Capitolo XVI

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Taylor Swift - You're On Your Own, Kid (The Eras Tour Piano Version)


Urlai il suo nome sperando che mi sentisse e iniziai a correre. Riuscì a raggiungerlo proprio quando un taxi giallo si stava fermando davanti a lui, si voltò nella mia direzione incredulo. Ormai ero certa: voleva andarsene senza dirmelo, nell'ombra.

Mi piazzai tra lui e quel taxi cercando di riprendere fiato

<<Perchè?>> fu l'unica parola che riuscì a pronunciare sotto il suo sorriso sorpreso

Capì subito a cosa mi stessi riferendo <<Volevo semplificare le cose, tutto qui Lisa>>

<<Per te o per me, Pierre? Io credevo che...>>

<<Sai sono arrivato qui con una valigia piccola ma piena di speranze e lo confesso, per un pò ci ho quasi creduto. Per un istante ho visto un bagliore qui...nei tuoi occhi>> sussurrò posando una mano sul mio zigomo <<ma poi mi sono risvegliato e non era altro che un sogno...è stato bello crederci, ora però è il momento di tornare con i piedi per terra>>

I suoi occhi erano lucidi e umidi, qualcosa dentro di me si spezzò, volevo trovare il coraggio di dirgli che anch'io avevo sentito quel tiepido bagliore dentro di me ma non riuscì, ero spaventa, completamente terrorizzata da lui per la prima volta nella mia vita

<<Lo sai...non posso, non ora Pierre, è tutto sbagliato. Sarebbe come scaldarsi con un fuoco accogliente e caldo ma rischieremmo di ridurci in cenere>>

<<Mi sento così dal primo giorno che ti ho vista Lisa, non fa niente è così che le cose devono andare. L'ho accettato molto tempo fa>>

Inspirai perché quelle parole erano come delle piccole sfilettate nel mio cuore <<Significa che te ne vai dalla mia vita, stai rinunciando a me?>>

Mi attirò a sé, stringendomi tra le sue braccia mentre io mi aggrappavo alle sue spalle tese come non mai

<<Non riuscirei nemmeno se volessi, e tu questo lo sai vero?>> domandò

Annuii respirando il suo profumo <<Sono un disastro Pierre, alla fine tutte le persone scappano da me perchè non riescono a risolvere il puzzle che ho dentro>> confessai

Lui mi guardò dritto negli occhi sorridendo <<Me ne vado perchè so che è la scelta giusta da fare per proteggerti, anche da me se necessario. Qui stai costruendo qualcosa di unico e presto avrai tutto ciò che hai sempre meritato con colui che a sua volta merita di avere una donna come te al suo fianco>> la sua voce si incrinò leggermente

<<E tu non ci sarai?>> replicai incerta

<<Non smetterò mai di supportarti ma non così, mi serve un pò di tempo per pensare e provare ad andare avanti>> si allontanò da me, mi aveva lasciata stordita e senza parole

Caricò i suoi bagagli sul taxi senza guardarmi e lo sentì volare via da me, sentì una vibrazione incontrollata nella gabbia toracica, non poteva andarsene così, non riuscivo ad accettarlo

<<Pierre!>> mi avvicinai tremando anche se ancora mi dava le spalle <<L'altra sera, so cos'hai fatto!>> presi coraggio <<Credevi che io dormissi ma ho sentito e sono sicura, mi hai baciata>>

<<Lisa no...non farlo>> si ostinava a darmi le spalle

<<Non puoi continuare così, dobbiamo affrontare questa cosa, non nè hai ma avuto il coraggio e ora guarda come ci stiamo...>>

Non mi diede la possibilità di terminare la frase, l'ultima cosa che notai fu un'onda blu che mi investiva e annegai mentre le sue labbra soffocavano le mie. Avvolse i miei fianchi con un braccio stringendomi. All'inizio non riuscì a nuotare poi quasi senza rendermene conto la mareggiata si era placata, posai le mani sulla sua nuca mentre il mio respiro si fondeva con il suo. Era così diverso da quello di Max eppure stava assorbendo ogni singolo istante di quel contatto così inaspettato mentre le nostre labbra si incastravano perfettamente.

Quando si allontanò da me lasciò un bacio sulla mia fronte e pronunciò solo una frase breve ma carica di significata

<<Vai avanti...vivi, non farti condizionare dal passato o da ciò che pensano gli altri prosegui su questa strada, è lì che troverai la luce, non dentro di me>>

Qualche ora dopo ero nel mio appartamento che improvvisamente sembrava un pò più vuoto e spoglio senza di lui, aprì il pacchetto che mi aveva lasciato e trovai una foto incorniciata. La cornice era blu cobalto come le sue iridi e sulla superficie erano incise le sagome di alcune stelle, guardai i nostri volti sorridenti, leggeri e spensierati nello scatto.

Le lacrime sfuggirono finalmente dai miei occhi e fu quasi un sollievo dopo tutte quelle ore in cui le avevo trattenute, perché faceva così male?

Mi sentì ancora peggio quando ricordai che era la stessa foto che tenevo nella mia camera a Monaco a casa mia e di Pierre, era quella che avevo spaccato in mille pezzi quando avevo scoperto che aveva tramato alle mie spalle. Lui me l'aveva riportata ma io non ero così, non potevo essere riparata come un cristallo che va in pezzi, il mio cuore era ancora pieno di schegge e dubbi. Le mie dita sfiorarono un'incisione sulla parte retrostante della cornice, era una citazione ma non una qualsiasi, era la "nostra"

Fissai quelle parole concluse da un punto di domanda "Can I have this dance?" Pensai a quanto avesse aspettato per un ballo, un'occasione. Sentì il mio cuore tremare, cercava di stare a galla in una burrasca, tempestosa e violenta che Pierre aveva scatenato, sarei stata in grado di fermarla?



Nota dell'autrice 

Vi confesso che non è stato semplice scrivere questo capitolo, così come il precedente, descrivere questo filo conduttore  tra Pierre e Lisa. Che sembrano ancora quasi due bambini che nonostante i successi nella vita sono ancora in un certo senso soli e cercano un appiglio nella loro personale oscurità e incertezza. 

Non esitate a condividere la vostra OPINIONE su questi capitoli qui nei commenti, in DM oppure su Tiktok(dove trovate anche un nuovo sondaggio) nell'attesa del prossimo capitolo che sarà disponibile SABATO PROSSIMO

Buona lettura!!

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