I giorno dopo i due si alzarono molto presto, solo Dio sapeva come aveva fatto Thomas a convincere Marianne ad andare a correre al parco. Lei odiava muovere ogni singolo muscolo del suo corpo per più di cinque minuti, figuratevi correre in un parco.
"Sei già stanca?" chiese ironico Thomas vedendo l'amica rallentare ad ogni passo.
"Nooo, è solo una tua impressione" disse la ragazza ormai senza fiato.
"Abbiamo corso solo due isolati" disse Thomas fermandosi vedendo l'amica in difficoltà.
"Oh grazie al cielo ti sei fermato" disse fermandosi al suo fianco e chinandosi in due per la stanchezza.
"Vabbè adesso tocca alla respirazione" il ragazzo aveva incominciato a camminare, respirando ed inspirando.
"Dobbiamo correre ancora?" chiese Marianne con un espressione preoccupata in volta.
"Per la tua gioia, no non dobbiamo correre" disse Thomas girandosi e sorridendole.
Lei fece un grosso respiro di sollievo ed incominciò ad imitare Thomas.
Proseguirono così a lungo, sul finale fecero gli addominali, e Marianne dopo due di essi era già stanca.
Thomas gli piaceva prenderla in giro, anche perché diventava rossa in viso ogni volta che doveva fare degli sforzi.
Tornarono a casa due ore più tardi, Marianne era sfinita, si buttò sul pavimento baciandolo.
"Non mi sento la terra sotto i piedi" disse per poi ricomporsi e correre sul divano.
"Tu sei pazza" disse Thomas raggiungendola poco dopo.
"No, tu sei pazzo, mi hai fatto sprecare energie...adesso dovrò recuperarle" Marianne infatti non scherzava per niente.
Preferiva ingozzarsi, non facendo niente e rimanere magra, che fare sport ma ingozzarsi lo stesso.
Si alzò dal divano e prese tutte merendine possibili, ne mangiò una per gusto.
Thomas invece rimase sul divano a guardare la televione, era abituato a tutto quello sforzo fisico, gli piaceva mantenere la linea.
Dopo che Marianne terminò ritornò in soggiorno " Tò io vado di sopra a farmi una doccia" disse Marianne avviandosi verso il bagno.
"Fai bene ti puzzano le ascelle" disse Thomas ridendo di gusto.
Di tutta risposta Marianne farfugliò qualche verso incomprensibile, poi quando fu lontana da Thomas, portò il naso sotto le ascelle,
e solo dopo capì che il ragazzo la stava prendendo per i fondelli, le sue ascelle odoravano di deodorante.
Dopo, lasciò in pace le sue ascelle e si diresse verso il bagno, dove si chiuse a chiave e vi rimase dentro per un bel po'.
Doveva farsi il conto da quanto tempo avesse addosso quel ciclo, e miracolosamente era finito prima del previsto.
Si fece una doccia, pimpante tornò nella sua stanza.
Si avvicinò alla scrivania, sulla quale c'era poggiato un reggiseno pulito, cercò di prenderlo ma cadde nel cestino sotto la scrivania.
Lo prese, e con esso prese anche una lettera, sulla quale c'era scritto il suo nome.
Rimase, lì per lì, confusa, non sapeva cosa fare se aprirla o meno.
Ma la sua curiosità fu più forte, e porto la ragazza ad aprire e leggere la lettera
"Principessa,
io starò fuori tutta la giornata, mi piacerebbe stare con te 24 h su 24 ma proprio oggi dovrò dedicare un po' del mio tempo a quella che definirebbe la mia fidanzata. Mi farò perdonare tra...tre giorni, sto tenendo il conto.
A stasera. Tuo Justin"
lesse tutto lentamente, ma leggendo il suo nome alla fine della lettera fu lì che capì tutto.
Il perché Justin il giorno prima le avesse chiesto di una lettera e tutto ovviamente collegava a Thomas.
Che era l'unico che trovò appena uscita dal bagno il giorno precedente.
Rimase delusa, perché mai Thomas avrebbe gettato la lettera?
Cosa gli importava? Ma ovvio, Thomas era innamorato di lei, e quei giorni passati con lei erano la conferma a tutto.
Marianne decise di rivestirsi, e che appena scesa giù avrebbe fatto l'indifferente,
aspettando il momento giusto per chiedere il perché di quella sua azione.
Mise la lettera in un cassetto, per conservarla e scese di sotto in silenzio.
Ma l'indifferenza non era il suo forte, infatti si posizionò proprio davanti la visuale del ragazzo.
"Levati, mi sto appassionando al programma" disse Thomas per poi cambiare posizione e ritornare a vedere il programma.
Marianna incominciava a spazientirsi, spense la televisione, costringendo il ragazzo a guardarla nelle palle degli occhi.
"Ma che fai?" disse il ragazzo urlandole contro.
"Voglio sapere solo perché lo hai fatto" disse Marianne, questa volta con un espressione prossima al pianto.
Thomas deglutì " N-no riesco a capire di cosa stai parlando" disse balbettando.
"Sai benissimo di cosa sto parlando" disse Marianne incrociando le braccia al petto.
"Davvero non so di cosa stai parlando" il ragazzo continuava a negare, e nonostante tutto non guardava neanche negli occhi l'amica.
"Okkay te lo dico io...ieri Justin ti ricordi mi ha parlato di una lettera? Bene...l ho trovata poco fa nella spazzatura e l'unico ad essere entrato nella mi stanza sei stato tu" disse questa volta con tono abbastanza alto.
" anche la Gomez è entrata" disse il ragazzo.
Thomas faceva di tutto per non essere scoperto, se perdeva lei, era come perdere la sua vita per intero.
Stava bene quando era con lei, e adesso per un suo stupido sbaglio di gelosia la stava perdendo.
"Oh mio caro Thomas la lettera doveva esserci dalla mattina, su quel comodino e tu sei stato il primo ad entrare" Marianne concluse e vedendo che l'amico non rispondeva aggiunse " Sei pregato di andartene" disse girando lo sguardo.
Thomas preferì rimanere muto, per questa volta aveva sbagliato e la sua punizione sarebbe stata quella di rimanere lontano da lei, dimenticarla, e forse un giorno ritornare e ridere insieme sul passato.
Raccolse le sue cose e in men che non si dica, lasciò quella casa, lasciando Marianne nel silenzio assoluto.
Ma doveva avere delle spiegazioni, e non poteva scamparsela così.
La ragazza corse così fuori dalla porta, e lo trovò ancora lì aspettando il primo autobus di passaggio.
"Voglio sapere il motivo" disse Marianne urlando.
"è così difficile da capire Marianne" disse Thomas con parole immerse nel dolore " Sono innamorato di te dal primo momento, e tu non hai fatto altro che parlare di Bieber e di quanto sapesse scopare bene" disse il ragazzo lasciando libera qualche lacrima scorrere sul suo viso.
" Ma io sono innamorata di quel ragazzo" disse Marianne anche lei affranta da dolore e sorpresa da quello che le aveva appena detto l'amico, lei credeva che almeno lui l'avesse capita nel profondo.
" E allora fatti avanti, te lo lascerai portare via continuando in questa maniera, e se altri sapessero di quello che state facendo verresti considerata...Una Troia" disse il ragazzo calcando la parola "TROIA".
Marianne non riusciva a sopportare più niente di quello che stava dicendo l'amico, non riusciva a sopportarlo perché sapeva che stesse dicendo la verità. Ma lei non voleva sentirla, voleva fare di testa sua e quello che voleva fare era scopare quel ragazzo, con amore, finché lui non avrebbe sistemato realmente le cose con la sua fidanzata.
La ragazza, che in quel momento si sentiva più debole di un verme, corse in casa, chiudendosi violentemente la porta alle sue spalle. Scivolò contro la porta, accasciandosi sul pavimento e ricordando tutto quello che gli aveva detto l'amico. Piangeva.
