cap 25: Ritorno alla normalità

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Il sole era ormai alto nel cielo quando Alex e Janet raggiunsero la base della collina. L'adrenalina della notte precedente stava lentamente svanendo, lasciando spazio a una stanchezza profonda che sembrava permeare ogni fibra del loro essere. Eppure, nonostante l'esaurimento fisico, c'era una nuova luce nei loro occhi, un senso di meraviglia e di possibilità che non avevano mai provato prima.

"Non posso credere a quello che è successo," mormorò Janet, stringendo ancora la mano di Alex come se temesse che potesse svanire da un momento all'altro.

Alex annuì lentamente, il suo sguardo perso nell'orizzonte. "Lo so. Sembra tutto così... irreale."

Mentre camminavano, Alex notò che qualcosa stava cambiando. Le ombre degli alberi, che fino a poche ore prima sembravano nascondere minacce oscure, ora erano solo ombre normali. Il vento tra le foglie, che prima gli era sembrato sussurrare segreti arcani, ora era solo un suono piacevole e familiare.

"Janet," disse Alex, fermandosi improvvisamente. "Credo che... credo di non sentire più nulla."

Janet lo guardò perplessa. "Cosa intendi?"

"Gli spiriti, le presenze... tutto quello che ho sempre percepito. È come se... come se fosse scomparso."

Per un momento, il panico si impossessò di Alex. Aveva sempre considerato la sua capacità di percepire l'invisibile come una parte fondamentale di sé stesso. Ora che era svanita, si sentiva stranamente vuoto, incompleto.

Janet gli strinse la mano più forte. "Alex, guardami," disse con dolcezza. Quando i loro occhi si incontrarono, continuò: "Sei ancora tu. Quello che è successo stanotte, quello che abbiamo fatto insieme... è stato reale. Non hai bisogno di vedere gli spiriti per essere speciale."

Le parole di Janet colpirono Alex profondamente. Sentì un nodo formarsi in gola, un miscuglio di emozioni contrastanti che minacciavano di sopraffarlo. Gratitudine per la comprensione di Janet, tristezza per la perdita della sua abilità, ma anche, sorprendentemente, un senso di sollievo.

"Forse," disse lentamente, "forse è un bene. Forse ora posso finalmente vivere una vita normale."

Janet sorrise, un sorriso pieno di amore e comprensione. "La nostra vita non sarà mai 'normale', Alex. Non dopo quello che abbiamo vissuto. Ma sarà la nostra vita, e la vivremo insieme."

Improvvisamente, Alex sentì il desiderio irrefrenabile di ridere. Iniziò come un leggero tremito delle spalle, poi si trasformò in una vera e propria risata. Janet lo guardò stupita per un momento, poi si unì a lui. Risero insieme, un suono liberatorio che sembrava lavare via tutta la tensione e la paura delle ultime ore.

"Andiamo," disse Alex quando finalmente riuscirono a calmarsi. "C'è un posto dove vorrei andare."

Mano nella mano, si diressero verso il piccolo laghetto nascosto nel bosco, il loro rifugio segreto fin dai tempi del liceo. Quando raggiunsero la riva, si sedettero sull'erba, le dita dei piedi che sfioravano l'acqua fresca.

"Ti ricordi la prima volta che siamo venuti qui?" chiese Janet, appoggiando la testa sulla spalla di Alex.

Alex sorrise al ricordo. "Come potrei dimenticarlo? Eri così arrabbiata con me perché avevo rovinato il tuo libro preferito."

Janet rise. "E tu continuavi a scusarti, promettendo di comprarmene uno nuovo."

"Invece ti ho portato qui," continuò Alex. "E abbiamo passato l'intero pomeriggio a parlare di libri, di sogni, di..."

"Di noi," concluse Janet dolcemente.

Si guardarono negli occhi, e in quel momento, Alex capì che non aveva bisogno di vedere gli spiriti o di percepire presenze soprannaturali. Tutto ciò di cui aveva bisogno era lì, negli occhi della donna che amava.

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