16. the alleged chase

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Poi ci fu un giorno in cui Marianne era sola a casa e si annoiava, aveva accompagnato Justin,
accompagnato da Selena, a lavoro di lui e poi era ritornata a casa, si era stesa sul divano e aveva fatto un pisolino.
Pattie era a lavoro e non aveva nessuno con cui parlare, decise di alzarsi, prendere il telefonino,
la giacca ed uscire di casa a fare una passeggiata.
In tutto quel tempo che era stata lì doveva ancora farsi un giro e scoprire i segreti di quella cittadina.
Teneva le mani strette nelle tasche della giacca, poiché erano in pieno aprile e faceva freschetto,
camminava a testa alta osservando i raggi del sole sfiorare la candida pelle del suo viso pallido.
Amava quel calore, sarebbe rimasta interi minuti sotto il sole, che di quei tempi non era troppo caldo.
E così fece, trovò un posticino sull'erba fresca, ci si distese e portando le braccia dietro la testa,
si laciò riscaldare lentamente dai raggi del sole.
Stava per addormentarsi, quando un pallone le arrivò in pieno viso.
Si alzò di colpo, prendendo il pallone pronta a lanciarlo al suo proprietario.
"Scusa non ti avevo visto" disse un giovane ragazzo correndo in suo soccorso.
Marianne decise di calmare la sua rabbia, e per una volta avrebbe tenuto un tono gentile.
"Non ti preoccupare non mi sono fatta niente" disse alzandosi, così da essere alla stessa altezza del ragazzo,
il quale rise leggermente.
"Che hai da ridere scusa?" quella risata aveva liberato la sua scontrosità,
ma l'essere una persona educata aveva tenuto a bada la bestia che era in lei.
"Dici di non esserti fatta niente, allora perché stai piangendo?" a quella frase interrogativa,
Marianne le venne d'istinto toccarsi la guancia, e arrossì di colpo, quando scoprì che la sua guancia era bagnata.
"Non ti preoccupare, non lo dirò a nessuno" disse il ragazzo avvicinandosi pericolosamente al viso di lei.
Marianne sbuffò e con un'azione violenta gli porse il pallone all'altezza dello stomaco.
"Grazie.." disse il ragazzo sopprimendo il dolore.
"Prego" disse Marianne con un sorrisetto beffardo sul viso.
"Erik ma te la sei mangiata la palla?" disse una voce arrivando dalle spalle del ragazzo.
"No Rosy, stavo solo facendo conoscenza con questa bella ragazza" disse il ragazzo rivolgendo
uno sguardo provocatorio alla ragazza.
"Scusa gli atteggiamenti pervertiti di mio fratello...io sono Rosy" disse la ragazza porgendole aggraziatamente la mano.
"Piacere, io sono Marianne" disse ricambiando.
"E bambola, io sono Eri..." il ragazzo stava per presentarsi quando Marianne ebbe la bella idea di interromperlo.
"Non me ne frega" disse Marianne provando la rumorosa risata di Rosy.
Erik fece il finto offeso, mettendo un leggere broncio.
"Eh carino..." disse Marianne avvicinandosi a lui,
e con l'indice gli aveva toccato il labbro inferiore, proprio come si fa con i bambini.
"Mi sei già simpatica Mary" disse Rosy mantenendosi la pancia per il troppo ridere.
"Nessuna ragazza, prima di te, aveva mai trattato mio fratello come fai tu" disse la ragazza ricomponendosi
e mettendo le mani sui fianchi.
"So di essere unica, ma perché come lo trattano?" chiese Marianne visibilmente confusa.
Come si dovevano trattare gli uomini? Come delle pezze, proprio come loro trattano le donne, questa era l'ipotesi di Marianne.
"Tutte gli sbavano dietro anche se lui le tratta male" disse Rosy con fare ovvio.
Erik, infatti, era un bel ragazzo. Il tipico principe azzurro che esiste solo nelle favole.
Occhi azzurri e capelli biondi. Alto e muscoloso. Ma la caratteristica del Puttaniere, in primis.
Non assomigliava per niente a sua sorella Rosy, mora, occhi verdi e molto più bassa di lui.
Rosy notò l'espressione confusa di Marianne, e i suoi occhi facevano balzi da Rosy a Erik, per trovare qualche somiglianza tra di loro.
"Non siamo fratelli...fratellastri" tutto adesso era più chiaro nella mente di Marianne, la quale sospirò.
" Bene...ecco perché non vi assomigliate" Marianne non aveva un argomento così aveva parlato a vanvera.
I giovani ragazzi passarono tutto il pomeriggio a conoscersi, e Marianne disse la verità sulla sua vita questa volta,
senza nascondere niente. Fu la seconda volta per lei, si era fidata e si voleva fidare di quelle persone così gentili.
"Okkay è meglio se torniamo a casa" disse Erik alzandosi, seguito subito dopo da Rosy.
"Senti Marianne stasera ci sarebbe una festa a casa mia, ti andrebbe di venire?" chiese Rosy.
Marianne ci pensò su un attimo "Certo, vi accompagno così so dove abitate" ribatté Marianne prendendo
sotto braccio l'amica che di rimando sorrise.
Vedendole da lontano sembravano amiche per la pelle, era come se le due si conoscessero da tempo.
Avevano tanto in comune, e se sarebbero potute rimanere a parlare per ore e ore se solo Erik non fosse intervenuto al parco.
