Capitolo 61

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"però lasci la tenda aperta? Così posso vedere quando torni?"

Gli chiedo sorridendo e lui annuisce sorridendo a sua volta.

"ci vediamo sta sera, buona notte"

Lo saluto e mi metto sotto le coperte, aspetto qualche minuto per assicurarmi che sia lontano, scendo dal letto e tiro fuori il coltello dal nascondiglio e mi metto subito all'opera, cercando di togliere la parte che ricopre il chiodo, per fortuna la porta non è nelle sue condizioni ottimali e non sarà difficile farlo, infatti alle quarta spinta cade la parte che copriva il tutto, faccio lo stesso con l'altro cardine e inizio a svitare.

Riesco a spostare la porta quel tanto che mi serve per uscire, guardo l'orologio, sono in tempo, ora devo pensare a un modo per trovare la stazione di polizia più vicina.

Vedo il computer lasciato sul divano, lo accendo sperando non richieda nessuna password e per fortuna non c'è, vado su google maps e schiaccio l'icona che mi aiuterà a capire dove sono, poi cerco "polizia di stato" e schiaccio la sede più vicina, dice che dista all'incirca una ventina di minuti a piedi, prendo un foglio e una penna e inizio a segnare la strada, ogni minima svolta che devo fare, i nomi delle vie, tutto, devo solo trovare un modo per uscire di casa adesso.

Non so se mettermi a cercare eventuali chiavi di scorta possa servire, io fossi in lui le terrei fuori casa, così sono sicura che in un modo o nell'altro entrerei, ma io devo uscire, controllo la porta, ha i cardini diversi, ma se trovo un cacciavite forse posso riuscire lo stesso ad aprirla.

Metto in soqquadro casa e alla fine trovo quelle che forse sono chiavi di scorta, provo e per fortuna si infilano senza problemi, cerco delle scarpe in giro e noto le mie, me le infilo e giro la chiave, esco e chiudo a chiave, appena sono fuori dal palazzo prendo il foglio e inizio a camminare controllando ossessivamente il foglio con la paura di perdermi.

Quando vedo l'edificio della polizia quasi mi metto a piangere dalla gioia, entro che ormai sono in lacrime.

"che succede?"

Chiede una poliziotta dietro al bancone, io prendo un respiro profondo, è il mio momento devo essere lucida e veloce.

"sono Nicole Munnay, la ragazza data scomparsa da ormai ho perso il conto, comunque, sono riuscita a scappare e sono qui per denunciare Kendall, non so il cognome, comunque questa persona per rapimento, ho lasciato prove, impronte digitali, foglietti con la mia scrittura, di tutto, a casa sua, vi so dire la via di dove abita, il numero civico e il piano"

La poliziotta controlla dei fogli.

"ok, vieni tesoro, ti devo far deporre una testimonianza"
"va bene, ho un ulteriore prova, ma da quel che so dura poco, è possibile prenderne traccia ora?"
"certo"
"il ragazzo è uscito, starà via fino a prima di cena e prima che se ne andasse mi sono fatta baciare, così ho la prova che l'ultima persona con cui effettivamente ho avuto un contatto è lui"

La poliziotta mi guarda ammirata.

"perfetto, vieni con me"

Mi portano in una stanza dove mi fanno fare uno swab test passandomi una specie di cotton fioc nella bocca, poi andiamo in una sala interrogatori dove inizio a raccontare tutto l'accaduto tra me e Kendall per poi finire a spiegare pure come sono scappata.

il fidanzato di EmmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora