DISCLAIMER:
Perdonate il mio napoletano scritto. I'm not a Neapolitan native speaker. Se ho scritto qualcosa di sbagliato potete dirmelo! Potrei essermi confusa con il foggiano provinciale......lol.«Uà!» esclamó la donna.
«Era da tempo che non mi vedevo accussì bell!»La signora si ammirava allo specchio, mentre si accarezzava i boccoli rosso mogano.
Giuliana. Erano mesi che non vedeva Napoli, era venuta a trovare la sorella dall'Emilia Romagna e lo aveva detto subito che aveva bisogno di un cambiamento. Era stanca di quel castano chiaro, sentiva che non le apparteneva più.
Quella era la terza volta che veniva in negozio e Carmine nutriva una certa simpatia per quella signora, nonostante l'avesse vista poche volte.
Dopo averle fatto vedere diversi colori, alla fine Giuliana si innamorò totalmente di quel mogano e fu la scelta definitiva. Carmine pensava che calzasse benissimo con i suoi lineamenti.
Occhi scuri, grandi, naso a patata e le guanciotte leggermente all'insù. Studiava sempre le caratteristiche del viso di chiunque e in base a quello, capiva quale colore andasse bene.Gli venne in mente la prima donna che aveva visto nella sua vita con quel colore di capelli. Effettivamente gli ricordava qualcosa.
Si. Sua madre.
Per un momento sentí come un sassolino cadergli nel cuore, duró pochissimo. Il tempo di fare un'ultima passata di tinta. Quella sensazione passó subito anche perché Giuliana intratteneva con i suoi aneddoti divertenti, per questo era una delle sue clienti preferite.
«Ma ce la porti ogni tanto Futura, in negozio?» chiese «la voglio conoscere! Voglio vedere se dal vivo almen nu poc ti somiglia...»
Patrizia, la titolare, stava passando la scopa in quel momento e Giuliana era l'ultima cliente di quel giovedì. L'aveva tenuta a casa sua solo due volte quando Carmine era uscito con Pino e Gianni.
«Non gli somiglia» si intromise Patrizia «Ma fa le sue stesse espressioni. Tali e quali»Carmine ancora non aveva capito quali fossero queste espressioni che diceva Patrizia. Ma era una donna con tre figli, forse era una cosa che percepivano solo le mamme sulla cinquantina.
Lui guardava Futura e vedeva Nina. Senza troppi giri di parole.
Non vedeva l'ora di tornare a casa e abbracciarla forte forte , come diceva lei. Tra l'altro quel giorno stava finendo più tardi del solito e gli mancava più del solito.«Comunque Carmine, si propr brav. Mo non ci vedremo per un po' perché torno a Ferrara. Di parrucchieri come vuj non ce ne stanno là. Gia mi manca, sto posto» disse Giuliana avvicinandosi alla cassa, mentre si guardava attorno.
«E noi sentiremo già la sua mancanza, signora» rispose Carmine. «sta proprio bene così»
Giuliana si guardò nuovamente allo specchio «O sacc. Mi devo riabituare a non parlare dialetto.»Di far pagare la signora se ne occupò Patrizia, invece Carmine si mise a spolverare la poltrona.
«Ciao, alla prossima!» salutó Giuliana.
Carmine la salutò con la mano «arrivederla signora!»
«Non mi dare del lei!» disse quando ormai era già fuori.Se ne andó nel suo camerino per prendere il cellulare. Erano le sette e dieci e Sara, la mamma di Nina, gli aveva mandato un messaggio cinque minuti prima.
Sta già dormendo.
Quel messaggio lo fece sorridere.
Qualsiasi cosa facesse Futura lo faceva ridere o sorridere, anche quando faceva cose che non doveva fare. Si arrabbiava raramente lui, in fondo era una bambina molto educata e abbastanza tranquilla.
È proprio vero quando si dice che i bambini rincitrulliscono completamente, alle volte.
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Tu non mi conosci.
Фанфик«Nu Jeans e na magliett!» una grossa risata uscì dalla bocca di Rosa «Ma c ti sittant'ann?» «Bast» disse Carmine prendendole il cellulare di mano «Hai sprecato la tua possibilità» «Eh ja, dai!» «L'hai voluto tu» «Scusa, mo veramente- faccio la seria...