Capitolo VIII

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Prima ancora che potesse replicare, mi fiondai su di lui, Pierre mi sollevò da terra stringendomi forte a sè e posò un bacio sui miei capelli

<<Pensavi di fregarmi camuffando l'accento francese con il tuo discreto inglese, vero?>> dissi scherzando mentre mi crogiolavo nel calore del suo abbraccio, a distanza di tanti anni riusciva sempre a farmi sentire al sicuro

Dopo tutte quelle settimane era bello vedere un volto famigliare, io e Pierre non ci eravamo più incrociati dopo quel giorno sui kart in Olanda, e solo noi due sapevamo il motivo ma in quel momento non volevo pensarci. Ero talmente felice di vederlo da non aver realizzato a pieno la gravità di quello che stava per succedermi

<<Non sai quanto sono felice di vederti Pierre>> ammisi con il viso sul suo petto che pulsava

<<Davvero?>> chiese incerto

<<Sei l'unico che è riuscito a farmi sentire vicina a Monaco e non a chilometri di distanza in questo periodo, te lo giuro>> lo guardai mentre cercava di distogliere lo sguardo dal mio<<cosa ci facevi al Graffito ieri sera? E perchè te ne sei andato in quel modo?>>

<<Io...non lo so. Non dovrei neanche essere qui>>

<<Che stai dicendo?>> lo incalzai incredula, posai una mano sulla guancia leggermente ruvida per il velo sottile di barba che la ricopriva

<<Sono arrivato a New York qualche giorno fa e non lo so...volevo vederti, nè avevo bisogno ma non trovavo il coraggio per venire alla tua porta così ho aspettato e l'altro giorno in un bar ho visto dei ballerini che parlavano di questo posto. Ero curioso e speravo che magari ti avrei trovata lì, così è stato>>

<<Perché non mi hai detto che eri qui? Avrei potuto...>> provai ma mi interruppe

<<Non volevo piombare qui e rischiare mettere in subbuglio la tua nuova vita dopo quello che è successo>>

<<Non cambia il nostro rapporto Pierre, io ti voglio nella mia vita com'è sempre stato>>

Si allontanò bruscamente da me di qualche passo e mi guardò dritto negli occhi, cupo

<<Lisa è qui che abiti? Non potevi accettare il consiglio di Max e stare in città?>>

Non riuscivano proprio a tollerare che me la cavassi da sola e che facessi di testa mia <<Sto bene qui. è tranquillo ed è comodo>>

<<Vedo...hai idea di cosa poteva succedere se non ci fossi stato io?>> disse scuotendo il capo indignando

<<Credimi è la prima volta che succede una cosa del genere, te lo assicuro>>

Mise un braccio attorno alle mie spalle attirandomi verso di lui <<Ero preoccupato all'idea di te così lontana e da sola qui>> confessò

<<Sto bene Pierre, davvero>> lo rassicurai

Averlo lì in quel momento mi ricordava che in quelle settimane a volte avevo provato un senso di solitudine nonostante il mio rapporto con Ian e Cami <<Ti va di entrare?>>

<<Meglio di no, credo sia meglio che vada>>

<<Perfavore, dopo quello che è successo prima mi sentirei più tranquilla se tu mi ti fermassi un pò a casa mia>>

<<Lisa...>> protestò sbuffando, lo guardai con il sorriso sulle labbra e dopo qualche istante ricambiò <<E va bene ma poi me ne vado così puoi riposare>>

Lo trascinai prendendolo per mano verso il mio appartamento che gli mostrai con orgoglio, lui guardava con me ogni dettaglio che gli indicavo mentre un sorriso gli solcava il viso. Come ogni sera in cui rincasavo, una volta che mi fermavo la stanchezza mi piombava addosso, molte volte cenavo in fretta o qualche volta la saltavo, ero talmente stanca che mi addormentavo fino alla mattina dopo aver fatto la doccia o un bagno caldo

<<Senti ti dispiace se mi faccio una doccia veloce? Sono un pò stanca Pierre>>

<<Assolutamente no, posso prepararti qualcosa da mangiare se ti va, come ai vecchi tempi>> propose

<<Certo, fa come se fosse casa tua, grazie>> notavo che i suoi mi studiavano, non capivo il motivo

Mi slacciai la felpa che avrei lavato dopo che quello sconosciuto l'aveva toccata, mi sentivo quasi sporca anche se non mi aveva sfiorato direttamente. Indossavo ancora il top nero che avevo in sala e i leggins per modern. Lasciai Pierre in cucina e provai a rilassarmi mentre l'acqua calda pioveva su di me. Intanto ripensai alle ultime ventiquattro ore, tra Pierre e quello da cui mi aveva protetto quella sera, non mi pentivo della mia scelta di vivere in quel quartiere ma l'idea di cosa sarebbe potuto accadere senza di lui si era insinuata nella mia mente.

Quando mi rivestì, cercai di sistemare i capelli in una treccia morbida e tornai da Pierre, per qualche istante mi impalai alla vista di lui ai fornelli, con la tavola già apparecchiata. I "vecchi tempi" come lui li aveva definiti sembravano lontanissimi. Quando Charles aveva distrutto tutto ciò che mi circondava e lui era stato l'unico a preoccuparsi davvero per me, i momenti trascorsi insieme quando avevamo condiviso casa a Monaco. Solo in quel momento realizzai che era da troppo tempo che non facevamo qualcosa insieme

<<Non ti siedi?>> domandò lui incerto quasi in imbarazzo

<<Sì scusami...ero sovrappensiero>>

Mi sedetti al suo fianco davanti a un piatto fumante di linguine al pesto

<<Ti sei impegnato>> mi complimentai

<<Ho visto che avevi il pesto, i pinoli e tutto il resto ma soprattutto che avevi il frigorifero quasi vuoto...che stai combinando Lisa?>> chiese con fare indagatorio

<<Siamo alla fine della settimana, devo fare la spesa>> mentì. la verità era che con tutto quello che dovevo fare avevo messo in fondo alle priorità la spesa

<<Non raccontarmi cazzate, il tuo fisico è già cambiato Lisa, sei più magra. Ho visto le spalle e la pancia prima>>

<<Ballo ogni giorno, vado anche a correre, a volte è normale che il mio fisico stia cambiando forma. Te lo giuro, per ora va tutto bene Pierre, mi sono sentita un pò sola a volte qui a casa ma la guarigione sta procedendo>> promisi <<anche il tuo fisico è cambiato comunque>> non so perchè l'avessi detto ma l'avevo notato prima

<<Diciamo che da quando te ne sei andata passo molto più tempo di prima in palestra, per distrarmi>>

Il resto della cena trascorse tranquillo tra chiacchierate, risate e mentre io raccontavo con entusiasmo tutto quello che avevo fatto Pierre mi guardava orgoglioso, ogni tanto una sfumatura d'ombra gli incupiva il volto che poi tornava sereno. Una volta sistemata la cucina parlammo per almeno due ore sul divano in salotto e persi la cognizione del tempo, ero sdraiata con la testa sulle ginocchia di Pierre che di tanto in tanto accarezzava i miei capelli poi iniziai a temere che volesse andarsene, dopo l'accaduto fuori casa ero irrequieta e preoccupata

<<Che c'è che non va Lisa?>>

<<Niente...è solo che sono un pò scossa da quello che è successo prima, grazie per quello che hai fatto>>

<<Cosa posso fare?>> chiese

<<Non so...parliamo d'altro, fammi distrarre. Non so se riuscirò a dormire stanotte>>

<<Ti ricordi la prima volta che abbiamo ballato insieme?>> disse accarezzandomi le sopracciglia

<<Te lo ricordi ancora? No ti prego>> dissi nascondendo il viso tra le mani

<<Come potrei dimenticare?>> 



Nota dell'autrice 

Spero che questo capitolo vi abbia emozionato ora che finalmente avete scoperto chi si celava sotto quel cappuccio, chi vi aspettavate? Mercoledì troverete una NUOVA PUBBLICAZIONE.

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