Arrivati davanti casa loro, Marianne decise di prendere la strada del ritorno,
ormai si stava facendo buio e si doveva preparare per la festa.
Tornata a casa, entrò in salotto e davanti ai suoi occhi, si ritrovò una scena vergognosa.
"Oh mio dio, scusatemi io non sapevo..." cercò di dire Marianne coprendosi gli occhi.
Ma l'unica cosa che riuscì a fare è correre in camera e chiudersi dentro finché i due
non avrebbero calmato o soddisfatto i propri ormoni.
In quel mese erano anche riusciti a trovare del tempo per andare a prendere la loro roba in albergo,
quindi i aveva di nuovo tutti i suoi vestiti più cool per una festa.
Dopo quaranta minuti interi, passati a provare qualcosa che gli andasse , bussarono alla porta.
"Avanti..." disse togliendosi la maglia, provatovi proco prima, rimanendo in intimo.
"Marianne io..." Justin stava per parlare, ma quando si accorse che era in reggiseno,
degli effetti negativi presero il sopravvento sul suo corpo.
"Scusa non sapevo ti stessi svestendo" disse facendo per uscire fuori dalla stanza.
"Justin...non ti preoccupare rimani" disse Marianne bloccandolo e invitandolo di nuovo ad entrare.
"Volevo solo scusarmi per ciò che è accaduto di sotto, non avrei mai fatto sesso con Selena..." Justin poteva continuare all'infinito. Ma pensandosi, Marianne aveva delle cose da dire a riguardo.
"Justin, non ti devi scusare, il rapporto che abbiamo io e te non ci vieta di certo di essere fidanzati e avere altri rapporti.
Siamo dipendenti dal sesso, non è un dramma" disse Marianne con tono tranquillo.
Justin rimase stupefatto dalle quelle parole, tanto da fargli spalancare la bocca e non riuscire più a richiuderla.
Quando poi si rese conto di quello che aveva realmente detto, parlò " Rapporti con altre persone?" Justin lo disse con un tono di piena gelosia al suo interno. Non poteva immaginare le mani di un altro sul corpo della SUA Marianne.
"Sei per caso geloso?" chiese Marianne stuzzicandolo con lo sguardo.
"Chi io? Neanche per sogno" disse assumendo una posa altezzosa.
Intanto Marianne gli si avvicinò, e gli morse il labbro inferiore, per poi andare in bagno a farsi una bella doccia.
Justin rimase lì come uno stoccafisso, non riusciva proprio a capacitarsi del fatto che
quella ragazza riusciva sempre a farlo impazzire, qualsiasi cosa ella facesse.
Forse doveva farsi avanti? Forse doveva mollare tutto per l'amore di una semplice ragazza? Per il momento non aveva alcuna voglia di lasciare Selena, in quanto lei portava a lui soldi. Per adesso voleva solo ammirarla da lontano e sentirla sua quelle poche volte che facevano l'amore. Anche per Justin era amore, non era sicuro, bisognava sperimentarlo.
Decise quindi di aspettarla fuori dal bagno e appena vi uscì,
rimase paralizzata come una bambina guarda Satana uscire dalla televisione.
"Ma tu sei cretino Bieber" disse Marianne toccandosi il petto dallo spavento.
Justin le si avvicinò poggiando le mani sui suoi fianchi, e con uno strattone la avvicinò a lei, fino a toccarsi la fronte.
"Facciamo l'amore?" chiese Justin respirando sulle labbra di lei.
"Justin lo facciamo in continuazione lo faremo dopo" disse Marianne cercando di vincolarsi dalla sua presa.
Ma lui era più forte e riusciva a tenerla salda tra le sue braccia.
"Marianne no il SESSO...l'AMORE" disse Justin calcando la voce su quelle due parole.
Che in quel momento erano particolarmente importanti per lui.
"Justin ma hai la febbre?" chiese Marianne tastandogli la fronte con la mano.
"Si sono malato di te" Marianne era sempre più convinta che Justin fosse caduto per le scale
e aver battuto la testa durante la sua assenza.
Rimasero a guardarsi ancora per un po' e Justin iniziò a baciarle il collo scoperto,
lei si fece abbandonare e finirono entrambi sul letto.
Proprio nel momento più cool della serata Justin si alzò e la lasciò lì da sola.
"Pesce d'aprile Babe" disse Justin con un sorriso beffardo sul suo volto.
Marianne ci era cascata con tutte le scarpe e ci era rimasta male. Si sentiva offesa, si alzò,
cacciò Justin dalla stanza e si vestì per poi andare alla festa.
Indossava un leggins nero lucido con una maglia abbastanza scollata sopra, che le tagliava il sedere.
Sotto portava delle scarpe, tacco dodici. Prese il trucco ed incominciò a fare linee con l'elyner per poi completare il tutto con del mascara assai nero. Tenne i capelli sciolti, lasciando i suoi boccoli rossi liberi di volare sulle sue spalle.
Prese la sua giacca nera, il telefonino, le chiavi dell'auto ed uscì da quella casa,
sotto gli occhi curiosi di Justin.
Sarebbe stata una festa da non dimenticare, solo che Justin volle seguirla senza farsi seguire.

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Se trovate degli errori mi dispiace, non ho riletto.

You ... My biggest mistake but I would do it so many times.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora