La lezione di filosofia era noiosa come al solito. Il prof Paddy, un insegnante molto severo, con baffi molto folti, pancia e sulla sessantina che sembrava un tricheco, interrogava Alex e Janet su Hegel, ma loro non sapevano neanche una domanda. Il prof Paddy sbuffava e li rimproverava, dicendo che erano degli ignoranti e che dovevano studiare di più. Alex e Janet abbassavano lo sguardo, imbarazzati e annoiati. Gli altri studenti li guardavano con compassione o con disprezzo, a seconda dei casi.
Blanca era mezz'addormentata e sogghignava il nome del fratello di Alex, che si chiamava Luke. Blanca aveva una cotta per Luke, ma lui non la degnava di uno sguardo. Blanca si immaginava di uscire con lui, di andare al cinema, di baciarsi sotto le stelle. Si sentiva felice e si dimenticava della lezione.
Rosa si faceva la manicure di nascosto dietro al taccuino. Rosa era una ragazza vanitosa e superficiale, che pensava solo alla sua bellezza e ai suoi vestiti. Rosa non si interessava della filosofia, né di nient'altro che non fosse lei stessa. Rosa si guardava le unghie e sorrideva, soddisfatta del suo lavoro.
Pierre, ed il gruppo dei matematici si preparavano ad un nuovo concorso di Matematica nazionale, che si sarebbe tenuto la settimana prossima. Pierre era il capo del gruppo, ed era un genio della matematica. Pierre amava i numeri, le formule, i problemi. Pierre non amava la filosofia, la trovava inutile e astratta. Pierre e il suo gruppo si scambiavano dei fogli con delle equazioni, e si sfidavano a risolverle.
Jose Caballera, scriveva una poesia e sembrava in stato di trance, come a scrivere sul banco. Jose era un ragazzo sensibile e romantico, che amava la letteratura e la musica. Jose scriveva poesie da quando era piccolo, e sognavo di diventare un poeta famoso. Jose non ascoltava il prof Paddy, ma ascoltava la sua musa, che gli ispirava le parole.
Bjorn li lanciava delle palline di carta in bocca cercando di fare centro. Bjorn era un ragazzo buffo e simpatico, che amava fare scherzi e divertirsi. Bjorn non si prendeva sul serio, e non si preoccupava della scuola. Bjorn faceva ridere i suoi amici, e faceva arrabbiare i suoi professori.
La lezione finiva, finalmente. Il prof Paddy usciva dalla classe, sbattendo la porta. Gli studenti si alzavano e si preparavano ad andare in pausa. Si riunivano tutti insieme a merenda, parlando del più e del meno. Alex si univa al gruppo, ma si sentiva distratto. Aveva qualcosa che gli frullava in testa, qualcosa che lo preoccupava. Era la foto di sua madre, che aveva visto in camera del padre. Sua madre, che era morta in un incendio quando lui aveva sei anni. Sua madre, che gli mancava tanto. Alex si chiedeva chi fosse quella donna, che assomigliava tanto a lei. Alex si chiedeva se fosse una coincidenza, o se ci fosse un mistero. Alex si chiedeva se fosse il momento di scoprire la verità.
Sommerso dal frastuono della mensa, Alex giocherellava con il bordo sfrangiato del tovagliolo, i pensieri in subbuglio. Addentò il panino, il sapore insipido rispetto alle domande che lo tormentavano. Dall'altra parte del tavolo, Rosa si scostò i capelli, intravedendo il proprio riflesso nella finestra.
"Guarda questo colore," raggiante, mostrò le unghie a chiunque le desse un'occhiata. "Non è semplicemente fantastico?"
Il gruppo rispose con cenni di testa distratti, Pierre scarabocchiava numeri su un tovagliolo, Bjorn puntava il suo prossimo bersaglio per un lancio di palla di carta. José canticchiava piano tra sé e sé, scrivendo l'ultima riga della sua poesia sul retro di un foglio di compiti.
"Fantastico," riecheggiò Alex distrattamente. La parola echeggiò nella sua mente - stupefacente come la donna nella fotografia, i suoi occhi familiari come una melodia ossessionante.
Le risate di Bjorn interruppero la fantasticheria di Alex mentre segnava un colpo diretto nello zaino aperto di Pierre. "Centro!"
Pierre si accigliò ma lasciò correre. "Se mettessi metà dello sforzo in queste equazioni..."
Rosa sospirò, alzando gli occhi al cielo per le buffonate dei ragazzi. Si voltò verso Alex, cercando un alleato nella vanità. "Non hai parlato molto oggi, Alex. Che succede?"
Alex esitò; l'immagine della fotografia gli balenò davanti ancora una volta. Poteva sentire i suoi bordi che gli bruciavano nella coscienza. La curiosità era implacabile.
"Stavo solo pensando a qualcosa," borbottò.
José alzò lo sguardo dai suoi versi. "Qualcosa o qualcuno?"
Alex sentì un'urgenza crescente. Non era solo una curiosità oziosa, era personale, viscerale. Lo tirava con un'intensità che non poteva essere ignorata.
"Già," ammise, incrociando lo sguardo inquisitivo di José. "Qualcuno del mio passato."
Rosa si animò, l'interesse stuzzicato da un potenziale dramma, per una volta, piuttosto che dall'estetica. "Qualcuno come una vecchia fiamma?"
"No." Alex scosse la testa. "Famiglia."
Il tavolo rimase in silenzio per un momento; persino Bjorn si fermò a metà tiro.
"I misteri di famiglia sono profondi," disse José con voce sommessa, quasi con reverenza.
Alex annuì lentamente; sapeva che era ora di immergersi in quella profondità - per cercare risposte dove prima c'erano solo ombre.
"Devo saperne di più su mia madre," confessò al tavolo, le parole che ora sembravano pesanti e reali nell'aria tra loro.
Rosa posò lo specchio con un leggero clic; Pierre chiuse il tappo della penna; Bjorn lasciò svolgere la sua palla di carta, dimenticata.
"E ti aiuteremo noi," dichiarò Pierre con fermezza, un matematico pronto a risolvere l'equazione più complessa che avesse mai incontrato: svelare il passato di Alex.
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il giardino degli amaranti
RomanceUn ragazzo ed una ragazza, separati dalla distanza di un sogno e dalla realtà. Il posto più emblematico del libro è un giardino di amaranti, in cui il giovane Alex conoscerà una ragazza di nome Janet, una ragazza molto particolare e completamente d...