Era forse l'ora di alzarsi? Ma nessuno dei due voleva.
Stavano così bene su quel letto, giocavano, si picchiavano, e tra di loro c'erano anche dei baci dolci.
Dovettero alzarsi anche di malavoglia...Era arrivata Pattie, e la storia tra di loro non la doveva sapere nessuno.
Ma si sapeva che comunque sarebbe andata, Justin avrebbe detto tutto alla mamma, era l'unica con cui parlava.
Si vestirono in fretta e la prima ad uscire fu Marianne.
"Ehi Pattie vuoi una mano?" chiese la ragazza vedendo la donna in difficoltà con le tante buste che aveva fra le mani.
"Oh si grazie cara" disse la donna guardando implorante la ragazza.
Marianne la accorse subito e prendendo delle buste dalle sue mani le portò in cucina appoggiandole sul bancone.
Si sedette su una sedia. E osservò la donna in ogni suo movimento, veloce e delicato. Faceva tutto con tranquillità.
"Cosa si mangia stasera?" chiese la ragazza per far terminare quel silenzio che circondava la stanza.
"Il polpettone..." disse Pattie infornando quella sottospecie di carne.
Marianne aveva un espressione disgustata.
"Che c'è non lo preferisci?" chiese Pattie notando la sua espressione.
"No è che... sono vegetariana" disse Marianne imbarazzata.
Pattie si immobilizzò di colpo. Non sapeva nulla e credeva di aver fatto una brutta figura. Era perfettina su queste cose.
"Scusami...Justin non me lo ha detto" disse la donna mortificata dall'accaduto.
"No scusami tu... non l'ho detto a nessuno dovevo avvisarti" spiegò Marianne.
"Di cosa?" entrò Justin intromettendosi tra le due.
Pattie non gli degnò nemmeno uno sguardo, era troppo mortificata.
"E adesso cosa mangi?" chiese ancora una volta Pattie.
"Ma non so mi arrangerò con dell'insalata" rispose Marianne sotto lo sguardo curioso di Justin.
Che incominciò a spazientirsi per il fatto che nessuno lo ascoltava.
"Posso sapere cosa succede?" nessuno lo rispose,
Pattie era troppo occupata ad osservare il forno, Marianne era troppo occupata a guardarsi le unghie non curate.
Justin per attirare l'attenzione almeno della ragazza, le scoccò un bacio veloce sulle labbra.
Pattie era distratta era stata l'occasione giusta per approfittare.
"Ma che fai?" disse Marianne con fare scioccato.
Pattie, sentendo la ragazza urlare parlò " Che succede?" chiese la donna girandosi verso i ragazzi.
"Niente Mà" disse Justin con un sorriso vittorioso sul suo faccino.
"Qui c'è stato un bacio, ho sentito il rumore di due labbra che si toccano" disse Pattie incrociando le braccia e dedicando ai due sguardi di fuoco.
Entrambi pensarono di essere stati beccati.
"Ma no è stata solo l'impressione" Justin buttò lì una scusa banale alla cui Pattie non crebbe.
Quindi insistette sullo sguardo persuasivo che solo lei sapeva fare.
Si dovevano inventare un'altra scusa, ma quella doveva essere più credibile di quel tonto di Bieber.
" Gli ho dato uno schiaffo...si è stata la mia mano che si è posata pesantemente sulla sua guancia, mi voleva fare il solletico"Marianne pensò di aver detto una bella scusa.
Incrociarono le dita sperando che Pattie se la fosse bevuta, almeno per adesso.
Pattie mantenne il silenzio, quello stava a significare, o che stava pensando oppure non aveva niente da dire.
Alla fine, tenendo i due in suspance, parlò " Brava vedo che hai imparato in fretta" disse Pattie per poi concentrare di nuovo l'attenzione su quel polpettone che ormai era quasi pronto.
I due tirarono un sospiro di sollievo per poi dirigersi in sala da pranzo ad apparecchiare la tavola.
Qualche ora più tardi, quando tutti ebbero finito di mangiare, si rilassarono tutti sul divano,
fatta eccezione per Pattie, che invece era sul suo letto a leggere un libro.
Rimasero da soli, ancora una volta.
Justin era al suo fianco che teneva un braccio intorno al suo collo, e lei era accocolata al suo petto.
Stavano vedendo un film, "Amici di letto". A Marianne venne in mente la loro situazione, solo che nel film i due si innamorano.
Lei era già innamorata di Justin. Era forse un problema per il film che stavano vivendo?
Lei sperava di no, non riusciva neache a pensare di stare lontana da lui.
Doveva almeno tenerlo d'occhio da lontato per essere sicura.
Justin, invece, pensava tutt'altro. Era immerso nei suoi pensieri e quel film non lo stava neanche guardando.
Era concentrato ad annusare l'odore dei capelli di lei, ciliegia, ne andava matto.
Ogni parte del suo corpo odorava di ciliegia gli piaceva avere quel profumo anche sulla sua di pelle dopo aver fatto sesso.
Lei notando l'espressione persa nel vuoto di lui, lo spinse, per attirare la sua attenzione.
"Che c'è?" disse lui incontrando il suo sguardo.
"Ti vedevo pensieroso" disse lei accarezzandogli una coscia.
Voleva provocarlo. Eh si era realmente quello che voleva.
Justin notando la mano di lei andare al livello della cinta, la fermò.
