amaro

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Quella mattina Carmine si sveglió con una sensazione strana . Non riusciva a capire cosa fosse, all'inizio. Si sentiva nervoso ma non aveva assolutamente nessun motivo per esserlo.
Poi però, passando per la sala, inizió a collegare i punti.

Rosa dormiva sul suo divano.
Lui non l'aveva svegliata la sera prima. Perché?

Naditza avrebbe detto tu si asciut pazz.

E avrebbe avuto ragione.
Il motivo c'era.
La sera prima l'aveva vista stanca e probabilmente sarebbe dovuta tornare a casa con i mezzi, dato che non poteva avere una macchina. Non gli piaceva l'idea che dovesse vagare da sola per Napoli a quell'ora.

Beh, avrebbe potuto riaccompagnarla lui, no?
E invece no.
Gli era passato per la mente di farlo, quello si.
Quindi l'aveva lasciata dormire lì. A casa sua.
E poi pensó a delle realtà fantastiche di loro che fanno colazione in un bar e parlano di tutto, di qualsiasi cosa mentre fanno una passeggiata in riva al mare.
Si era completamente dimenticato della vita vera. Della sua vita. Quel gesto lo aveva fatto senza pensare.

Inizió a pensare a cose che non voleva pensare, gli scorrevano nella testa come una cascata. Tutto di botto. Tutti pensieri che non avrebbe voluto avere ma che sentiva profondamente allo stesso tempo.
Prima di tutto si era pentito di averla invitata.
A parte che non avevano concluso niente, aveva solo scoperto che sua madre era viva, il che era bellissimo, era contento per lei.
Cose così belle succedono poche volte nella vita. Soprattutto in un contesto come quello.

Non era quello il punto, però.
Carmine quella sera avrebbe dovuto passare il piu tempo possibile con i suoi migliori amici che vedeva poco durante l'anno.
E invece aveva rinunciato tutto per...lei?
Di nuovo?
No.

Poi ricordó quel giorno, di quando lo lasció all'altare e improvvisamente, mentre la guardava lì che dormiva, si sentii come un allocco. Stupido.
Wanda glielo diceva sempre che era troppo debole.

Nessuno si sarebbe mai comportato come lui stava facendo con Rosa.
Si stava comportando come se niente fosse.
Quando si dice che certe persone sono troppo buone, forse lui lo era pure, ma era anche troppo.

E poi che avrebbe fatto, le avrebbe portato pure la colazione sul divano?

Andó in bagno per lavarsi i denti.
Ora era tutto chiaro. Tutti quei pensieri erano l'accumulo di rabbia che si era tenuto dentro per tutti quegli anni. Ne aveva provata di rabbia, all'inizio, poi si era convinto che si doveva tenere il cuore in pace. Beh, in quel momento non sentiva proprio pace.


Ne aveva passate di tutti i colori.
Non poteva essere sempre in pace, per quanto ci riuscisse bene.
Naditza gli aveva chiesto se fosse ancora innamorato e ci ragionó a quella domanda, ma era quasi sicuro che quello fosse un no. Non era un no sicuro, ma anche se fosse stato un sì, non ci avrebbe riprovato. C'erano sempre stati problemi. Se prima erano i Ricci contro i Di Salvo, ora era l'identità nuova con una vecchia conoscenza.
Erano proprio destinati a essere niente.

Ovviamente non l'avrebbe cacciata via.
Assolutamente no. Di tenerla a casa era stata una sua scelta. Avrebbe dovuto trattarla come se niente fosse per l'ultima volta e poi iniziare a ragionare con la testa, che non voleva dire essere per forza duro con lei. Una cosa che gli veniva anche difficile fare, anche se temeva che lo avrebbe fatto prima o poi.

Non avevano avuto nessun tipo di contatto fisico. Valeva a dire che non si erano nemmeno abbracciati.
Dopo cinque anni senza vedersi non si era mai sentito che due persone non si abbracciassero, tralasciando le dinamiche.
Questo, purtroppo, lo faceva soffrire. Anche se era arrabbiato.
Alla fine aveva capito perché non era riuscito ad abbracciarla. Sentiva troppe emozioni in quel momento e, dato che la frustrazione, la delusione la rabbia e l'amarezza erano presenti, lo avevano frenato nell'avere quel tipo di contatto con lei.

Tu non mi conosci.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora