19. Expect the unexpected.

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Non aveva mai passato una giornata tutta dedicata a se stessa. Si sentiva leggera, bella e osservata da tutti,
infatti ogni volta che passava davanti a qualche ragazzo, quest'ultimo si ostinava a girarsi ed ammirarle il fondoschiena,
rimanendo con la bocca spalancata.
Camminava soddisfatta e sicura di se tra le piccole stradine di Stratford.
Ammirava il sole scaldarle la pelle, e gli uccellini cinguettare sui rami.
Passò in un parco e rimase qualche minuto ad osservare i bambini giocare divertiti a nascondino.
Le venne di istinto sorridere e incamminarsi verso casa. Pronta e decisa su quello che avrebbe detto a Justin.
Per tutto il tragitto non aveva fatto altro che prepararsi un discorso,
e quando il suo cervello e le sue parole non connettevano più decise di affidarsi nelle mani del destino.
Quando fu davanti quella casa, aprì la porta e venne accolta da un Justin preoccupato.
"Dove eri finita? ho provato a chiamarti solo che hai lasciato il telefono a casa e mi sono preoccupato"
disse Justin tutto d'un fiato.
Marianne osservò il ragazzo divertita per poi scoppiare in una risata senza senso.
"Non c'è niente da ridere" sbottò il ragazzo incrociando le braccia arrabbiato.
"Scusa è che ti devo dire una cosa e..." Marianne stava iniziando il suo discorso
ma fu bruscamente interrotta dalla ragazza di Justin: Selena.
"Ciao Marcy..." la salutò Selena con tono di sfida.
"Oh Sesy ci sei anche tu qua" ribatté con tono indifferente Marianne.
Selena rimase spiazzata e ritornò in soggiorno.
Quando la via fu libera, Marianne prese coraggio e come un razzo si avvicinò alle labbra del ragazzo,
stampandogli un sonoro e un casto bacio a stampo.
Justin rimase allibito, sapeva quanto lei lo facesse impazzire e con Selena in casa, non avrebbe resistito un secondo di più.
Insieme si diressero in soggiorno e Justin si sedette di fianco a Selena mentre Marianne su una poltroncina di fronte alla coppia.
"Sei andata dal parrucchiere?" chiese d'un tratto il ragazzo guardandola.
"Si, non pensavo lo notassi" disse Marianne arrossendo di colpo.
Per tutto il tempo a seguire, Justin e Marianne si mandavano sguardi provocanti, furtivi e Selena,
per quanto scema fosse, era riuscita a percepirne qualcuno, provocando in lei una grossa gelosia tramutatosi in rabbia.
"Pulcino ho voglia di un insalata" disse Selena attirando l'attenzione del fidanzato.
Interrompendo le frecciatine tra lui e la dolce Marianne.
"Un insalata?" chiese con tono interrogativo il ragazzo.
"Si...non voglio diventare grassa...ma" il ragazzo la interruppe evidentemente sapendo già la risposta della sua ragazza " ma sei una ragazza che mantiene la linea, lo so" sbuffò per poi alzarsi e porgerle la mano.
Lei gli sorrise accettando la mano e alzandosi, stampandogli un lungo bacio sulle labbra.
"Marianne noi andiamo...ci vediamo dopo" disse Justin prendendo per mano la fidanzata e dirigendosi verso la porta.
"Senti pulcino io vado un attimo in bagno tu aspettami in macchina okkay?" disse Selena fermandosi
prima di uscire da quella casa.
"Okkay fai come vuoi" disse il ragazzo uscendo e chiudendosi la porta alle spalle.
Selena e Marianne in quel momento furono sole in casa.
"Selena e tu cosa ci fai qui? non dovevi andare a prendere la tua insalata?" chiese la ragazza
notandola sotto la soglia della porta del soggiorno.
"Ah. ah. ah spiritosa la ragazza" disse Selena avvicinandosi pericolosamente.
"Sentimi bene stupida ragazzina, devi lasciare in pace Justin o ti rovinerò la vita" disse puntandole il dito contro.
"Selena io non ho paura di te, e se voglio portarmi Justin a letto niente me lo vieta" disse la ragazza
alzandosi e guardandola negli occhi.
"Ti è vietato andare a letto con lui, sapevo che eri una troia ma non di quelle che andava con quelli già fidanzati" disse toccando un tasto dolente.
Marianne era forte, l'aveva chiamata troia, ma in quel momento il respiro si fece più
pesante come se le lacrime facessero la lotta per uscire.
Ma doveva tenerle ben salde e non mostrarsi debole agli occhi di quella ragazza.
"Te lo ripeto Selena...non mi fai paura" disse Marianne alitandole in faccia.
"Ho tutte le carte per farti soffrire mia cara" disse Selena spostando il capo disgustata.
"Guarda sto già tremando" disse mostrando le mani che tremolavano per finta.
"Aspettati l'inaspettato" quelle furono le ultime parole della Gomez prima di uscire da quella porta, da quella casa.
Marianne arrivata a questo punto decise di non dichiararsi e di tenersi dentro tutti quei sentimenti quando lui le stava accanto.
Doveva essere forte e per un po' non accettare le provocazione che Justin le faceva.
Doveva far finta di nulla ed essere una buona coinquilina per il momento.
Justin aveva riavuto la sua patente e lei veniva messa a lavoro solo quando non c'era Selena.
Justin le diceva di riposarsi e Selena lo precedeva dicendole che avevano bisogno di intimità.
Odiava quella ragazza, non perché fosse invidiosa ma odiava la sua voce stridula.
E nel frattempo ammetteva che Selena fosse una brava attrice, e che fosse realmente una bella ragazza.
Se fosse stata più simpatica poteva esserci la possibilità tra le due ragazze di andare d'accordo.
Decise di distrarsi e di uscire a prendere una boccata d'aria, giusto per rinfrescarsi le idee.
In cielo il sole stava calando per dare spazio alla luna, che negli studi precedenti Marianne scoprì che la luna
non era altro che una stella priva di luce propria, ma che fosse il sole ad illuminarla.
Quando il buio fu il dominatore di quel paesino, Marianne non esitò di tornare a casa.
Molte ragazze sarebbero tornate indietro per la paura, ma Marianne non aveva alcuna intenzione di guardare i due piccioncini scambiarsi tenere coccole mentre lei li stava a guardare e immaginare che ci fosse lei al posto di Selena.
Non aveva paura di camminare da sola, anzi le dava del tempo per pensare,
e poi le precedenti storie di Pattie su quel paesino l'avevano rassicurata.
Non era mai successo niente di grave se non un incidente e qualche rapina, ma di stupri non se n'erano mai sentiti in giro.
Forse quello era la cosa che la rilassava di più, non voleva essere soggetta di nuovo di uno stupro.
Purtroppo la ragazza parlò troppo presto.
Da un vicolo sperduto ne uscì fuori un uomo con un calzino sul viso. E si avvicinò pericolosamente alla ragazza.
Questa teneva la testa bassa quindi si accorse dell'uomo solo quando gli andò a sbattere.
"Oh mi scusi..." disse la ragazza prima di sorpassarlo.
Questo la bloccò per un braccio e con violenza la trasportò dietro quel vicolo.
"Ma che fai lasciami stare" Marianne urlava e si dimenava per liberarsi dalla presa di quell'uomo che la toccava ovunque.
Ma l'uomo era più forte di lei e ad ogni movimento e calcio Marianne sembrava fargli il solletico.
"Se stai ferma in un attimo sarà tutto finito" disse l'uomo slacciandosi i pantaloni.
Marianne piangeva e sopportava in silenzio, le spinte dell'uomo all'interno della ragazza erano violenti, e le faceva del male.
Ma le preghiere di Marianne furono sentite da qualcuno, perché un ragazzo, dal viso familiare, le corse incontro.
"Ehi...ehi tu cretino vai via, lasciala stare" disse il ragazzo urlando e correndo verso di loro.
L'uomo, spevantato, se ne andò di corsa, lasciando la ragazza scivolare per terra presso quella parete umida e gelida.
"Ehi...ti senti.." le parole del ragazzo gli morirono in gola.
"Marianne?" disse il ragazzo sedendosi al fianco della ragazza.
"Andrà tutto bene, ci sono io adesso" disse prendendola in braccio.
Marianne era traumatizzata, era da un sacco che non le succedeva e adesso non smetteva di piangere.
Quell'uomo l'aveva fatta male e per poco non la uccideva.
Il ragazzo, che lei non era ancora riuscita a riconoscere, la portò a casa.
Bussò alla porta e venne ad aprire proprio Justin, il quale spalancò gli occhi alla vista della povera ragazza che piangeva a singhiozzi.
"Che cosa le è successo?" chiese Justin facendo spazio al ragazzo per farlo entrare in casa.
"Non lo so stavo venendo da voi, quando ho l'ho trovata in un vicolo con un uomo che i pantaloni sbottonati che la toccava ovunque" disse il ragazzo portando la ragazza nella sua stanza.
"Oh ma che sta succedendo qui?" disse Selena raggiungendo gli altri.
"Un uomo dici?" chiese ancora Justin senza dare alcuna importanza alla sua ragazza,
la quale rimase zitta e indifferente sulla soglia della porta della stanza.
"Si era un uomo, e sembrava che.." il ragazzo non riuscì a continuare la frase, lasciandola interpretare a tutti i presenti.
Marianne ormai era ad occhi chiusi che piangeva distesa sul letto mente gli altri parlavano e cercavano di tranquillizzarla.
Quando poi Marianne riuscì a calmare le lacrime cercò di riposarsi, ma appena chiudeva gli occhi per non piangere,
le apparivano tutte le scene di quella sera orribile a cui si affiancavano le scene della sua vita precedente.
Aprì gli occhi d colpo e tastandosi la forte scoprì di star sudando.
"Come è andato l'incontro?" chiese una voce all'interno della stanza.
Avrebbe riconosciuto quella voce fastidiosa ovunque.
"Selena? sei stata tu a mandare quell'uomo da me?" chiese Marianne sollevando il busto per guardarla negli occhi.
"Si...ti avevo avvertito e tu hai fatto la spiritosa" disse Selena alzandosi e raggiungendola sul letto.
"sei una ragazza spregevole" disse Marianne sputandole in faccia.
Selena si ripulì il viso e sorrise beffarda.
"Tu toccami Bieber e sei morta, se scopro che sei incinta di lui giuro che ti uccido con le mie stesse mani" concluse Selena uscendo dalla stanza lasciandola sola con i suoi pensiere che navigavano nella sua testa.
In effetti, notava un leggero rigonfiamento sulla parte superiore, leggeri sbalzi di umore solo che non aveva mai avuto la nausea.
Aveva solo dei leggeri giramenti di testa e il suo ventre aveva assunto una forma più rotonda.
Ma quella caratteristica l'aveva collegata al fatto che nel mese precedente aveva esagerato sul cibo.
Decise, quindi che la mattina seguente sarebbe andata a fare una visita in ospedale accertandosi di non essere incinta.
"Posso entrare?" questo ragazzo interruppe i pensieri di Marianne.
"Thomas...ciao, si entra" disse Marianne facendogli spazio sul letto.
"Come ti senti?" chiese il ragazzo sedendosi al suo fianco.
"bene..." mentì la ragazza sorridendo flebilmente.
"Non ti credo.." disse il ragazzo ottenendo uno sguardo curioso da parte di Marianne.
"Come scusa?" chiese Marianne alzando il sopracciglio.
"Ho sentito la conversazione tra te e Selena" disse il ragazzo, mentre Marianne abbassò lo sguardo.
Thomas le alzò il viso, costringendo la ragazza a guardarlo negli occhi.
"Dimmi la verità...sei incinta di Justin?" chiese Thomas scrutando attentamente negli occhi della ragazza,
cercando di scoprire la verità.
"Non lo so..." rispose Marianne "ma se mai dovesse essere vero tu non dovrai dirgli niente, spetta a me parlargli" aggiunse poi puntandogli un dito contro.
Thomas alzò le mani in senso di arresa "si questo compito è il tuo ma io voglio accompagnarti a fare le analisi" disse in modo deciso il ragazzo.
Marianne annuì, non voleva essere sola mentre affrontava la visita.
"Comunque tu che ci fai da queste parti? non eri partito?" chiese Marianne concentrando
l'attenzione su un filo di cotone che era sfuggito dalla coperta.
"Sono tornato da poco e volevo venirti a trovare" disse Thomas sorridendo.
"Anche perché l'ultima volta abbiamo litigato quindi..." disse lasciando la frase in sospeso.
"Si certo...hai trovato qualche ragazza a Parigi?" chiese Marianne attorcigliandosi il filo di cotone alle dita.
"Si...si chiama Sophie ed è una ragazza bellissima è americana ed è davvero una strafiga" disse Thomas facendo ridere di gusto Marianne.
La loro attenzione fu catturata dal suono di qualche mano che bussò alla porta.
Justin era entrato e con uno sguardo fece intuire a Thomas di lasciarli soli.
Marianne decise di rimanere zitta per quanto riguardava l'argomento "Selena"
e finché non ne era certa non avrebbe detto nulla nemmeno della sua gravidanza.
Justin si sedette al suo fianco, e la guardava con sguardo come a mandarle delle scuse.
Era mortificato e imbarazzato aveva paura di aprire di nuovo l'argomento quindi il silenzio fu il padrone di quegli attimi interminabili.

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Se trovate degli errori mi dispiace, non ho riletto.

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