Capitolo 11: "Lo Spettacolo delle Farfalle"

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Noemi's mind

Cosa succede quando sei innamorata?
Ah boh, io non descriverlo.
Ti senti veramente il cuore battere all'impazzata, pensando addirittura di star avendo un infarto?
Si, forse anche qualcosa in più di un infarto.
Le farfalle danzano veramente nel tuo stomaco? Esattamente, anzi, mettono su un vero e proprio spettacolo di danza classica.
Davvero faresti di tutto per vederti con quella persona che ti fa provare queste emozioni per la prima volta?
Fidati, lo farai anche senza accorgertene.

Queste sono le tipiche domande che farebbe una bambina, che sogna un amore come quello di Barbie e Ken, ad una ragazza qualunque.
Quella ragazza qualunque potrei essere io.
Mi imbarazzo solo a pensarci, ma è proprio quello che ho pensato appena sono uscita dal suo appartamento. Infatti, appena chiusi la porta, volevo spalancarla di nuovo con un calcio, e ritornare da lui. Ero stata così bene quel pomeriggio, ma non sempre nella vita si può avere ciò che si vuole.
Jacopo aveva qualcosa che non tutti avevano. Era speciale. Sì Noemi, l'abbiamo capito.
I suoi occhi, i suoi toni, la sua voce mi rassicuravano, mi facevano sentire protetta e difesa, dalla tutti quei pensieri che mi tormentavano giorno e notte.
"E se non fossi abbastanza?"
"E se sono solamente una povera stupida che ci casca come tutte le altre?"
"E se vuole soltanto dimenticare qualcuna usandomi?"

Questi pensieri volarono via come fumo nel momento in cui varcai la porta di casa, affaticata per il peso dello mio zaino sulle mie spalle. Era stata una giornata pesante, ma sopratutto indimenticabile. Stavo vivendo la mia vita senza problemi, ma mancava qualcosa, o forse qualcuno. Emanuele. L'ultima nostra conversazione fu stamattina, con un suo messaggio, che mi augurava un buon inizio dell'Università. Decisi di chiamarlo su FaceTime, proprio come i vecchi tempi, giusto per sentirlo un po'. La mancanza che sentivo era tanta, ma dovevo farmi forza. Il mio istinto era capace di farmi prenotare un biglietto di sola andata per Napoli, per farmi ritornare nelle sue braccia, dove mi sentivo al sicuro. A svegliarmi dai miei pensieri fu il suono insopportabile della chiamata, che mi mostrò il bel viso del mio migliore amico. Sorrisi istintivamente. Non cambiava mai, neanche di una virgola.

<<Uè Lelè!>> lo chiamavo così quando ero particolarmente di buon umore. Di solito però, a lui venivano attribuiti molti nomignoli, ma i miei preferiti rimanevano Manu e Lelè.

<<Cuò' finalmente ci sentiamo!>> disse lui dopo aver fatto un tiro dalla sua sigaretta.
Successivamente alzò il suo telefono, mostrandomi il luogo in cui era. Era in studio, ma non mi meravigliai. Amavo la sua dedizione e il modo in cui si applicava nelle cose. Emanuele è stato da sempre un ragazzo deciso, che sapeva quello che stava facendo o dicendo. Non si fermava mai sulle cose per pensarci due volte. Una questione per lui o andava bene o andava male. Non trovava mai soluzioni e credeva molto nel destino.

<<Sempre questo fai!>> affermai io. Era vero, passava intere giornate nello studio. A lui interessava solo quello. Avvolte mi chiedo perchè non abbia una ragazza, ma forse è proprio questo il motivo. Doveva imparare a godersi di più la vita, nonostante rimanga un ragazzo difficile.

<<Eccert', chest' è a vit' mij'!>> rispose lui con una faccia soddisfatta. Si vedeva che quello che faceva amava e ci metteva il cuore.
<<Com'è andata oggi Noè, raccontami un po'.>> mi chiese lui. Il mio cuore si fermò. Volevo raccontargli tutto. Volevo dirgli che la sua migliore amica si stava innamorando, oppure che avevo passato un'intera giornata a casa di Lazza, oppure che mi aveva fatto sentire un suo inedito al piano. Avevo tantissime cose da dirgli, ma decisi di aspettare.

<<Dai tutto bene. Ho fatto lezione ed ho conosciuto una ragazza simpaticissima.>> parlai di Valeria, quella ragazza carinissima che mi aveva rivolto la parola oggi. Proprio in quel momento mi arrivò un messaggio da parte sua.

da Instagram:
@val.espositx: Ciao bella! Ricordati domani dopo lezione aperitivo in centro! Non puoi rifiutare <3

<<Non mi hai parlato dei tuoi vicini, rompono le palle vero?>> Colpita e affondata. Altro che rompi palle, qua mi hanno rubato anche il cuore.

<<No ja', sono abbastanza tranquilli!>> dissi io a tutto fiato. Volevo sprofondare nel cuscino.
Dopo la mia affermazione ci fu silenzio tra di noi. Nella stanza si sentiva solamente il rumore di qualche sedia che si spostava nello studio.
Ci guardavamo e basta. Misi una mano sotto al mento per reggermi e per guardarlo meglio. Cosa mi vuoi dire Emanuè.

<<Mi manchi tanto Noè.>> disse lui con voce rotta. Non me lo dire così.
Mi dispiaceva non poterci vedere, sopratutto non mi piaceva affatto vederlo così, ma come ho detto prima, nella vita non si può ottenere tutto.

<<Anche tu Manu, tanto. Ma stanne certo, quando mi verrai a trovare non mi staccherò da te neanche un secondo.>> affermai io.
Tra di noi c'è sempre stata un'amicizia più che solida. Nessun pensiero malizioso, o che si poteva unire al sentimento dell'amore. Ovviamente, i nostri genitori ci hanno provato a farci unire in quel senso, ma noi non ne volevamo sapere. Lui era il mio angelo custode, il mio scudo in caso di guerra. Senza di quello sarei persa.
Lui sorrise, e continuammo a parlare per qualche ora, fino a che ci salutammo, nel nostro modo, dando mille baci sulla fotocamera. Eravamo molto strani.

Jacopo's mind

L'acqua fu l'unica in quel momento che mi svegliò di nuovo la mente. Dopo un doccia rigenerante, mi appoggiai sull'isola della cucina, presi il computer cercando di lavorare un po', mentre aspettavo Diego. Sentì delle voci ovattate provenienti dal piano di sopra. Era Noemi. Molto probabilmente parlava con qualche familiare. Questa cosa mi fece sorridere e ridacchiare. Mi dispiaceva che lei dovesse vivere da sola in una città da lei sconosciuta, ma nella vita non si può avere tutto.
Perso nei miei pensieri, non mi accorsi che Diego era entrato in casa. Mi ero dimenticato che quel tipo aveva la copia delle mie chiavi.

<<Bro ma a che pensi? Stai bene?>> mi chiese lui ridacchiando, mentre apriva il frigo cercando qualcosa da mangiare. Affamato di merda.

<<Diego sì, stai tranquillo, mi potevi anche avvisare però.>> dissi io ironico.

<<Jacopo ti ho anche salutato! Ma eri troppo concentrato a guardare il nulla cosmico!>> affermò lui bevendo un bicchiere d'acqua. Ops.
<<Ma io lo so il motivo per cui sei sempre distratto in questi giorni.>> disse con una faccia maliziosa.

<<Spara questa cazzata.>> roteai gli occhi in senso di disapprovazione. Ti sta per dire la verità, solo la pura verità Jacopo.

<<La cazzata è la ragazza del piano di sopra, che tanto cazzata non è secondo me.>> Grazie Diego.

<<Ma che stai dicendo. Non ci penserai mai nella
vita, e poi lo sai, il passato mi sta sulle spalle.>> Bugia più falsa della mia vita. Proprio in questo momento stavo trovando un modo per staccarmi dal passato. Che falso che sei.

<<Jacopo attenzione che ti cresce il naso!>> ridacchiò lui per la sua stessa battuta. Sorrisi e diventai subito rosso.

<<Bro ma sei venuto per sfottermi o per lavorare? Dai andiamo nello studio.>> liquidai io la conversazione, ricevendo solamente un altro sguardo malizioso dal mio amico, che continuava a ridere, in più tirandomi schiaffi sulla nuca.

Diego hai ragione, la ragazza al piano di sopra era il problema.

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Ciao raga!! Come state?
Scusate il ritardo per la pubblicazione come sempre. Questo capitolo può sembrare ripetitivo, ma è sempre per una buona causa ricordatevelo!
Cosa succederà domani?
Lasciate una stellina e grazie mille!
AH MI STAVO SCORDANDO! SIAMO ARRIVATI ALLE 1K VISUALIZZAZIONI!!!! GRAZIE GRAZIE GRAZIE🩶🩶🩶🩶

xoxo

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