«Hai la giacca che ti striscia per terra» disse quella voce.
Rosa si tiró su di se la sua giacca che aveva appoggiato sullo schienale della sedia, ma senza girarsi. Non era sicura della persona che aveva dietro, era comunque una voce che non sentiva da molto tempo. Aspettò qualche secondo e poi, lentamente, si voltò verso la sua interlocutrice.
Davanti a lei, in piedi, con un drink in mano, c'era una ragazza dai capelli lisci castani, occhi scuri e la pelle olivastra. Indossava una maglia con le maniche a balze fucsia e una gonna a tubino nera, vestiti che Rosa avrebbe già voluto avere nel suo armadio. Sul viso della ragazza era nato un grande sorriso nel momento in cui i suoi occhi incontrarono quelli di Rosa. Un sorriso che si stava per emozionare.Silvia.
Quando ride, o anche solo quando sorride, tende a socchiudere molto gli occhi, un particolare che a Rosa non era mai sfuggito dato che lo avevano detto spesso anche a lei. Per esempio, Ciro glielo diceva sempre.
Qualcuno in IPM le aveva addirittura scambiate per sorelle.«Lo sapevo che eri tu» sogghignò Silvia, asciugandosi velocemente una lacrima che usciva dall'occhio sinistro.
Rosa ovviamente non fu da meno. Come avrebbe potuto non piangere, in quella circostanza? Alla fine Naditza non le aveva mentito.
Uno a zero per la zingara.
Risero entrambe fino a che non si strinsero in un abbraccio caloroso. Rosa aveva proprio sentito la mancanza di Silvia e anche di un un abbraccio in quei giorni. Rimase stretta a Silvia per dei lunghi secondi, tenendo gli occhi chiusi. Silvia era la prima persona che aveva abbracciato e che aveva rivisto dopo anni a Napoli.
Ovviamente non potè che immaginarsi come sarebbe potuto essere abbracciare Carmine dopo tutti quegli anni.«Ma c ci fai ca?» mormorò Silvia sempre sorridendole, incredula di avercela davanti.
Per Rosa fu lo stesso «Silvia...è lunga la storia...» disse «Potrei finire domani. Ma te la racconterò»«E certo» disse lei, osservando l'amica dalla testa ai piedi.
Invece Silvia non fece a meno di chiedersi perché Rosa Ricci, che sapeva benissimo avesse un altro nome ma senza sapere quale fosse, si trovasse nello stesso luogo dove c'era anche Carmine Di Salvo. Conosceva Rosa, fin troppo bene, e una mezza idea del perché si trovasse lì forse ce l'aveva. Non voleva essere troppo maliziosa o romantica, ma sentiva che fosse lì solo per lui. E al posto di Carmine , Silvia non riavrebbe dato un'altra possibile a Rosa.
Non aveva mai capito Rosa.
Si era arrabbiata quando la piccola camorrista aveva deciso di lasciare la persona che tanto vantava di amare quando il suo amore invece, era letteralmente morto.
Il tutto per una vendetta.
E menomale che non era mai riuscita a portarla a termine perché a quel punto se la sarebbe mai ritrovata davanti come in quel momento, inaspettatamente. Nei suoi confronti aveva provato felicità , invidia e rabbia. Vederla la rese sicuramente felice, ma non poteva non essere anche che perplessa. Da quando era uscita dall'IPM, Silvia era anche diventata molto più diffidente di quanto non lo fosse mai stata. Si faceva molte più domande e chiaramente ne aveva tante pure per Rosa.Toccó le braccia dell'amica come per testare che fosse lì per davvero «Ma sei vera, si?»
Rosa rise «si» si chiese se fosse venuta con qualcuno o se fosse da sola.
Silvia pensó che quello non era proprio il momento giusto per farle troppe domande ma qualcosa la fermò invece, a non risparmiasene alcune.«Ma dove stai mo?»
«Al Nord» rispose Rosa «Emilia Romagna»Annuì. «Ah. E comm so' là e uagliun?» sorrise, un sorriso furbo. Questo fece ridere l'amica, che pensó che non fosse cambiata per niente. Era un po' imbarazzata nel risponderle quindi rideva e basta, pensando che non avrebbe più fatto domande di quel tipo.

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Tu non mi conosci.
Fanfiction«Nu Jeans e na magliett!» una grossa risata uscì dalla bocca di Rosa «Ma c ti sittant'ann?» «Bast» disse Carmine prendendole il cellulare di mano «Hai sprecato la tua possibilità» «Eh ja, dai!» «L'hai voluto tu» «Scusa, mo veramente- faccio la seria...