Capitolo 3: "Pigiama con i fiorellini"

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Noemi's mind

Chiusi la porta di casa, e senza neanche guardarmi intorno, mi fiondai nell'unica stanza aperta per metabolizzare. Misi una mano sulla mia bocca e sussurrai "Non-ci-posso-credere.."

Poteva capitarmi il vicino di casa stalker, o quello pazzo, o meglio ancora quello rompi scatole. Ma non lui. Avevo Lazza come vicino.
Era preoccupante? Si. Lo conoscevo? No.
Non potevo sapere com'era fatto. Magari era simpatico.
Ma Noemi che dici a malapena sai il suo vero nome.
Jacopo, lo sai. Non ci stavo capendo più niente, ma decisi di lasciar perdere. Lui in quel momento era l'ultimo dei miei pensieri e problemi.
Ripercorsi il corridoio precedentemente fatto di corsa, e mi meravigliai di come non fossi caduta su tutti quei vasi in mezzo ad esso. Li toglierò sicuramente.

Arrivai all'entrata, mi girai lentamente e ammirai finalmente la casa. Lo stile era molto minimal come mi aspettavo. I mobili erano neri opachi, proprio come le ringhiere delle scale del condominio, abbinati ad un bianco sporco.
Per un attimo mi sentii in colpa. I miei genitori dovevano pagare un affitto che non era affatto economico fino a quando non avrei ottenuto un lavoro stabile. Da quel momento mi dovevo mettere la testa apposto.
Decisi di perlustrare il soggiorno. Il divano era in pelle e davanti ad esso giaceva un tavolino in vetro e una TV, con tanto di led sopra.
Continuai controllando le stanze. Arrivai nella più ampia, che aveva una vetrata così grande da far risplendere, proprio come se fosse giorno, la luce della luna. Mi affacciai vicino ad essa, e mi ricordai di quando io ed Emanuele andavamo al nostro posto. Ci sedevano, con un foglio, carta e penna, e un po' di cibo, e ammiravamo la Luna. Mi mancherà tutto ciò.
Mi asciugai con un dito una lacrima che cercava di scendere sulla mia guancia e tirai un sospiro.

<<Perfetto, questa sarà la mia stanza.>>
Scaricai le mie valigie e misi nel loro posto solo poche cose, come trucchi, scarpe, felpe e pantaloni.
Dopo aver finito, mi misi il pigiama, mi lavai e pettinai, e mi buttai a peso morto sul letto. Ero davvero distrutta.

Stavo per cadere in letargo, quando ad un certo punto sentii una melodia di un pianoforte.
Spalancai gli occhi, sospirai, e cercai di riaddormentarmi, rigirandomi sul lato apposto. Niente da fare, la melodia era incessante, come se fosse un dannato loop. Non era affatto male, ma in quel momento avevo soltanto bisogno di dormire e risposarmi.
Il mio istinto mi fece alzare da letto, facendomi incamminare verso l'uscita, scendendo le scale, e arrivando al secondo piano. Mano a mano che scendevo la melodia si faceva sempre più forte. Guardai la targhetta: "Studio Musicale".
Sì lo sapevo, ma a quest'ora anche no.

Non so con quale coraggio mi ritrovai a suonare il campanello. In meno di tre secondi, la melodia si fermò, e dei passi si fecero sempre più vicini. Mi allontani leggermente nel momento in cui la porta si spalancò.
Il ragazzo che vi comparve dietro era proprio lui. Il ragazzo dai capelli biondi platino.

<<Ehm- Ciao? Ti serve qualcosa?>> prese parola lui. Io lo guardavo e basta, in silenzio.

La sua bellezza mi abbagliava. Non era il ragazzo più bello del mondo, ma era molto affascinante. Aveva qualcosa di particolare, a partire dai suoi occhi, color nocciola ma con leggere sfumature di verde. Erano assonati, forse per la stanchezza del viaggio. Passai al suo corpo, era vestito con una maglia semplice nera ma un po' affilata, così da poter intravedere le sue forme, e un pantaloncino anch'esso nero. Mi soffermai di nuovo sugli occhi. Mi avevano conquistata. Ma Noemi che stavi dicendo.

<<Scusa Bella ma non ho tempo da perdere, se vuoi un autografo o una foto basta chiederlo, ormai hai bussato..>> mi risvegliò lui.
Bella.

<<Ehm, no- ti volevo dire- cioè, oggi mi sono appena trasferita, e.. stavi suonando il pianoforte vero? Mi hai disturbata, no cioè scusa, non mi hai disturbata, però è abbastanza tardi. Ti volevo chiedere se ne potevi fare a meno almeno stasera..>> balbettai io. Non sapevo neanche quello che stavo dicendo.

Lui mi guardò attentamente, e solo in quel momento mi accorsi di essere scesa in pigiama. Mannaggia a te Noemi, non si può essere più stupidi di così.

<<Si ed ho un pigiama con i fiorellini..>> affermai diventando rosso fuoco.
<<No ma stai tranquilla..l'avevo capito che stavi per andare a dormire.>> se la rise lui, anche lui un po' imbarazzato. <<Scusami se ti ho disturbata, fra poco smetterò perché anche il mio letto mi sta chiamando. Ma sappi che ti dovrai abituare. Questa è la mia seconda casa.>> continuò il ragazzo, visibilmente in colpa, tranne con l'ultima frase. Mi dovrò abituare quindi.

<<Grazie.>> fu l'unica cosa che riuscì a dire seguito da un flebile "Notte".
Lui mi salutò e si scusò di nuovo.
E così, insieme, chiudemmo a chiave la porta di casa. Una volta entrata scivolai su di essa. Non ci potevo credere.
Corsi in camera e mi fiondai sotto le coperte.

Il mio pigiama a fiorellini aveva fatto colpo?
Non lo so.
So solamente che quegli occhi non me li scorderò facilmente.
Forse non era più l'ultimo dei miei problemi.
-

Capitolo 3!!!!
Come mi sto divertendo a far fare figure di merda a Noemi ahahaha. Comunque, tralasciando gli scherzi, sono davvero soddisfatta di come sta venendo, e un po' presto per dirlo lo so, perchè la
parte più difficile arriverà più tardi.
Intanto fatemi sapere, se volete, che ne pensate e ci vediamo nella prossima parte!🩶

xoxo

Alibi - LazzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora