Capitolo 14: "Vento di Cambiamento"

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Jacopo's mind

Il sole ed il vento mi battevano sul viso, scompigliandomi i capelli, mentre gli uccelli accennavano una dolce melodia, i miei occhi erano socchiusi e il mio volto era rivolto verso l'alto. In questo modo, trascorsi gran parte del mio pomeriggio sul terrazzo, aspettando che quel qualcuno tornasse a casa. Persi il conto delle sigarette che mi accessi nell'attesa. Avvolte pensavo seriamente di smettere di fumare, o almeno fumare meno, ma questi pensieri svanivano nel momento in cui ero particolarmente stressato o preoccupato. Non lo ero in quel momento, ma quella sensazione mi assaliva pian piano.
Ormai erano settimane che sostavo nel mio studio, con la scusa di dover finire dei progetti. Non era affatto una scusa banale agli occhi di chi non sapeva il contesto in cui mi trovavo, ma in realtà lo era eccome. Per me e Diego non c'era nessun problema nel fatto di passare la maggior parte del tempo nel mio secondo studio, più piccolo rispetto al primo.  Era sicuramente meno fornito del mio primo studio, ma si lavorava tranquillamente e anche molto bene. Ma alla fine, lo sapevamo entrambi che il motivo non era quello. Il motivo era una ragazza ipnotica, dai capelli scuri e occhi grandi, di cui aspettavo il suo ritorno a casa da qualche ora ormai.
Il rumore dell'apertura della serratura del cancello mi fece sobbalzare e mi fece aprire gli occhi di scatto. Scorsi una figura di spalle che entrò nel cancello, ed un'altra ancora intenta a chiuderlo. La prima figura si voltò. Era finalmente lei. Noemi aveva un grande sorriso stampato in faccia, mentre avanzava verso il portone, accarezzandosi e sistemandosi i capelli scombinati dal vento. Un signore le aveva gentilmente aperto il cancello con le sue chiavi, facendola entrare. Strano, non le avevano dato ancora le chiavi?
Appena la vidi mi alzai velocemente dalla sedia, provocando un rumore che attirò l'attenzione della ragazza nel cortile.
Guardò in alto di scatto, precisamente verso il mio terrazzo. Mi sorrise e ricambiai il suo saluto, dopo essere entrata dal portone che si affacciava sulle scale del condomino.
Una lampadina si accese nella mia mente. Jacopo non perdere questa occasione. Volevo parlarle di nuovo, sentire la sua voce e la sua risata, e finalmente guardarla di nuovo nei suoi occhi, che nascondevano un mondo. Mi alzai di scatto dalla sedia, entrando in casa dalla porta del terrazzino. Chiusi frettolosamente la porta e mi affrettai a raggiungere la porta d'ingresso. I rumori dei suoi passi si sentivano dal mio appartamento, e nel momento in cui Noemi passò davanti alla mia porta, io la spalancai, cogliendola di sorpresa. Spalancò leggermente gli occhi per via dello spavento, ma la rassicurai subito con un sorriso. Non si aspettava questo gesto, lo leggevo nei suoi occhi, ma ne rimase comunque molto felice.

Noemi's mind

Io e Valeria lasciammo il locale, ormai 'il nostro bar' verso le 3:30. Salimmo in macchina e ci avviammo verso casa mia. In realtà Valeria mi obbligò a farmi accompagnare da lei, quando potevo semplicemente prendere i mezzi o camminare un po' a piedi. Non volevo disturbarla ma allo stesso tempo volevo passare più tempo con lei. Il tempo quel pomeriggio passò molto velocemente. Ora sapevo molte cose di lei, dal suo gusto di gelato preferito alla sua famiglia ed i suoi sogni. Ero certa che sarebbe nata un magnifica amicizia tra di noi.
Il tragitto verso casa è stato il momento più bello della giornata. Devi ancora vedere Noemi. La musica altissima nella macchina ci catapultò in un altro mondo. Lei, come una bravissima persona, mise apposta le canzoni di Jacopo, come 'Alyx' oppure 'Porto Cervo'. Cantammo a squarciagola, spiccicando qualche parole del ritornello, non sapevo minimamente la canzone.
Continuammo così fino a quando arrivammo davanti casa. La salutai con due baci ed un caloroso abbraccio e scesi dalla macchina. Però prima di mettere il piede fuori dallo sportello, Valeria prese parola.

