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Harry era imbarazzato, imbarazzato e soffriva tantissimo, cazzo. Per di più esausto. Era difficile credere che solo nel pomeriggio avesse dovuto stringere i denti e sopportare il fatto che Louis avesse vinto il primo posto. Ora, tra tutti, era lui che lo aveva ricucito. Perché? Perché l'ha fatto? Suo padre era in preda a un raptus maniacale e, una volta nelle sue grinfie, non poteva uscirne. Doveva aspettare che si ubriacasse abbastanza da diventare sciatto, e quella era stata la sua unica salvezza. Inciampò in un ultimo colpo e lo mise al tappeto. Poi è scappato come un fottuto codardo alla ricerca dell'unica persona che lo aveva fatto sentire al sicuro. E invece è finito con Louis. L'ironia è al suo massimo, ma non era dell'umore giusto per apprezzarla.

Premette il telefono all'orecchio e lo ascoltò squillare, ancora seduto sul bordo della vasca. Non riusciva nemmeno a credere di essere andato lì, ma non aveva idea di dove altro cercare Liam e sapeva che non sarebbe riuscita ad andare molto lontano nel suo stato attuale. "Lou?" Zayn rispose al telefono. Erano quasi le quattro del mattino ormai. "Stai bene?" Sembrava un po' ubriaco e c'era ancora molto rumore in sottofondo.

Gli venne in mente di riagganciare, Liam era la sua ultima risorsa. "Sono Harry. Liam è lì?" "È mezzo svenuto. Vuoi che lo svegli? Stai bene?" Non ha mai capito perché Zayn fosse gentile con lui quando aveva letteralmente fatto lo scopo della sua vita quello rendere la vita di Louis un inferno. Non riusciva nemmeno a capire la loro amicizia e come fosse sopravvissuta a tutte le loro stronzate nel corso degli anni. "Sì, non importa. Digli solo che lo sto cercando". Non avrebbe fatto guidare Liam da ubriaco. "Ci vediamo". Riattaccò prima che potesse dire altro, ma il telefono ricominciò a squillare.

Louis si affacciò alla porta e glielo prese. "Cosa?" Si appoggiò al telaio. "Aveva solo bisogno del telefono". Louis lo guardò, mentendo spudoratamente, per qualche motivo. Non aveva intenzione di ringraziarlo, ma gliene era grato. "Sta bene. No, non guidare. Ti dico che sta bene". Ci fu una pausa. "Sì, è vero. Sì, lo odio, ma non sto mentendo. Ok, sì... bene, ci vediamo domani". Riattaccò, poi guardò l'orario e aggiunse: "O oggi, credo" Guardò la bottiglia che aveva in mano, desiderando un altro drink. Harry non beveva quasi mai, non gli piaceva farlo ora, così distolse lo sguardo dagli occhi comprensivi di Louis. Quella serata poteva diventare ancora più folle? Louis sospirò. "Puoi stare nella stanza di Zayn per la notte".

Voleva rifiutare, ma dove altro poteva andare? Se suo padre lo avesse trovato in quelle condizioni, lo avrebbe ucciso. Con riluttanza, annuì. Che vita di merda che aveva. Il suo rivale era l'unica persona a cui poteva rivolgersi? Porca miseria. Si mise in piedi a fatica, trasalendo per il dolore, e seguì Louis fino alla porta di Zayn.

"Cazzo, c'è qualcuno lì dentro. Chi diavolo è?". Guardò con gli occhi spalancati la stanza. Controllò poi la stanza di sua madre, trovando un'altra persona, e imprecò per il fatto di trovarsi in una casa piena di persone che non conosceva. "Non c'è problema. Troverò un posto". Non aveva nessun posto. Nessuno. "Non puoi andartene così, stronzo. Liam mi ucciderà se muori", Disse Louis di getto. "Cazzo, puoi prendere il mio letto e io dormirò sul divano con... mia madre". Fece una smorfia. "Dormirò sul pavimento" Harry guardò il pavimento. Fuori probabilmente sarebbe stato più pulito.

"Togliti la tua dannata merda. Ti prendo una tuta pulita...". Col cazzo che avrebbe preso in prestito un paio dei suoi boxer.

Non aveva la forza di discutere e, a dire il vero, gli girava troppo la testa per pensare bene. Louis lo condusse nella sua minuscola stanza e lo lasciò spogliare. Non avrebbe mai pensato di trovarsi in casa sua e tanto meno nella sua camera da letto. Cazzo, è surreale. Ci volle un po' di tempo, ma poi Harry si tolse i pantaloni, le scarpe e i calzini, mentre la camicia era già sparita da un pezzo. Non aveva fatto caso al fatto che fosse rimasto in boxer per tutto il tempo, ma quando Louis tornò con dei vestiti, fu felice. Non erano nemmeno puliti, ma non importa. Niente delle loro vite era pulito. Con un paio di pantaloni della tuta grigi che non avevano un buon odore, si tolse i boxer insanguinati e riuscì a infilare i pantaloni. Puzzavano di Louis. Cazzo.

I Hate You, I Love You|| LSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora