Jacopo's mind
"La fama ti cambia", pensai, ma prima di tutto cambia il tuo modo di vivere.
Appena usciti dal gate, io e il mio amico Diego, fummo circondati da forse più di cento persone che ci spingevano e ci assalivano.
Il motivo? Una foto. Erano davvero arrivati al limite. Ho sempre stimato e amato i miei fan, disponibili in tutto, e il calore e l'affetto che mi facevano provare ai concerti non si poteva comparare con nulla.Non avrei mai pensato che la fama portasse a questo, ne ero consapevole, ma non a questi livelli. Il mio secondo album era uscito da qualche settimana ormai e già stava scalando le classifiche. Ciò mi faceva onore, avevo superato molti artisti già in vetta nella classifica da molto tempo.
Stavo realizzando il mio sogno, collaborando con artisti nuovi e con quelli che ascoltavo nella mia stanza, quando ancora non ero nessuno.Stava andando tutto bene, fino a quando le cose si fecero più dure. Non fraintendetemi, i miei manger mi aiutavano ad organizzare tutta la mia vita, dai live alle interviste, ma dentro di me nessuno mi poteva aiutare.
"Forse devo spaccare di più"
"La gente non sarà soddisfatta al 100%"
Avevo la costante paura di non essere ancora all'altezza del nuovo mondo in cui stavo vivendo. Sicuramente con l'album avrei potuto fare di più, ma tutto sembrò più difficile. Non avevo più ispirazione per i miei testi, passavano le giornate a provare a buttare giù qualcosa, ma con scarsi risultati.E poi c'era lei, Debora, sempre con me, non mi lasciava da solo per nessun'altra cosa. Mi aiutava nei momenti no, mi assecondava e mi dava consigli. Era la ragazza perfetta, che ogni ragazzo vorrebbe. La sua bellezza mi colpì dal primo momento.
Le cose tra noi due purtroppo non andavano bene già da qualche mese. Per lo stress pre-uscita del disco, la allontanai per giorni per ritrovarmi, prendendo un po' di tempo per me stesso. Io non mi feci nessun problema, ma lei si.
Il suo cuore pian piano si stava congelando, stava cambiando, e ciò mi fece soffrire molto. Si arrabbiava per le piccole cose, anche se le davo anche un minuto in meno di attenzioni. Anche i social la condizionarono molto. La gente diceva che noi due ci fossimo presi una pausa; lei andò su tutte le furie. Non sopportavo neanche io le dannate pagine di gossip che pubblicavano la vita degli altri dalla mattina alla sera, ma se la notizia non era vera, non capivo dove fosse il problema.
Non sopportando più quella situazione, e quindi decisi di rompere con Debora. Quel giorno fu il più brutto della mia vita. Non riuscivo ad immaginare una vita senza di lei, ma come mi hanno sempre insegnato, sempre se stessi e poi il resto.Dopo quella lunga giornata, io e Diego, arrivammo a casa, più precisamente nel mio studio, che ormai da due anni era la mia seconda casa.
Arrivati al cancello, notai un nuovo nome sull'elenco dei miei vicini di condominio.
Noemi Volpe. Non conoscevo questa persona. Sarà una nuova coinquilina. 3 piano. Io ero al secondo.
Lasciai perdere, ci sarà poi il modo di vederla. Io e il ragazzo affianco a me entrammo nel palazzo e presi parola.<<Fra ma hai visto come erano accaniti, che odio. >> commentai l'accaduto di qualche ora fa.
<<Vabbè Jacopo, adesso focus sulla musica, dobbiamo finire almeno la prima parte del progetto.>>
Il progetto. L'album. Volevo che quest'album spaccasse più dell'ultimo appena pubblicato. Avevo in mente tanti featuring, come Noyz, Sfera ed altri. Ma quello che mi incuriosiva di più fu Geolier, un ragazzo unico nei suoi testi e nel suo dialetto. Ritenevo che le sue canzoni fossero dei capolavori e che collaborare con lui sarebbe stata una bella esperienza. Ma la strada era ancora molto lunga.Entrai in studio seguito da Diego. Raggiungemmo la cucina e stappammo una birra. Le lancette segnavano le 11:47. Era abbastanza tardi, ma il mio producer aveva ragione, dovevo utilizzare tutto il tempo possibile per iniziare almeno la prima parte del progetto. Verso 12:15, Diego abbandonò l'appartamento, e rimasi solo con i miei pensieri.
Debora era stata un capitolo, ormai chiuso, della mia vita. Il mio tempo era quello dedicato alla musica, e quello doveva essere per sempre. Da quel giorno trovai difficile confidarmi e conoscere nuove persone per la paura di ritrovarmi nella situazione precedente.
Ma io non dovevo avere paura. Io dovevo vincerla questa battaglia, a tutti i costi.
Mi sedetti al piano, intonai le prime note e ne ricavai una sequenza. L'istinto mi fece risuonare le note di 'Morto mai', una delle canzoni più vicine al mio cuore. Ogni parola, ogni frase combaciava perfettamente con la mia vita; tutti gli sforzi in quelle notti, dove tutto sembrava perso, dove seminavo e raccoglievo solamente guai.Perso nei miei pensieri come sempre, bussarono alla porta. Sospirai e fermai il suono. Mi alzai e arrivai velocemente alla porta. Chi mai poteva essere a quest'ora. Subito pensai, la nuova coinquilina.
Aprii la porta con uno scatto e vi trovai dietro una ragazza con degli occhi che brillavano. Nel pianerottolo era molto buio, e quegli occhi, quei dannati occhi, facevano luce.
Lei sembrava spaventata ma anche ammaliata da qualcosa. Pensai subito ad una fan, poi scesi con lo sguardo sui suoi indumenti. Un pigiama con dei fiori ricamati. No, non era affatto una fan a quest'ora, ma tentai lo stesso. Chiesi se volesse un autografo. Lei mi rispose, balbettando, che stava cercando di addormentarsi ma il suono del mio pianoforte non le dava pace. Il suo tono era calmo e timido, molto imbarazzata. Non sembrava per nulla maleducata, anzi, si scusò anche di essere scesa in pigiama. Io la tranquillizzai e mi scusai a sua volta per averla disturbata nella tarda notte. Ma quando lei ebbe intenzione di andarsene, mi sentii vuoto. Non volevo che si allontanasse, di lei sapevo soltanto il nome. Lei magari non mi conosceva neanche, poiché non mi chiese neanche una foto. Lei non sembrava come gli altri.
Con dispiacere la salutai, con al speranza di poterle parlare di nuovo.
Chiusi la porta nel suo stesso momento e mi ci appoggiai sopra. Non era una ragazza facile da dimenticare sicuramente, ma purtroppo dovevo pensare a cose più importanti. Mi avvicinai alla mia stanza, e dopo aver spento tutte le luci, mi addormentai con mille pensieri in testa.-
Quarto capitolo!!! Scusate il ritardo ma non ho avuto molto tempo oggi.
Come state? Le visualizzazioni continuano a salire e sono molto soddisfatta di come sta venendo. Domani vedremo cosa succederà, e se ci sarà di nuovo un gioco di sguardi!!!
Alla prossima!🩶xoxo
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Alibi - Lazza
Fanficquel che è peggio è che noi siamo simili. (ALIBI) ⚠️In questa storia, DATE, AVVENIMENTI ed ETÀ, non sempre combaceranno con un ordine cronologico come quello della realtà⚠️