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Blake

Rimango impietrito alla sua rivelazione.
Il cuore pompa freneticamente e credo, io stia per avere un infarto per quanto batti forte.
Non riesco a muovermi e nemmeno a respirare. Sento l'ossigeno venirmi meno.
E quando Nadine scompare oltre la porta, sento il mondo andare a puttane, completamente.

<<Cazzo!>> tiro un pugno forte alla porta, spaccandola.
Sono un completo imbecille!
E mentre continuo ad insultarmi mentalmente, prendo le chiavi dell'auto e corro al piano di sotto, per cercarla.

Dove è andata? Non può essersi allontanata troppo, diluvia fuori.

Mi precipito all'uscita e mi guardo intorno, ma non c'è nemmeno l'ombra di lei.
Vado nel parcheggio riservato  e mi infilo in auto, metto in moto e parto.

La mano mi pulsa, credo che oltre ai punti, ci vorrà qualcos'altro perché sicuramente mi sono rotto le ossa.
Ma al momento, sti gran cazzi. Devo trovarla.

Venti minuti dopo, finalmente la individuo. Freno di colpo e scena dall'auto raggiungendola.
È inzuppata, come un pulcino.
<<Nadine, dove cazzo vai? Sei fradicia così ti ammalerai>> grido andandole dietro.
<<Vattene a fanculo, Blake.>>
<<Fermati, cazzo!>> la raggiungo, intrappolandola tra le mie braccia.
<<Fermati, parliamone. Per favore.>> la supplico, stringendola a me, ancor di più.
<< Mi fai male, Blake. E non ce la faccio più. Non me lo merito.>>
<<Hai ragione, non lo meriti. Sono uno stronzo colossale, ma Bambina... quando si tratta di te, quando mi stai intorno; non ragiono. Ti amo talmente tanto che, la paura di perderti mi manda in tilt il cervello. E so che non è una giustificazione valida, ma è così. Vederti con un'altro uomo... cazzo bambina, non sai quanto mi abbia fatto male.>> sospiro, accarezzandole la schiena, sentendola tremare tra le mie braccia.
<<E io cosa devo dire allora? Eppure sono qui, Blake. Ero pronta a darti un'altra possibilità, ma tu mi hai trattato come una delle peggiori puttane. Mi hai scopata per poi mandarmi via. Quanto pensi mi abbia fatto male questa cosa?>> singhiozza.
<<Non piangere. Dio, bambina... non piangere. Non lo sopporto.>> mollo la presa, solo per afferrarle il sedere e prenderla in braccio. Mi cinge il bacino con le gambe e con le braccia mi circonda il collo stringendosi a me. Tiro un sospiro di sollievo e mi dirigo in macchina.

Apro lo sportello, la faccio accomodare e lo richiudo. Faccio il giro dell'auto e faccio lo stesso, per poi mettere in moto e partire verso casa. Il silenzio regna sovrano nell'abitacolo, tant'è che svariante volte, mi volto a guardare Nadine, nella speranza che non si addormenti. Abbiamo bisogno di chiarire una volta per tutte.

Arrivati sotto casa, parcheggio l'auto, usciamo e in totale silenzio ci avviamo nell'appartamento.
Una volta all'interno, mi accomodo sul divano, faccio un respiro profondo e inizio a parlare: << ascoltami, le cose tra noi sono andate a puttane mesi fa ed è normale che tu abbia perso la fiducia in me. Ma devi credermi quando ti dico che tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per non perderti. Tra me e Celine non c'era nulla di paragonabile a ciò che c'è tra noi. Non l'amavo, le volevo bene. Avevamo una relazione "aperta". Quando ero piccolo, mi è stata diagnosticata la sindrome d'abbandono e, questo mi ha portato a legarmi in maniera dissolubile ai ragazzi e a lei. Quando è partita per lavoro, ho dovuto fare i conti con il mio problema e Celine mi ha dato il lascia passare nel trovare conforto e compagnia in altre donne, ovviamente solo per una notte. Ma poi, sei arrivata tu. Dalla prima volta che ti ho vista in quella discoteca, cazzo... non puoi immaginare quanto io abbia lottato nel starti lontano. Ma non ce l'ho fatta, mi hai attirato a te in una maniera incredibile, ero e sono rapito completamente da te. Sono pazzo di te.>> mi trema la voce, quindi prendo fiato e continuo: << Credo di essermi innamorato di te, dal primo istante in cui ti ho vista. Poi, ti ho avuta, ti ho toccata, ti ho sentita e sono rinato. Non potevo farne a meno di te. Eri e sei la cosa più preziosa per me. Quando ho capito di essere completamente fottuto, ho cercato di chiudere con Celine, ma lei non mi ha dato retta nemmeno una volta e poi è tornata e ci siamo visti. Le ho detto che ero innamorato di te e che eri l'unica cosa bella della mia vita e che non volevo perderti, lei sembrava mi avesse capito, mi aveva chiesto un ultimo bacio. E così, l'ho accontentata, sarebbe stata l'ultima volta. Ma tu eri dietro la colonnina a spiarci e poi è andato tutto a fanculo. Ho cercato di spiegarti ma tu eri stravolta e poi cazzo Nadine... vederti sparire, andar via... è stata la mia fine.>> Chiudo gli occhi, cercando di cacciar via il dolore, rivivendo quei momenti nella mia mente.
La sento raggiungermi e sedersi al mio fianco <<Blake, io... Vederti con lei... mi ha uccisa. Il colpo di grazia l'ho avuto in Italia. Non so se sei pronto a sentire quello che devo dirti...>>
L'attiro a me e la bacio, profondamente. Non mi va più di parlare, abbiamo tempo. <<Parliamo dopo, adesso ti prego... ho bisogno di sentirti, di sprofondare in te. Lasciamelo fare, ne ho dannatamente bisogno. Ne ho così bisogno da far male, da star male.>>
Annuisce e cazzo, non ho bisogno di parole.
Le tolgo la mia giacca di dosso e cazzo, chiudo gli occhi solo per un istante, perché alla vista del suo corpo, nudo e della sua pelle morbida il mio cazzo duole.
<<Sei bellissima, perfetta.>> sussurro, per poi riaprire gli occhi e iniziare a togliermi le scarpe, i pantaloni e i calzini con frenesia.
Lei mi guarda, rapita, ammaliata e il mio ego cresce a dismisura. Mi piace che mi guardi, che mi desideri anche solo la metà di come la desidero io.

Una volta nudo, la spingo dolcemente a stendersi e una volta stesomi sopra di lei senza preavviso le entro dentro, riempiendola. Inarca la schiena emettendo un gemito che rimembra sin dentro l'anima.
<<fanculo tutto e tutti, bambina. Ricominciamo, noi siamo più importante di tutto il resto.>>
Spinta.
<<Rimani qui, non andare via un'altra volta amore.>>
Spinta
<<Se mi lascio, muoio.>>
Spinta
<<Io vivo per te.>>
Spinta.
<<Ti amo, fottutamente tanto.>>
E alle mie ultime parole, finalmente sento le sue pareti stritolarmi il cazzo. Poi, esplode. Raggiunge l'orgasmo, infilzandomi le unghie sulle spalle. Si inarca e geme sonoramente.
Continuo a pompare in lei, affamato, smanioso di esploderle dentro. Di farla mia.
Mia.
Ripresa dall'orgasmo, inizia ad accompagnare i miei movimenti. Mi viene incontro e... esplodo.

Mi accascio su di lei, sfinito.

<<La mia oasi di pace. L'amore della mia vita.>> la bacio, mi sfilo da lei e rimango rapito da come il mio seme le coli sulle cosce. <<Piena di me.>>
La prendo delicatamente in braccio e la trasporto nella mia camera. Pronto per un'altro round.

Non ne ho mai abbastanza, non quando si tratta di lei, la mia bambina.

You Are My Drug 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora