La sera giunse serena e profumata, tra una manciata di stelle e le scintille dei ceppi accesi nelle pire.Una musica lentissima e soffusa, quasi venisse da lontano, aveva fatto da controcanto al brontolio del mare, alle risa dei ragazzi, agli schiocchi del fuoco, relegando Jacob e Renesmee in una specie di bolla di sapone, sottile e permeabile, che li aveva separati dal mondo.
- Non ti spiace se te lo rubo un attimo, vero. - li interruppe Edward, poggiando delicatamente il palmo aperto sulla schiena nuda di Renesmee e riportando entrambi alla realtà.
- Che sia davvero solo un attimo! - gli raccomandò, lasciando un sorriso furbo negli occhi di Jacob, - Non ho più a disposizione l'eternità ... io! - aggiunse, sciogliendo la stretta nella quale si era rintanata negli ultimi minuti.
- Sono felice per voi. - cominciò il vampiro, mentre l'uno di fianco all'altro, camminavano sulla battigia.
- Davvero? Onestamente, faccio fatica a crederlo. - ribatté il mezzo lupo.
- Mi stai dando del bugiardo, Jacob? - ironizzò, un sopracciglio alzato e i piedi fermi nella sabbia bagnata.
Jacob fece un sorriso storto: bugiardo non era esattamente l'epiteto che avrebbe voluto riservargli. Ma quando sul viso del vampiro comparve una smorfia di disappunto per i suoi pensieri, il mezzo lupo aggiustò il tiro.
- Semplicemente, non credo che sia così facile accettare di sopravvivere al proprio figlio e al figlio di suo figlio ... -
- Nessun genitore potrebbe. Ma i nostri figli non sono nostri*: non possiamo imporre le nostre idee, né decidere della loro vita come fosse nostra ... -
- Tu l'hai fatto! - gli ricordò, nessun risentimento nella voce, solo l'eco del dolore che ancora sentiva al ricordo di quei mesi di separazione.
- Lo so e ti chiedo scusa, ma credevo di essere nel giusto allora. Credevo di dover proteggere Renesmee ... - cercò di far comprendere le proprie ragioni e aggiunse: - Quando anche tu sarai padre ... -
- Ti sbagli, io non farò mai a mio figlio ciò che tu hai fatto a lei! - lo interruppe.
- Allora sarai un padre migliore di me. Motivo in più per essere felice! - gli sorrise storto, ma con una sincera limpidezza negli occhi d'ambra.
Anche Jacob sorrise contagiato, riprese a camminare e, quando gli fu di schiena, lo provocò: - Di' la verità, Eddy: in fondo mi hai sempre voluto bene! -
- Non tirare troppo la corda, lupo. - replicò e, divenendo improvvisamente serio, aggiunse: - E ricorda: hai nelle mani il mio bene più grande, abbine sempre cura. -
- O mi verrai a cercare in capo al mondo. Lo so, lo so. - sembrò canzonarlo, mentre nella sua testa, tutti i suoi pensieri, puliti e dolcissimi, confidavano al vampiro l'amore grande, la dedizione assoluta, il desiderio inestinguibile di proteggere e custodire, come fossero sacri, corpo e anima di Renesmee.
- Fila da tua moglie adesso ... - replicò, con il cuore riempito dalle promesse silenziose del lupo.
Lo squittio di un topo gli squarciò i timpani assuefatti al silenzio, i respiri ansanti e affannosi che gli opprimevano il petto si adeguarono a un gocciolio continuo, come di un rubinetto che perde. Gli occhi erano gonfi e tumefatti e si aprivano in piccole fessure che cercavano uno spiraglio di luce per orientarsi.
Ma il buio era assoluto padrone di quella prigione, come della sua mente.
Qualunque cosa gli fosse successa, la forza del lupo avrebbe dovuto già soccorrerlo, invece i sensi, i muscoli, le ossa e persino il cervello facevano fatica a divincolarsi dalla morsa di dolore che lo teneva a terra. La gola era invasa da sangue raggrumato, così fece schioccare la lingua sotto il palato arso per la sete, lisciò i denti alla ricerca di una ferita e si accorse che il labbro inferiore era tagliato in due.
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