Marianne si giustificava dicendo che non aveva mai avuto una mamma che le spiegasse queste cose, una mamma per cui sfogarsi, per cui parlare di queste cose e quindi agiva secondo un suo istinto, presumibilmente sbagliato.
Tutto il pomeriggio lo passò navigando su internet, incominciando a cercare un qualche viaggio per l'Italia,
il quale in futuro sarebbe costato molto di meno.
Amava l'Italia, era un suo sogno fin da bambina andarci, ed era per questo che lavorava, per realizzare uno dei suo grandi sogni.
Qualche ora più tardi si sentì la porta sbattere.
"Marianne?" chiamò il ragazzo per accertarsi che lei fosse ancora in quella casa.
Marianne sospirò, e poi parlò " Sono di sopra"
E in un attimo Justin fu lì, che la guardava con i suoi occhi da cucciolo, che implorava il suo perdono.
"Ho letto la lettera" disse Marianne guardando il ragazzo che sfoggiò uno dei suoi sorrisi migliori "Thomas l'aveva buttata nel cestino" aggiunse poi e in quel momento il ragazzo cambiò espressione.
"Quel ragazzo non mi è mai piaciuto" disse quasi come se fosse arrabbiato.
Poi notando il viso triste della ragazza, andò a sedersi al suo fianco.
"Che c'è piccola? Cosa ti turba?" le domandò Justin accarezzandole leggermente una guancia.
"Non voglio essere una Troia, Justin" disse lei quasi sull'orlo di piangere, ancora una volta.
"Non lo sei infatti, solo perché fai sesso con me non vuol dire che sei una Troia" Justin non era mai stato bravo con le parole, lui amava cantare quello che provava, ma in quel momento non gli sembrò il caso.
"Justin quello che noi facciamo è amore o sesso?" chiese Marianne.
Doveva avere la conferma che Justin non provasse niente per lei, neanche un briciolo di amore.
Justin sapeva che tra loro non ci sarebbe mai stato nulla, ma lui l'amava e questo era più che certo.
Ma non poteva rovinare la sua carriera solo per amore.
"Sesso" Justin decise quindi di non dire niente sui suoi sentimenti, e forse in futuro, se ne avrebbe avuto il coraggio,
avrebbe confessato tutto, fino all'ultima goccia del suo amore.
"Allora promettimi una cosa..." disse Marianne guardando negli occhi il ragazzo.
Justin annuì incitandola a continuare.
"Promettimi che non ti innamorerai di me" quello che Marianne disse, lasciò Justin spiazzato,
non sapeva più che dire era come se le parole gli si fossero fermate in gola e che adesso non volessero più scendere.
"prometti?" chiese una seconda volta Marianne, proponendogli il mignoletto.
"Prometto" disse Justin con un velo di tristezza.
Incrociò il suo mignolo in quello di lei, e adesso non poteva più ritirarsi indietro, aveva fatto una promessa e lui manteneva sempre le promesse, solo che questa era un tantino più complicata.
Lei sorrise, per poi avvicinarsi al suo orecchio e sussurrargli qualcosa " Il ciclo è terminato" disse lei con voce sensuale.
Justin sorrise a trentadue denti e senza farselo ripetere due volte, con quella voce sensuale, si avventò sulle sue labbra,
le quali gli erano mancate.
E si ancora una volta finirono a letto, solo che quello che loro pensavano fosse solo sesso, era amore, amore puro.------------------------------------------
Se trovate degli errori mi dispiace, non ho riletto.
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You ... My biggest mistake but I would do it so many times.
FanficLa signora Jenkins, racconta ai nipoti la sua storia. Di come ha conosciuto l'uomo della sua vita, e di come la ragazza del suo amore, ha spinto la signora Jenkins ad andarsene e fuggire per sempre. Lui è innamorato, ma troppo cieco per vedere che a...