sconcio a quello più zozzo.
"Ho solo una soluzione a questo tuo problema"dice la nonna sorridendo alla nipote.
Nel problema che le aveva raccontato la nipote, la signora Jenkins si rispecchiava benissimo.
Era un errore quello che aveva fatto in passato, ma pur sapendo di stare sbagliando era l'unica cosa che potesse fare per stare al fianco del suo amato.

"Andiamo di là così racconto questa storia anche a tuo fratello"dice la nonna dirigendosi sulla comodissima poltrona di quel soggiorno.

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Se trovate degli errori mi dispiace, non ho riletto.

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