"Non mi provocare, non sai nemmeno di cosa sono capace" disse lui alzandosi, facendo cascare Marianne sul divano.
Lei era sconcertata da quella sua mossa.
Intanto lui si era avviato nella sua stanza.
Lei lo seguì, dopo aver spento la televisione e tutte le luci.
Lui era in boxer, steso sul letto. Era lui che stava provocando lei questa volta. Ma le venne un idea geniale.
"Mio dio che caldo in questa stanza" disse Marianne.
E poco dopo incominciò a togliersi i vestiti. Incominciò dalla maglietta rimanendo in reggiseno.
Justin fremeva nel volerla sotto di lui in quel momento.
Poi Marianne passò ai pantaloni.
"Certo che fa proprio caldo" disse ridendo e sfilandosi i pantaloncini.
Justin si ricompose sul letto sedendosi e si passò velocemente la lingua sulle labbra, inumidendole.
Marianne stava per sfilarsi anche il reggiseno, arrivò a slacciarlo, ma non a toglierlo.
"Meglio che vado in bagno, ci sono certi pervertiti qui" disse per poi scomparire dietro la porta del bagno.
Justin rimase deluso, ma anche divertito.
Più passava il tempo con quella ragazzo e più il sentimento che provava si faceva forte, molto forte.
Justin non si rivestì e si mise sotto le coperte, aspettandola.
Ma ci fu una piccola complicazione.
"Ehm...Justin?" lo chiamò lei dal bagno.
Ma niente si era per caso addormentato?
"Justin?" lo chiamò ancora ma niente nessuna risposta.
Lei aprì di poco la porta, ed eccolo spuntare.
"Buhhh..." disse spaventandola.
Lei di rimando, chiuse la porta velocemente.
"il mio naso...cazzo, il mio naso" si sentiva Justin imprecare fuori dal bagno.
Gli aveva chiuso il naso nella porta ma per fortuna non si era fatto niente.
"Scusaaa..." disse lei trattenendo le risate.
"Se se...comunque che vuoi?" disse Justin sempre fuori dal bagno.
"Mi servirebbe...una mutanda e un..." Justin non la fece finire che la interruppe " non dirmi che ti sono venute le cose"
"Ehm...purtroppo si" rispose Marianne leggermente imbarazzata.
"Vedi in uno dei cassetti ci deve essere l'assorcoso e adesso ti vado a prendere la mutanda" disse Justin.
I suoi passi si facevano sempre più leggeri fino a scomparire del tutto.
Lei cercò nei cassetti e finalmente li trovò. Si sentì sollevata nel trovarli.
"Marianne?" disse Justin bussando alla porta.
Lei aprì di poco la porta e prese le mutande che egli le porse.
"ma sono boxer" disse Marianne allargandoli davanti asi suoi occhi.
"Accontentati, non so mamma dove tiene le mutande" disse Justin grattandosi la nuca.
"Ma sono boxer imbottiti" disse Marianne ridendo a crepapelle.
Justin era nel frattempo diventato un peperone, avrebbe di sicuro vinto un premio se solo lo avessero visto.
"Dammeli" disse Justin cercando invano di aprire la porta.
Era chiusa a chiave.
"Sto ancora ridendo...ma a cosa ti servono" disse la ragazza aprendo di poco la porta e porgendogli i boxer imbottiti.
"Fatti miei, aspetta qua" disse per poi scomparire di nuovo.
Tornò dopo poco, ma questa volta con dei boxer normali.
Li indossò e si vestì con un pigiama con delle nuvolette questa volta.
Uscì dal bagno e si ritrovò Bieber a due centimetri dalla faccia.
"Mi dispiace ma non possiamo farlo per una settimana" annunciò lei stampandogli un bacio sulla guancia per poi allontanarsi, lasciandolo si stucco.
Justin a quelle parole sgranò gli occhi.
"una settimana?" disse Justin seguendola a ruota.
"Eh si..." disse lei stendendosi sul letto entrando al suo interno.
"Ma di solito non dura 3 giorni?" chiese di nuovo sedendosi sul letto.
"Io sono un caso particolare mio caro" disse Marianne osservando il display del cellulare: 3 nuovi messaggi, Thomas.
Tutti dicevano la stessa cosa. Si scusava e diceva di amarla.
Justin sbuffò e si stese sul letto, prima spense la luce.
"possiamo almeno coccolarci?" chiese ancora accarezzando a chioma rossa di lei.
"si ma non stasera" disse lei spegnendo il cellulare e appoggiandolo sul comò.
"Yeahhhhhhh" urlò piano Justin.
Era felice, sembrava un bambino piccolo a cui avevano comprato un giocattolo oppure
un novellino del liceo che aveva appena avuto il suo primo sei.
La ragazza si accoccolò al petto di lui. Prima di addormentarsi gli stampò un bacio sulle labbra,
e poi finalmente cadde nel mondo dei sogni, dove tutto era semplice da vivere, dove non c'erano regole,
dove tu sogni di essere nel posto giusto, con la persona giusta.------------------------------------------
Se trovate degli errori mi dispiace, non ho riletto.
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You ... My biggest mistake but I would do it so many times.
FanficLa signora Jenkins, racconta ai nipoti la sua storia. Di come ha conosciuto l'uomo della sua vita, e di come la ragazza del suo amore, ha spinto la signora Jenkins ad andarsene e fuggire per sempre. Lui è innamorato, ma troppo cieco per vedere che a...