Capitolo 5: "Ammò"

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Noemi's mind

Il rumore di qualche motore accompagnato con i cinguettii di uccelli mi svegliarono quella mattina. Ero ancora molto stanca, sembrava di stare in after da due giorni se non di più.
Aprii finalmente gli occhi, la camera era più luminosa per via della vetrata, che scordai di chiudere per la stanchezza.
Mi guardai intorno. Mi dovevo solamente abituare, pensai. Quella camera, quelle pareti così bianche che davano un aspetto paradisiaco ad essa mi inquietavano avvolte. Mi vennero in mente tante cose, come il buffo incontro di ieri, che solo a pensarci le mie guance si tinsero di rosso.
Gli avevo davvero detto che la sua musica dava fastidio? In più con un pigiama ridicolo? Non ci volevo credere. La melodia non era affatto banale o noiosa. Così decisi di prendere il telefono, aprire Spotify e digitare "Lazza". Un elenco mi uscì, le canzoni ne erano davvero tante, trovare quella melodia risultò molto difficile.
Dopo qualche minuto la trovai, 'Morto mai (Piano Solo)' e la canzone partì.

"sto in bilico su un filo d'odio, odio, odio,
vinci con tutti e perdi solo, solo, solo", furono le ultime parole di quel capolavoro, interamente accompagnato dal pianoforte. Rimasi a bocca aperta per la bravura. Potrei sentire qualche altra canzone quando avrò tempo, pensai.
Un persona mi si presentò in testa. Emanuele. L'ultima volta che l'avevo scritto fu quando atterrai a Milano, e successivamente quando arrivai a casa. L'avevo appeso con un suo messaggio. Che brutta persona che ero, pensai. Quindi decisi di chiamarlo su FaceTime. Il telefono squillò e dopo una manciata di secondi comparve la sua faccia sul display. Sorrisi istintivamente.

<<Oooh Noemi! Assafá! Ma lì ti sei dimenticata dei tuoi amici oppure eri troppo concentrata a non perderti tra le strade di Milano?>> affermò lui con il suo solito accento per mascherare il dialetto napoletano. Sorrisi ancora di più.

<<Sei sempre il solito stronzo Emanuè!>>

<<Come stai ammò'?>>chiese lui, ci pensai un po' a rispondere.

<<Bene dai, non sono abituata a tutto questo. Domani comincerò le lezioni e sarà il doppio difficile.>>

<<Ja Noè sei forte! Ti vengo a trovare un giorno di questi.>> disse lui con una faccia molto sospetta.

<<Aspetta in che senso? Verrai a Milano?>> affermai io di fretta, senza neanche farlo finire di parlare.

<<Noo magari. Troppo lavoro qui. E poi lo sai sto lavorando su molti pezzi. Non so se farò a' temp', ma vedrai che quello per te ce l'avrò sempre.>> Sospirai. In un certo senso me lo dovevo pur aspettare. Dallo sfondo della chiamata si vedeva che era in studio. Era sempre molto impegnato. Continuai la conversazione tralasciando il dispiacere.

<<Poi ti porto a fare un giro per la città!>>

<<Ma statt' zitt' che Milano la conosco megl' e' te!>>In effetti aveva ragione. Lui veniva spesso qui per la musica, soggiornava qualche giorno, e subito dopo ripartiva per tornare. Non riusciva proprio a stare senza la sua Napoli.

<<Hai ragione dai>>. Mi venne in mente di raccontargli molte cose, come ieri sera, ma volevo vedere la sua reazione dal vivo, quindi mi fermai ancora prima di parlare.

<<Oggi che farai?>> chiese lui dopo qualche secondo di silenzio.

<<Andrò a fare rifornimento di cibo. Non mi sono portata niente dietro, e devo pur mangiare.>>

Alibi - LazzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora