Luce

418 28 11
                                    

Era ormai l'ora del tramonto.

Il sole cominciava a sciogliersi dietro le cime aguzze dei monti, ne arroventava i contorni che apparivano come guglie svettanti di antiche cattedrali di roccia.

Il mare, stranamente calmo e silenzioso, rifletteva la luce d'arancio che invadeva il cielo con una lunga scia infuocata dalle rocce a picco della rupe, fino all'orizzonte.

Aveva deciso così, Renesmee; aveva deciso che l'avrebbe sposato come Sara aveva sposato Billy e come sua nonna aveva sposato Ephraim.

L'avrebbe sposato come si sposa un Quileute.

E a niente erano valse le preghiere di Alice per organizzarle un matrimonio da favola, come aveva fatto con Bella, con un meraviglioso abito e per bouquet orchidee africane.

Remesmee sposava un nativo americano, non un principe ereditario, dunque assolutamente niente sfarzi, niente scarpe con tacchi vertiginosi, né ambientazioni da sogno.

Solo un abito di purissima seta bianca, tanto leggero da ondeggiare al più piccolo alito di vento, niente trucco e i capelli liberi e arrotolati su stessi, come i trucioli nella bottega di un falegname.

E i piedi scalzi, le dita a sfiorare la sabbia nera e granulosa di First Beach, rimescolandone gli strati ancora tiepidi dell'ultimo sole d'agosto; le caviglie dentro e fuori dall'impalpabile stoffa ad ogni passo; le spalle nude, come la schiena, e il ventre impercettibilmente arrotondato, culla della nuova vita che si portava dentro come lo scrigno il più prezioso dei tesori.

Una pira gigantesca bruciava a pochi metri dalla battigia, in uno scenario suggestivo e avvolgente che mescolava acqua e fuoco, aria e terra, esaltando gli elementi della natura in una mistura magica, avversa a qualunque legge terrena.

Ai piedi dell'ammasso di fuoco, un anello di persone circondavano Billy e gli anziani della tribù, umani e immortali, lupi e freddi, confusi tra loro, senza alcuna distinzione, se non quella della loro pelle e del colore degli occhi. Mani nelle mani, anticipavano l'inizio della nuova era che di lì a poco sarebbe sorta.

L'aria era impregnata dell'odore singolare della salvia bianca, la cui cenere prodotta dal fuoco, saliva al cielo, come fiocchi di neve al contrario; si insinuava nella trama della pelle, nei capelli e sulle mani, come incenso purificatore.

Jacob era in piedi immobile, una camicia bianca e candida, come la sua anima, dei pantaloni scuri e i piedi nudi, affondati nella sabbia nera. Gli occhi luminosi, come i mattini di primavera e l'espressione concentrata.

Le sue narici fremettero quando tra i profumi contrastanti se ne levò uno, docilissimo e pulito, fresco e rigenerante, l'odore della vita che nasce e si moltiplica, il profumo di Renesmee.

Tirò su gli occhi, mentre il cerchio si apriva e si richiudeva al passaggio di lei.

Edward l'accompagnava, stringendola per il braccio, gli occhi di miele fissi su di lui e la mente impegnata a intercettare ogni più piccolo pensiero del mezzo lupo.

Jacob sorrise nella sua testa prima che con le labbra, appena i suoi occhi incrociarono quelli di Renesmee, e in quell'istante, più che in tutta la sua vita centenaria, il vampiro seppe che quella era la cosa giusta.

Quando furono l'uno davanti all'altra, Billy schiarì la voce, nella maldestra speranza di celare la commozione e richiamare l'attenzione dei presenti.

- Come l'arco è legato alla corda, così lo è la donna all'uomo.

Anche se ella lo piega a sé, al contempo gli obbedisce; benché ella lo attragga, nondimeno lo segue. Separati, ognuno è inutile. - pronunciò l'antica preghiera che apriva il rito nuziale, poi, con un cenno del capo, li invitò a stringersi la destra.

La mano di Jacob avvolse il polso sottile di Renesmee, le dita lunghe e forti, si insinuarono tra i lembi di pelle nivea, come lingue di terra nera tra la spuma del mare. Strinsero e accarezzarono la superficie liscia e il calore del mezzo lupo ne contagiò carne e sangue, fino ad infiammarne le vene.

Gli occhi profondi del vecchio Quileute si posarono sull'intreccio di mani e di anime, il viso rugoso e concentrato si ammorbidì in un accenno di sorriso, finché con la voce morbida e commossa, aggiunse: - Pronunciate le vostre promesse. -

Jacob inspirò, osservò con devozione gli occhi di Renesmee, liquido cioccolato, denso e caldo, e sorrise.

Le labbra si schiusero sui denti bianchissimi, poi si richiusero, così come gli occhi per riordinare parole e sentimenti che si muovevano convulsi tra testa e cuore.

- Il giorno che nascesti ... io nacqui, con te, nei tuoi occhi. - cominciò, - E ti amai, come già senza saperlo ti avevo amato negli occhi di tua madre e nel suo desiderio disperato di te.

E così continuerò ad amarti, così come la magia e il destino hanno deciso. - pronunciò, offrendole la piuma bianca di una colomba, voto di onestà e verità.

- Del giorno in cui sono nata, ricordo urla, terrore e sgomento, e la paura d'essere sola. Fino a che incontrai i tuoi occhi, pozzi neri e profondi, velati di odio e della mia stessa paura. Ma nell'istante in cui in essi riconobbi la mia anima, tutta la pace del mondo mi invase il cuore. - sussurrò, con una voce dolcissima e stranamente calma e nella mano libera una spiga di grano, fertile e prosperosa, come il loro legame.

Billy avvolse i loro polsi con piccole stringhe intrecciate di lacci di cuoio e, con i lembi sfrangiati, formò un nodo.

- Così io vi lego, l'uno all'altra. - disse, visibilmente commosso, - Sia, questo laccio, legame che unisce e non vincola, nodo lento che non si scioglie mai. -

La presa di Jacob sul polso di Renesmee si fece più decisa e lo sguardo si riempì tutto della figura di lei, piccola, fragile e umana e, al tempo stesso, decisa e indipendente. Si portò le loro mani incrociate e legate al petto e tutto il corpo di lei aderì al proprio. Il braccio libero le circondò la vita, le dita sfiorarono la pelle dei fianchi, velata dalla seta sottile, e giunsero sulla schiena. Percorsero la colonna vertebrale, sfiorandone ad uno, ad uno, gli anelli, prima verso l'alto, fino alla nuca bianchissima e nuda, poi verso il basso fino all'osso sacro.

Una scia calda, come quella di una fiammella, le si accese sulla pelle, si diramò in tutte le parti del corpo, attraverso le vene, fino alle guance e alle labbra che formicolarono per l'urgenza di un bacio.

- Adesso, dovresti baciarmi! - lo provocò, avvicinando il proprio viso all'altro, fino a che le punte dei nasi si sfiorarono.

- Nessuno mi ha ancora dato il permesso ... - le resse il gioco, le labbra caldissime e scure, invitanti ad un soffio da quelle di lei.

- E da quando in qua Jacob Black ha bisogno di permessi per fare ciò che vuole? - insistette, mentre con la mano libera insinuava la punta delle dita sotto la stoffa della camicia e gli rinfrescava la pelle bollente.

- Giusto! Sei mia moglie, adesso ... posso fare ciò che voglio! - constatò, come se solo in quell'istante avesse realizzato la concretezza del loro legame.

- Cosa aspetti, lupo! - gridò qualcuno dal cerchio di persone intorno a loro.

- Insomma, la baci o no? - aggiunse qualcun altro, mentre tutti gli altri sghignazzavano.

Un ringhio sommesso salì su per la gola dell'alfa, il petto si gonfiò, ma Renesmee sorrise e le labbra divennero petali umidi nella rugiada del mattino.

Allora la baciò, stringendosela di più addosso, come se non potesse più farne a meno.

La baciò e labbra, lingue, mani, lacci e ossa sancirono il legame, indissolubile, vitale, mortale e infinito, che li aveva uniti già prima di venire al mondo.

The fight for you is all I've ever knownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora