cap 18: Legami

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Nei giorni seguenti, la sorellina di Alex iniziò a riprendersi in modo inspiegabilmente rapido, come se la malattia misteriosa che l'aveva colpita stesse lentamente svanendo nel nulla. I medici erano allibiti di fronte a quella guarigione quasi miracolosa.

Alex provava un profondo sollievo nel vedere la sorellina tornare pian piano in salute, anche se non riusciva a togliersi di mente l'enigma dietro quella ripresa improvvisa. I ricordi delle settimane difficili appena trascorse continuavano a tormentarlo.

Tornati a scuola dopo quei giorni turbolenti, Alex e Jane si resero presto conto che qualcosa era cambiato nei loro compagni di classe. Un'aura strana aleggiava intorno a loro, come se fossero diventati degli estranei.

Rosa, la vanitosa ragazza ossessionata dal suo aspetto, si presentò a scuola con un nuovo taglio di capelli dall'aria trasandata, senza alcun trucco e vestita con abiti vissuti. I suoi occhi erano spenti, privi della solita luce di autocompiacimento.

"Rosa, che ti è successo?" chiese Jane con preoccupazione, non abituata a vederla così trasandata.

Rosa si strinse nelle spalle in modo apatico. "Non lo so... È come se avessi perso ogni motivazione per curarmi."

Ancor più inquietante era il comportamento di Pierre, il genio della matematica sempre concentrato sui suoi calcoli e problemi. Quel giorno se ne stava seduto al banco a fissare il vuoto, senza nemmeno un foglio o una penna tra le mani.

"Pierre? Tutto bene?" chiese Alex esitante, avvicinandosi.

Pierre si voltò a guardarlo con occhi vitrei. "Bene? Perché dovrei stare bene? I numeri, le equazioni... Tutto così inutile alla fine."

Gli altri ragazzi della classe sembravano aver subito una simile trasformazione. José, il romantico poeta ispirato, aveva smesso di scrivere, affermando che le parole avevano perso ogni significato. Bjorn, il burlone che amava gli scherzi, era diventato cupo e silenzioso.

Persino Janet sembrava diversa, come se una parte della sua luce interiore si fosse oscurata.

Alex era turbato da quei cambiamenti così radicali. Era come se i suoi amici avessero perso ogni passione, ogni scintilla che li rendeva unici. Ma cosa poteva essere successo per provocare una tale metamorfosi?

Mentre si avviavano alle lezioni, Alex attirò Jane da parte con aria grave. "È come se un'ombra si fosse posata su di loro. Dobbiamo capire cosa sta succedendo."

Jane incrociò lo sguardo preoccupato. "Hai ragione. Un cambiamento così repentino non può essere normale."

Alex annuì lentamente, una nuova determinazione che gli ardeva dentro. "Allora indagheremo a fondo. Non li lascerò sprofondare in questo stato cupo e apatico."

Jane gli strinse la mano con forza. "Insieme, Alex. Risolveremo questo mistero fianco a fianco."

Con un sorriso teso, Alex ricambiò la stretta. Qualunque fosse la causa dietro quei cambiamenti inquietanti, l'avrebbero affrontata uniti, come avevano sempre fatto.


Quella sera, Janet, Phil, il fratello di Alex chiamato Luke e lo stesso Alex organizzarono una festa a casa. Invitarono anche Pierre e il resto del gruppo dei matematici.

Nonostante le preoccupazioni della giornata, mentre l'atmosfera si riscaldava e le risate riempivano la stanza, i ragazzi sembravano rilassarsi e tornare un po' alle loro vecchie personalità. Pierre addirittura tirò fuori un complicato rompicapo matematico per sfidare gli altri.

"Ehi, non siamo qui per farci scoppiare la testa!" protestò Bjorn scherzosamente, lanciandogli un cuscino addosso. Pierre ridacchiò, quasi ritornando al suo vecchio spirito competitivo.

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