cap 19: Enigmi insoluti

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Alex e i suoi amici decisero di trascorrere la giornata insieme, meditando e allenandosi sotto la guida di Alex. Il gruppo si riunì in un parco tranquillo, dove l'aria fresca e il sole caldo creavano l'atmosfera perfetta per rilassarsi e riflettere.

Alex iniziò guidando tutti in una sessione di meditazione. "Chiudete gli occhi e concentrate la vostra attenzione sul respiro," istruì con voce calma. "Lasciate andare ogni pensiero e preoccupazione."

Mentre i suoi amici si immergevano nella meditazione, Alex li osservava con un misto di orgoglio e preoccupazione. Sapeva che stavano entrando in un mondo più grande e potenzialmente pericoloso di quanto potessero immaginare.

Dopo la meditazione, Alex li guidò attraverso alcuni esercizi di visualizzazione e concentrazione, insegnando loro tecniche per rafforzare la mente e lo spirito. José sembrava particolarmente ricettivo, la sua sensibilità di poeta che lo aiutava a connettersi facilmente con le energie sottili.

"È come se potessi vedere i colori delle nostre aure," mormorò José meravigliato dopo un esercizio particolarmente intenso.

Mentre il pomeriggio avanzava, il gruppo decise di fare un picnic. Si sistemarono su una collina erbosa con una splendida vista sulla città. L'atmosfera era rilassata e gioiosa, con risate e chiacchiere che riempivano l'aria.

Fu in quel momento che Alex decise di aprirsi completamente. Prendendo un profondo respiro, attirò l'attenzione di tutti.

"Amici, c'è qualcosa che devo dirvi," iniziò con voce seria. "So che può sembrare incredibile, ma... io posso vedere gli spiriti."

Un silenzio stupito cadde sul gruppo. Poi, lentamente, le domande iniziarono a emergere.

"Cosa intendi esattamente?" chiese Pierre, gli occhi spalancati per la curiosità.

Alex spiegò loro del suo dono, di come fin da bambino avesse potuto percepire e interagire con le presenze spirituali. "Proprio ora," disse guardandosi intorno, "posso vedere diversi spiriti che si godono il sole insieme a noi. Alcuni sono antichi, altri più recenti."

I suoi amici ascoltavano rapiti mentre Alex descriveva gli spiriti che vedeva: figure in abiti d'epoca, bambini che giocavano, anziani che sorridevano benevolmente al gruppo.

"E non sono solo estranei," continuò Alex con voce più sommessa. "Vedo anche... il mio nonno. I miei zii che non ci sono più. E..." la sua voce si incrinò leggermente, "mia madre."

A quelle parole, il padre di Alex, che era rimasto in silenzio fino a quel momento, ebbe una strana reazione. Il suo volto si adombrò e distolse lo sguardo, come se quelle parole gli avessero causato un dolore profondo.

Jane, notando il turbamento di Alex, gli si avvicinò e lo abbracciò dolcemente. "Va tutto bene," gli sussurrò. "Siamo qui con te." Poi, con delicatezza, lo baciò, un gesto d'amore e conforto che sembrò riportare un po' di luce negli occhi di Alex.

Mentre il sole iniziava a tramontare, il gruppo rimase sulla collina, gli occhi rivolti verso il cielo che si tingeva di sfumature rosate e dorate. Le prime stelle iniziarono a brillare nel crepuscolo.

Alex e Jane, mano nella mano, contemplavano il firmamento in silenzio. I loro pensieri vagavano attraverso le vite passate che avevano condiviso, le innumerevoli volte in cui si erano incontrati e amati.

"È strano pensare a tutte le vite che abbiamo vissuto," mormorò Jane. "Mi chiedo dove ci porterà questo cammino."

Alex annuì pensieroso. "A volte mi domando se conosciamo davvero tutta la verità. Ci sono ancora così tante domande senza risposta."

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