cap 13: Ritorno alla quotidianità

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Alex e Jane entrarono nella loro stanza d'albergo, stanchi ma felici. Si spogliarono e si infilarono sotto le coperte, abbracciandosi forte. Alex le accarezzò i capelli e le baciò la fronte. Jane gli sorrise e gli disse che lo amava. Alex le rispose che anche lui la amava, e che non voleva perderla mai. Jane gli disse che non l'avrebbe perso, perché erano fatti l'uno per l'altra. Alex le chiese come lo sapesse, e Jane gli disse che era un'istinto, una sensazione che aveva da sempre.

- Alex, io ti conosco da molto tempo - disse Jane, guardandolo negli occhi.

- Da molto tempo? - ripeté Alex, confuso.

- Sì, da molto tempo. Non so come spiegartelo, ma sento che siamo legati da un filo invisibile, che ci ha fatto incontrare e riunire. Forse ci siamo conosciuti in una vita precedente, o forse siamo anime gemelle. Non lo so, ma so che ti amo, e che tu mi ami.

- Jane, sei meravigliosa - disse Alex, abbracciandola.

- Tu sei meraviglioso - disse Jane, baciandolo.

Si addormentarono tra le braccia l'uno dell'altra, sognando il loro futuro insieme. Ma quello che non sapevano era che il loro amore nascondeva un segreto, un mistero che avrebbe cambiato le loro vite per sempre. Jane era un angelo, inviata sulla terra per proteggere Alex, il prescelto. Alex aveva un dono, la capacità di vedere e comunicare con gli spiriti, e di influenzare il destino. Entrambi erano parte di un piano divino, che li avrebbe portati a scoprire la verità sul loro passato, sul loro presente e sul loro futuro.

Il giorno dopo partirono, e tutto il gruppo era carico, anche se stanco. Era un lungo viaggio

All'alba pallida, Alex si mosse, la mente ancora per metà avvinghiata dai tentacoli del sonno. Il respiro leggero accanto a lui gli disse che Jane era ancora alla deriva nei sogni, si spera molto più gentili dell'incubo che l'aveva colta nella notte. Sbatté le palpebre lentamente, permettendo ai suoi occhi di adattarsi alla luce fioca che filtrava attraverso le tende. La stanza era immersa in un silenzio, un sacro silenzio che sembrava una pausa tra i capitoli della loro vita. Il peso della rivelazione del giorno prima - il viaggio a Parigi - pendeva sospeso come un delicato lampadario, i suoi cristalli pronti a tintinnare con il risveglio del giorno.

Lo sguardo di Alex cadde sul suo dipinto della sera prima, i suoi colori più tenui nella luce fioca ma non meno potenti. Le immaginate strade di Parigi sussurravano promesse di ispirazione e fuga. Desiderava ardentemente camminare per quelle strade, sentire il pulsare di una città viva di arte e storia. Immergersi nelle immagini, nei suoni e nei profumi di un luogo che aveva conquistato il cuore di innumerevoli artisti prima di lui.

Il respiro di Jane sussultò, un piccolo segnale che stava riemergendo dal sonno. Alex la osservò, le sue ciglia svolazzavano come delicate ali contro le sue guance. Si girò verso di lui, gli occhi si aprirono lentamente per incontrare i suoi. In quel momento, sentì un'ondata di affetto per lei, per la forza e la resilienza che possedeva.

"Buongiorno," mormorò, la voce rauca per il sonno.

"Buongiorno," rispose Alex con un sorriso dolce. "Hai sognato ancora?"

Jane scosse la testa dolcemente. "Niente più incendi. Solo... silenzio."

"Va bene." Le tolse una ciocca di capelli dal viso, infilandola dietro l'orecchio. Le sue dita indugiarono per un momento, assaporando la morbidezza della sua pelle.

L'aria tra loro si riempì di parole non dette, cariche di emozione e di esperienze condivise. Alex lo interruppe con una leggera stretta alla mano di Jane. Sapeva che avevano una lunga strada davanti a loro, ma era determinato a percorrerla al suo fianco.

"Dovremmo probabilmente alzarci," suggerì. "Abbiamo molto da fare prima del nostro viaggio."

Jane annuì e scivolò fuori dal letto, stirandosi languidamente mentre lo faceva. Alex la osservò per un altro momento prima di unirsi a lei per salutare il giorno. Si meravigliava della sua grazia, del modo in cui si muoveva con una tranquilla sicurezza nonostante le ombre che la perseguitavano.

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