<<Voglio sapere tutto quello che succede nei prossimi giorni Noemi! Non mi scappi!>> disse ironicamente lei, ma sempre con il suo solito pizzico di serietà. Quella ragazza era proprio matta. Le sorrisi, e ridacchiando scesi dalla macchina.
Lo Spritz fortunatamente non aveva fatto quel tipo di effetto che non mi aspettavo. Stavo abbastanza bene. Frugai dentro la borsa, cercando le chiavi del cancello. Stavo toccando di tutto in quella borsa, ma senza trovare le chiavi che aprivano il cancello. Stamattina dalla fretta le avevo sicuramente dimenticate nel porta oggetti davanti all'entrata. Fortunatamente, un signore mi accompagnò al cancello e mi fece entrare. Ringraziai cortesemente e entrai, intenta ad entrare nel condomino. Un rumore molto strano di qualcosa che si spostò bruscamente mi fece alzare lo sguardo ai piani superiori del condomino.
Quegli occhi che mi guardavano mi provocarono fitta al cuore. Jacopo era sul suo balcone intento a guardarmi sorridendo. Sorrisi altrettanto per salutarlo, e con passo disinvolto, entrai finalmente al chiuso.
Ancora con il cuore in gola, salì le scale arrivando al piano del ragazzo, e mi trovai una scena molto buffa. Altro che buffa Noemi, qui il tuo cuore sta rischiando di brutto. Mi ritrovai il corpo di Jacopo davanti alla mia visuale. Si trovava davanti alla sua porta appena spalancata, e mi guardava con uno sguardo attento.

Jacopo's mind

Era proprio davanti a me, e ancora una volta ci ritrovammo faccia a faccia, senza che nessuno dei due prendesse parola. Ma decisi di fare l'uomo, un uomo che aveva perso la testa però.

<<Ehi, tutto bene?>> chiesi io con una voce ovattata. Forse mi ero preso un bel raffreddore dopo tutto quel vento che ho subito, per una buona causa.

<<Jacopo la vuoi smettere di farmi venire certi infarti?>> ridacchiò Noemi, <<Comunque tutto bene, tu?>> mi chiese lei interessata.

<<Tutto bene, vuoi entrare? Ti offro qualcosa.>> Jacopo ma che dici sembri tua nonna.
Lei accennò un sorriso e si avvicinò verso di me. Le lasciai spazio per entrare in casa, ritrovandoci insieme dentro casa. Ancora una volta.

<<Vuoi un caffè? O un po' di acqua?>> chiesi io gentilmente. L'avevo invitata a casa mia e dovevo pur offrirle qualcosa.

<<Un caffè va benissimo, grazie.>> mi ringraziò lei, avvicinandosi all'isola della cucina, dopo aver appoggiato il suo zainetto sul divano.

<<Dove eri andata? Le lezioni finiscono a quest'ora?>> chiesi io curioso mentre accendevo la macchinetta del caffè.

<<Nono, ho finito le lezioni alle 11 e sono andata a prendere qualcosa con una mia amica, ci siamo rilassate giusto per qualche oretta.

<<Sono contendo dai, ogni tanto ci stanno un po' di distrazioni.>> affermò lui.

<<E a te con la musica come va?>> chiese lei. Come sta andando? Musica? Noemi, non capisci che nella testolina di Jacopo ora ci sei solo tu!

<<Tutto bene penso. Stiamo organizzando un tour e sono molto ansioso, ma fa parte del mio mestiere.>> mi sorrise lei, era contenta e si vedeva.
Le porsi il caffè con il barattolo di zucchero ed un cucchiaino. Lei si servì e si appoggiò al bancone della mia cucina, girando la sua bevanda. Ne approfittai per andare di nuovo fuori sul balcone. Ero particolarmente preoccupato quel giorno e non capivo il perchè. La presenza di Noemi mi trasmetteva tranquillità, ma allo stesso tempo mi faceva molto strano.
Noemi mi raggiunse subito dopo, sfilandomi il pacchetto di sigarette dalla tasca posteriore del mio jeans. Quel suo gesto mi colpì. Addosso avevo i miei soliti occhiali da vista neri e il mio Moncler nero lucido. Prese una sigaretta e se la mise tra le labbra, accendendola. La ammirai attentamente. Aveva un viso davvero angelico. La invitai a sedersi sulla piccola panchina vicino al muretto. Eravamo molto vicini per colpa delle dimensioni ristrette del terrazzo. Notai che la ragazza al mio fianco tremava, forse dal freddo. Decisi di sbottonarmi il giubbotto e appoggiarlo sopra le spalle di Noemi, che indossava semplicemente una felpa. Era così tenera mentre cercava di riscaldarsi con il fumo che cacciava dalla sua bocca, non riuscendoci.
Mi feci cullare da quella sensazione, di pace e di tranquillità, aspirando un po' di fumo e po' del suo profumo. E restammo così per minuti che sembravano anni, senza mai proferire parole, godendoci entrambi quella sensazione.

-

SONO FINALMENTE TORNATA!
Come state?
Vorrei scusarmi altre mille volte per la mia lunghissima assenza, ma purtroppo nella mia vita che è un puro caos, non ho sempre il tempo materiale per mettermi e scrivere per bene. Infatti questo capitolo è un po' arronzato, ma la continuazione è nel prossimo!
Detto questo mi scuso ancora una volta e vi prometto che mi impegnerò ad essere puntuale, o almeno ad avvisarvi quando non riuscirò a pubblicare!🩶
Alla prossima!

xoxo

Alibi - LazzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora