Dormivano ancora nudi, confusi l'uno nell'altra in un intreccio di braccia, mani lenzuola e gambe.
Avevano fatto l'amore per la prima volta dopo il ritorno di Renesmee, con tutta la fame e il desiderio che si possono avere dopo mesi in cui si è creduto che non sarebbe più accaduto, con tutta la necessità di assaporarsi ancora per dissipare le paure, per scongiurare la paura che i baci e i respiri, la pelle e i sussurri fossero soltanto i propri sogni allucinati divenuti reali.
Renesmee aprì gli occhi sul nuovo giorno che stava per nascere, si guardò intorno come se il proprio cervello non riuscisse ancora a comprendere in quale luogo fosse.
Poi le pareti, tinte di un delicato verde anilina, si riscaldarono al colore diffuso del sole e gli oggetti presero foma e identità, ricordandole il luogo in cui si trovava.
Jacob le dormiva accanto, disteso sul fianco, con il viso affondato nel cuscino; la bocca carnosa e leggermente schiusa e l'espressione beata di un bimbo sereno.
Non poté resistere alla tentazione di passargli le dita tra i capelli lucidi e nerissimi.
Nonostante il tocco vellutato e leggero, il mezzo lupo percepì il calore diffondersi sulla cute e mantenendo gli occhi chiusi, mugolò soddisfatto, come un gatto alle carezze del padrone.
Rotolò tra le lenzuola, fino a distendersi bocconi, al suo fianco, puntellando il peso del torso sui gomiti; portò le mani aperte sul ventre nudo di Renesmee, incorniciando l'ombelico, come fosse la laguna interna di un piccolo atollo tropicale.
La concavità dei palmi ne contenne la rotondità appena accennata, mentre i polpastrelli dei pollici carezzavano dolcemente la sottile linea alba dal pube all'ombelico.
Anche le labbra la percorsero, riempiendola di piccoli baci, augurandole, in un modo tutto, suo il buongiorno.
- Jacob! - si finse infastidita, - Non vorrai ricominciare.-
- L'hai sentito anche tu Carlise: "La gravidanza non è una malattia! ", ripeté le parole del vampiro, imitandone la voce compassata, "Potete fare l'amore tutte le volte che volete."
- "Purché non facciate cose strane", mi pare abbia aggiunto. -
- Guastafeste! - commentò, con un espressione delusa.
- Vieni qui. - lo attirò a sé, sistemandoselo a fianco, - Ti rendi conto che tra qualche mese saremo genitori? -
- Credo che fino a quando non avrò mio figlio tra le braccia ... -
- Cosa ti fa credere che sia un maschio? -
- Deve essere un maschio!-
- Ma sentilo l'alfa!-
- Non c'entra niente il ruolo nel branco ... anzi ... spero che la mutazione salti una generazione, come con Billy. - spiegò pensieroso. - È solo che ... - si interruppe sospirando, - Temo che se fosse femmina, correrei il rischio di diventare come Edward! - concluse con gli occhi sgranati, come se fosse terrorizzato dall'eventualità.
Renesmee si portò entrambe le mani a coprirsi la faccia, soffocando una risata divertita.
- Questa sì, che sarebbe la fine del mondo!-- Renesmee? -
Un tintinnio delicato le giunse all'orecchio, risvegliandola completamente dal suo sogno.
La voce di sua madre.
- Mamma ... - mormorò, portando la mano sulla bocca, per coprire uno sbadiglio, - Sognavo. - aggiunse, ancora con gli occhi chiusi.
- Lo so: hai fatto il suo nome.-
La ragazza sorrise, strusciando la guancia contro il palmo freddo che le carezzava il viso.
- È ancora di ronda? - mugolò.
- Renesmee, tesoro, dobbiamo parlare ... -