Ti ho fatto entrare nel mio disordine

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" Ho una gemella " , dissi di getto

" Siamo eterozigote non ci assomigliamo per niente, io sono come mia madre riccia e ho la pelle più scura , lei ha preso da mio padre ha gli occhi castano chiaro e i capelli lisci. I gemelli sono inseparabili si donano un pezzo di cuore io e Luana lo eravamo. Siamo sempre state il sole e la luna lei era come te riflessiva , ordinata io no vivevo nel disordine, era la persona più buona del mondo "

feci una pausa e vidi che lui aveva appena appoggiato una mano sul mio fianco, e stranamente non mi sembrò un gesto strano anzi

" Ha conosciuto un ragazzo all'università studiava finanza , sembrava un ragazzo a modo buono gentile, ma poi una sera mentre rientravo a casa la trovai seduta sul letto aveva i capelli bagnati e una maglia lunga fino le ginocchia, non mi rispondeva così mi misi davanti e la spronai a parlare lei alzo il volto aveva un livido violaceo sulla guancia l'aveva picchiata "

feci un altro respiro profondo e lui mi strinse ancora di più

" Mi convinse che non era stato lui ma che era andata a sbattere vicino il muro, io ero stupida mi fidavo di lei non pensavo che lui potesse picchiarla, pensavo che lei non glielo avrebbe mai permesso, poi i lividi crebbero e io un giorno la fermai le dissi che se non lo lasciava l'avrei richiusa in casa l'avrei detto a mamma, a papà a chiunque pur di non fargli vedere più quel mostro, ormai le prove che era lui erano evidenti, ma lei sapeva nascondersi bene dai nostri genitori i miei lavoravano tutto il giorno lei rincasava tardi li evitava, non scendeva mai non sorrideva più viveva solo per lui non riusciva neanche a studiare aveva trascurato tutto, gli dissi di farlo per me e lei lo fece o meglio lo voleva fare gli scrisse che dovevano parlare, io non fui stupida decisi di accompagnarla, ho salvato il suo ultimo messaggio prima che ci vedessimo ci promettevamo la felicità. Andai con lei e lo aspettammo ma poi una macchina a tutta velocità ci venne incontro anzi mi venne quasi addosso e lei mi spinse via prontamente, era lui non voleva colpire lei voleva colpire me "

non avevo cacciato neanche una lacrima eppure mi sentivo un macigno sul cuore, Elia mi scosto un ciuffo di capelli e me lo porto dietro l'orecchio

"Lui non si fermò fuggi via e io chiamai l'ambulanza c'era sangue da per tutto mia madre ci vide arrivare in ospedale era scioccata dovetti dirle tutto ogni cosa lei si accasciò su una sedia e fummo raggiunti da mio padre e mio fratello, è il più piccolo di casa si chiama Valentino, non è mai uscito nulla a parte questo articolo , lui è stato arrestato e mio padre avvocato ha fatto sì che la notizia non trapelasse volevamo combattere la violenza ma speravamo che lei si sarebbe svegliata dal coma per poterlo fare, spettava a lei guardare in faccia quel mostro e dare una speranza a tutti ma da quel giorno lei non si è più svegliata "

Elia mi accarezzò dolcemente la schiena

" E' lì che vai ogni giovedì " mi disse interrompendomi per la prima volta quasi per farmi riprendere  aria, la sua era un affermazione

" Si è in una clinica privata io non vedo più i miei genitori da quel periodo mi sento in colpa dovevo esserci io in quel letto dovevo raccontare a loro la verità non dovevo risolverla da sola se io non l'avessi convinta se avessi adottato un'altra tecnica forse lei sarebbe ancora qui "

lui mi mise una mano in un riccio e se l'annodo al dito

" No non dire così, la vita è ingiusta ma tu ami tua sorella hai fatto ciò che credevi giusto, e non puoi pensare che i tuoi ti odino è stato straziante ed è orrendo tutto ciò, ma avete fatto il possibile e non potete permettervi di separarvi " le sue parole erano vere ma purtroppo non sempre le cose vanno come vogliamo

"Siamo già separati ed io ho paura " lui appoggio la fronte alla mia e quel contatto mi calmo

" Chi non ne ha ma il bello della paura è superarla "

feci una cosa istintiva lo abbracciai forse perché era ciò che desideravo forse perché ne avevo bisogno o forse perché Elia stava diventando la mia famiglia , lui all'inizio sembrava un pezzo di ghiaccio poi mi strinse a sé, io appoggiai la testa sulla sua spalla, Elia era la calma nel mio disordine di questo potevo esserne certa.

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